sandro veronesi

PICCA E' PICCATO PERCHE’ OGGI NON PUO’ VINCERE LO STREGA”? C’E’ UNA DATA IN CUI LE PATRIE LETTERE DIVENTANO UN “GIOCO DI CARRIERA”. È IL 25 GIUGNO 1996, SANDRO VERONESI INVIA UNA LETTERINA AI GIURATI CHIEDENDO CON TONO MELENSO IL VOTO PER "LIVE", UN COLLAGE DI ARTICOLI E INCHIESTE GIA' EDITI. (UN PO’ COME OGGI “DUE VITE” DI TREVI, UN MEMOIR IN PARTE GIÀ PUBBLICATO) - L'HAI CAPITO, PICCA? È COSÌ CHE SI FA. INOLTRE, TU SEI UN “CONSERVATORE RIVOLUZIONARIO”; VERONESI E COMPAGNIA SONO PROGRESSISTI, UN PO’ RADICAL, UN PO’ CHIC, UN PO’ CORRECT (E UN PO’ NO QUANDO SCRIVONO LE LETTERINE BAGNATE DI SALIVA AI GIURATI)…

Dagoreport

 

aurelio picca

Aurelio Picca dice che “ai tempi di Elsa Morante e Raffaele La Capria avrebbe sicuramente vinto il Premio Strega” e forse anche il Campiello e il Comisso. Ai tempi di Veronesi, invece, non l’ha vinto. Forse perché, come scrive lui, “oggi la letteratura è un gioco di carriera”.

 

Ecco, forse possiamo identificare una data d’inizio di questo “gioco di carriera”: il 25 giugno 1996. È in questa data che un centinaio di giurati del premio Strega rimangono allibiti.

 

Lo scrittore Sandro Veronesi, romano classe 1959, che ha esordito circa dieci anni prima con il romanzo “Per dove parte questo treno allegro”, è entrato nella cinquina dell’agone capitolino con un suo libro, “Live”, che raccoglie articoli e inchieste. Veronesi passa dalla Belgrado dei primi anni '90 a un’intervista a Ian McEwan, dagli esami di maturità in un liceo tecnico su via della Bufalotta al Giro d'Italia:

 

sandro veronesi 2

insomma, un collage di storie. Non soddisfatto di essere entrato in cinquina con un libro di pezzi tenuti insieme con lo scotch, invia in questa data a un centinaio di Amici della domenica (che sono i giurati dello Strega) una lettera con su scritto:

 

“Le scrivo per chiederle il voto finale... Non vorrei sembrarle sfrontato… ma sono sincero. Tengo molto a fare buona figura, non foss’altro per contribuire a dare dignità letteraria (visto che la cosa è controversa) a una narrativa contaminata e border line, bastarda, accaldata affaticata e di frontiera”.

 

Alessandro Veronesi "Live"

Hai capito, caro Picca, perché oggi gli scrittori non vincono? Non solo Veronesi chiede il voto con tono melenso, ma lo fa ergendosi a critico di se stesso e spacciando per “narrativa border line” (due parole) una raccolta di articoli già editi (un po’ come oggi “Due vite” di Emanuele Trevi, un memoir in parte già pubblicato).

 

 

Intanto, mentre Veronesi invia le sue letterine, la zarina del premio, Anna Maria Rimoaldi, rilascia ai giornalisti dichiarazioni sullo Strega che deve “ringiovanire”, facendo indignare il concorrente più anziano di quell’anno, Antonio Spinosa. Vincerà, come al solito, Mondadori con Alessandro Barbero (“Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo”).

 

Antonio Spinosa

 

 

 

 

Ma letterine di Veronesi non sono valse a nulla (e qualcuno degli Amici della Domenica ancora la conserva)! Veronesi dovrà aspettare ancora dieci anni, ma l’agognato Premio Strega (non sappiamo se dopo altre letterine o meno) gli sarà assegnato nel 2006 con “Caos calmo”.

 

 

 

sandro veronesi 5

Qualcuno dei corrispondenti si precipita a recensirlo, gli amici (e parenti) romani suggeriscono che sarebbe adatto a un film… L’anno scorso allo scrittore non sono servite letterine agli Amici della Domenica: ci ha pensato dal lunedì al sabato il “Corriere della Sera” con più di cinquanta recensioni e citazioni (contate alla buona da “Il Fatto Quotidiano”) a far decollare “Il colibrì” di Veronesi al secondo Strega.

sandro veronesi cover

 

 

 

 

 

Hai capito, Picca? Mettitelo bene in testa! È così che si fa. Inoltre, tu sei un “conservatore rivoluzionario”; Veronesi e compagnia sono progressisti, un po’ radical, un po’ chic, un po’ correct (e un po’ no quando scrivono le letterine ai giurati).

 

VERONESI STREGATO

Paolo Conti per il Corriere della Sera - articolo del 25-06-1996

 

Niente preamboli, gia' alla prima riga siamo nel pieno della trama: "Le scrivo per chiederle il voto nella finale del Premio Strega". Sandro Veronesi non potrebbe essere piu' Live di cosi' , per coerenza con il titolo del suo libro (Bompiani editore) che e' entrato nella cinquina finale del premio fondato da Goffredo e Maria Bellonci cinquant' anni fa.

 

 

anna maria rimoaldi

Ma quella frase non e' fiction, e' realta' . Cosi' inizia la lettera che lo scrittore ed editorialista del l' Unita' ha spedito a un centinaio di "Amici della domenica", la giuria chiamata a votare il 4 luglio nel Ninfeo di Villa Giulia, tutti pazientemente scelti tra i non amici personali. La missiva, per fare due esempi, non e' stata recapitata a Enzo Siciliano ne' a Elisabetta Rasy. Peccato.

