bergoglio papa francesco che tempo che fa

LA PRIMA INTERVISTA TELEVISIVA IN DIRETTA A UN PONTEFICE DELLA STORIA? NON ERA IN DIRETTA, MA REGISTRATA E LAVORATA. L’OROLOGIO DEL PAPA FACEVA LE 17 E UN SECONDO DOPO LE 17.30: SEGNO CHE IL COLLOQUIO CON FABIOLO FAZIO È STATO ANCHE TAGLIATO. O FORSE PAPA FRANCESCO HA L’OROLOGIO CHE VA INDIETRO! - I LAGER IN LIBIA, LA GUERRA (“È UN CONTROSENSO”), IL TANGO E LA MUSICA CLASSICA. MA IL CONDUTTORE NON FA MANCO UNA DOMANDA SUGLI SCANDALI DELLA CHIESA - VIDEO

 

 

 

 

 

 

 

DAGONOTA

l'orologio di bergoglio a che tempo che fa

La prima intervista televisiva in diretta a un Pontefice della storia? Non era in diretta! C'è un dettaglio che non è passato inosservato ai telespettatori: l’orologio di Papa Francesco segnava le 17. E due minuti dopo invece le 17.30: segno che non solo il colloquio con Fazio era registrato, ma è stato anche tagliato e lavorato.

 

Nessuna domanda “scomoda”, ma a questo Fabiolo ci ha abituato: con la sua saliva si potrebbe risolvere il problema della siccità in un Paese di media grandezza.

 

1 - IL PAPA POP

Domenico Agasso per “La Stampa”

 

bergoglio a che tempo che fa 2

«La guerra è un controsenso». «Non sono un santo come i Papi miei predecessori, ho bisogno degli amici». Francesco nello storico collegamento con la trasmissione «Che tempo che fa» su Rai 3 dialoga a tutto campo con Fabio Fazio, che esordisce chiedendogli come faccia a sopportare il peso di tante storie di sofferenza che incontra e conosce: il Pontefice risponde che «tutta la Chiesa mi aiuta».

 

tweet di jason horowitz (new york times) sull intervista di fazio a bergoglio

Bergoglio e Fazio dialogano per circa un'ora sulla «cultura dell'indifferenza» e i bambini che muoiono. I drammi dei rifugiati. La cura del pianeta. L'aggressività sociale. I compiti dei genitori. La musica. Il futuro della Chiesa. Il Vescovo di Roma denuncia che «in Libia ci sono lager», è urgente «pensare alla politica migratoria», e l'Unione europea «deve mettersi d'accordo» per evitare che l'onere della gestione ricada solo su alcuni Paesi.

 

Il Papa ricorda le tragedie dei migranti che attraversano il Mediterraneo, «ormai diventato un cimitero», per sfuggire a violenze e fame. Ed esorta tutti a non girarsi dall'altra parte. Francesco osserva che «ci manca il toccare le miserie. Il toccarle ci porta all'eroicità, penso a medici e infermieri che hanno toccato il male durante la pandemia e hanno scelto di stare lì. Il tatto è il senso più pieno. Toccare è farsi carico dell'altro».

 

bergoglio a che tempo che fa

Poi, l'urgenza della questione climatica: «Dobbiamo prenderci cura della Madre Terra, tutelare la biodiversità». Fazio - visibilmente emozionato - pone lo sguardo sulle famiglie e sul ruolo dei genitori: per Francesco «serve vicinanza con i figli. Quando parlo con coppie giovani chiedo sempre: "Tu giochi con i tuoi figli?". A volte sento risposte dolorose: "Padre, quando esco dormono e quando torno pure".

fabio fazio

 

Questa è la società crudele che allontana i genitori dai figli». Anche quando i ragazzi e le ragazze «fanno qualche scivolata, da grandi, bisogna essere loro vicini, bisogna parlare con loro», esorta Bergoglio. Padri e madri «devono essere quasi complici dei figli, quella complicità che permette di crescere insieme».

 

bergoglio a che tempo che fa

Il Pontefice con tono angosciato riflette sul mistero della sofferenza dei bambini malati: «Ho fede, ma se mi chiedete perché, non so rispondere». Si sofferma sui problemi della Chiesa: «Oggi il male più grande è la mondanità spirituale», perché «fa crescere una cosa brutta: il clericalismo. È una perversione della Chiesa che genera la rigidità», dove «c'è putredine». E poi, qualche confidenza più intima.

 

La musica: «Mi piacciono i classici, tanto. E il tango. Lo ballavo (sorride, ndr)». L'amicizia: «Ho degli amici che mi aiutano, pochi ma veri». E scherza: «Non che io sia normale, ho delle mie anormalità. Ma mi piace stare con gli amici. Ho bisogno degli amici». È uno dei motivi «per cui non sono andato ad abitare all'appartamento pontificio. Gli altri Papi sono santi ma io non sono tanto santo, ho bisogno dei rapporti umani».

ATTENTI AL PAPA - MEME SULLO SCHIAFFO DI BERGOGLIO

 

2 - LA PREDICA DEL PAPA DA FAZIO: SIATE BUONI, ACCETTATE I MIGRANTI E NON SPETTEGOLATE

Giorgio Gandola per “La Verità”

 

Chi è quell'uomo vestito di bianco accanto a Fabio Fazio? Papa Francesco in un colpo solo riesce a secolarizzare definitivamente l'immagine pontificia, a prolungare il dopofestival di Sanremo e a mettere in crisi Woody Allen.