 

Avrebbero letto: "Non vorrei sembrarle sfrontato..." fino all' ammissione, assai under 40 e in perfetta sintonia con l' eta' di quattro finalisti su cinque: "Sono sincero, tengo molto a fare buona figura".

 

serata finale premio strega 68

La lettera era destinata a un uso interno allo Strega. Ma gli scritti, si sa, a differenza delle parole rimangono. E rischiano di diventare pubblici. Pero' Veronesi non si dispiace piu' di tanto dell' involontario esito: "So bene che nessuno potrebbe prendere nemmeno vagamente per il verso sbagliato la mia lettera. Diciamo che e' la prova della purezza di cuore che ho conservato negli anni".

 

 

Non e' una pressione? "Non avrei da dare alcunche' a nessuno. Un gesto cosi' esplicito, che prevede la possibilita' di attacchi diretti, mi pare sia anche un modo di fare letteratura. Piccola piccola, magari, ma letteratura".

 

 

I FINALISTI DEL PREMIO STREGA 2021 EDITH BRUCK DONATELLA DI PIETRANTONIO GIULIA CAMINITO ANDREA BAJANI EMANUELE TREVI

Annamaria Rimoaldi, anima della Fondazione Bellonci che da' vita allo Strega, non si scandalizza: "Scrissero lettere simili gia' Carlo Sgorlon e Roberto Pazzi. Nemmeno Maria Bellonci avrebbe da ridire, felice com' era della "natura elettorale" del Premio. E nelle elezioni ci si candida, esponendosi in prima persona".

virginia raggi vota allo strega

 

Anzi, la signora ammette che il metodo Veronesi va addirittura preferito alle pressioni delle case editrici che, stando allo spirito bellonciano, non dovrebbero nemmeno esistere. Naturalmente in teoria. Perche' nella pratica chi fa e disfa i misteriosi "pacchetti di voti" sono gli editori, mai gli autori. Gli altri concorrenti della cinquina? Una bocciatura senza esitazioni arriva dal settantenne Antonio Spinosa che concorre con Piccoli sguardi (Piemme).

 

 

ninfeo di villa giulia

La sua risposta al pepe risente del recente, per niente amichevole confronto sulla figura del "giovane scrittore" che la stessa Rimoaldi vorrebbe laureare, per trasformare le nozze d' oro dello Strega nel trampolino di lancio di un letterato della nuova generazione: "Povero Strega, dal giovanilismo della Rimoaldi siamo caduti nella goliardia di Veronesi.

 

lo storico alessandro barbero

Ci si agita troppo, si dimostra di aver paura di affogare". Segue un interrogativo forse retorico, forse no: "Veronesi vuole arrivare secondo e soffiarmi la posizione o cerca di arrivare primo?". Ma perche' Spinosa candida Spinosa al secondo posto? "Ho gia' detto che quest' anno "non" vincera' il migliore... il libro di Barbero non sembra scritto da un narratore ma da un archivista. Tornando a Veronesi, cio' che mi pare giusto della sua lettera e' l' accenno al nuovo modo di narrare: e' tempo che cadano vecchie riserve".

 

 

La parola ai famosi quarantenni: il resto della cinquina. Alessandro Barbero (Bella vita e guerre altrui, Mondadori) quasi applaude: "Non trovo da obiettare. Tutti fanno e non dicono, meglio chi fa e ammette. Anzi, lo dice. Chi, se non lo stesso scrittore, deve darsi da fare per essere votato in un premio?".

 

sandro veronesi foto di bacco

Giulio Mozzi (La felicita' terrena, Einaudi): "Mi pare una lettera scritta con civilta' e nelle regole della cortesia. Forse Veronesi ritiene di riuscire a vincere e non c' e' niente di male nel desiderarlo".

 

 

Lei avrebbe scritto una lettera del genere? "Attenzione, il mio non e' un giudizio, ma una constatazione del carattere. No, io non credo che avrei fatto qualcosa del genere". La parola a Melania Mazzucco (Il bacio della Medusa, Baldini e Castoldi): "Nulla di particolarmente strano, soprattutto apprezzo la richiesta di Veronesi che si leggano i libri in gara.

 

Sandro Veronesi e Michele Serra salutano il pubblico

Sembra un suggerimento strano, ma non lo e' affatto". Avrebbe firmato quel messaggio? "La giudico un' iniziativa come le altre, ne' migliore ne' peggiore". Infine bisognerebbe parlare dell' enigma dei bicchieri. "Per evitare l' imbarazzo di scrivere solo del voto" Veronesi ha proposto, in calce alla letterina, un gioco surreale ai suoi interlocutori: perche' i bicchieri di casa Bellonci cadono, si rompono e subito scompaiono?

 

 

Si autorigenerano all' istante perche' sono fatati e stregati? Forse, scrive Veronesi, sara' merito della "gloriosa governante Luigina, pura di cuore e appena nominata Cavaliere del lavoro... Io non l' ho mai vista".

 

Il testo si chiude con la richiesta di non comunicare all' autore l' eventuale chiave del segreto. Se Veronesi avesse letto le memorie di Maria Bellonci avrebbe scoperto che gia' nel ' 44, nella casa di viale Liegi, si assisteva al "miracolo delle tazze": erano nove ma, lavate e rilavate in silenzio, bastavano a servire il te' ai primi quaranta "amici". Cioe' il seme dello Strega.

 

 

 

 

 

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