 

Sono le 20,40 quando il Santo padre compare nel contenitore di Che tempo che fa su Raitre, in collegamento da Santa Marta e accolto dal bravo conduttore delle coscienze con «profonda emozione e immensa gioia». L'immagine è straniante. Dove Luciana Littizzetto imperversa con le sue moine da balera, ecco comparire il Papa.

 

Tanti saluti al sacro, vince il profano. Non è un record, il primo a collegarsi con una trasmissione Tv fu Karol Wojtyla a Porta a porta, solo in audio. Partono le domande e viene avanti una sorprendente novità: perfino il pontefice è strabiliato dalla prosopopea e dal conformismo cosmico del curato Fazio, che riesce a citare il «farsi carne».

 

i meme su papa bergoglio dopo lo schiaffo alla mano di una fedele 4

Lui, non Francesco. Quanto soffre davanti alle sofferenze? La risposta è un rimprovero: «Domanda forzata, il peso dei problemi lo sopportiamo tutti. Non sarei onesto se dicessi che sopporto tanto, i miei collaboratori mi aiutano a farlo». I temi sono quelli cari a Bergoglio. L'indifferenza davanti ai poveri («Siate buoni»), l'allarme climatico («Difendete la madre Terra»), la lotta alle guerre come drammatica priorità («I conflitti producono i bambini che muoiono di freddo o sulle spiagge») e il problema dei migranti. Qui la risposta mette in crisi Fazio, è una picconata all'europeismo di facciata.

 

«L'Unione europea deve trovare una soluzione con la Libia, oggi ad accogliere sono solo Italia e Spagna. Altrove non li ricevono, ma la risposta deve essere continentale. I migranti vanno accolti ma anche integrati». Poi critica il chiacchiericcio delle malelingue e rivela: «Ascolto musica classica e tango». Carlos Gardel sarebbe contento. Sembra una puntata di Young Pope scartata da Paolo Sorrentino perché troppo surreale.

bergoglio a che tempo che fa

 

Eppure è qui, dentro i 38 pollici, e diventa immediatamente il paradigma di una desacralizzasione che va considerata. È il segno dei tempi, dove la vera livella non è più la morte ma l'apparire in televisione a un talk show. Pure dopo Michele Serra che spiega peggio di Checco Zalone (e in chiave postsovietica) la crisi fra Russia e Ucraina; pure dopo Roberto Saviano che commenta qualunque cosa con approccio da esploratore dell'ovvio. E quindi definisce con orgoglio il Papa, prendendoci, «l'ultimo socialista».

i meme su papa bergoglio dopo lo schiaffo alla mano di una fedele 8

 

Eppure la Chiesa non è intrattenimento, è fede e immortalità. Sembra paradossale, ma la spiegazione più efficace la diede Karl Marx criticando il capitalismo dove «tutto ciò che ha consistenza evapora, ogni cosa sacra viene sconsacrata e gli uomini sono costretti a considerare la loro posizione nella vita e i loro rapporti reciproci con sguardo di disincanto». Quando nel 2003 Giovanni Paolo II entrò nel bouquet dei candidati per il Nobel per la pace, in Vaticano erano molto preoccupati.

prima pagina osservatore romano 13 gennaio 2022 intervista a bergoglio

 

«Non perché non lo meritasse», ha scritto La Nuova Bussola quotidiana, «ma perché in quel modo il Papa sarebbe stato collocato sullo stesso piano degli altri, mentre lui è qualcosa di diverso, ha una connessione con il sacro che gli altri non hanno». Diciannove anni dopo si è solo abbassato il livello di guardia e il Nobel è diventato il caramellato salotto fazista.

 

La domanda vera è: ma dentro quel minestrone laico - dove Zlatan Ibrahimovic è uguale a Mahmood che è uguale a Barak Obama che è uguale a Peppa Pig - c'era Jorge Bergoglio o papa Francesco? Il quesito è già una risposta e dà il segno dell'impronta molto mediatica del pontificato. Se davanti a San Pietro c'è il deserto, che almeno lo share sia in aumento.

FABIO FAZIO E VINCENZO DE LUCA

 

Mentre il Papa si mostra, Fazio gongola. Il fratacchione di Vincenzo De Luca può procedere con il suo illusionismo da tinello davanti all'uomo più inclusivo della Terra, all'inventore della parola resilienza, immediatamente adottata dal progressismo new age anche per insaporire le pietanze vegane.

 

Al di là della simbologia fatta a pezzi, c'è un altro aspetto da sottolineare: la banda Fazio è riuscita a strumentalizzare il Papa con il giochino dell'audience. Annunciato come guest star del programma delle 20, arriva 40 minuti dopo, manco fosse un Giuseppe Conte orchestrato da Rocco Casalino.

 

MEME DI SALVINI E BERGOGLIO

Nel frattempo l'attesa sale, gli sponsor se la ridono e lo Spirito Santo raddoppia i fatturati di deodoranti, ammorbidenti e ovetti cioccolatosi. Poiché la Chiesa ha 2000 anni, ogni gesto va giudicato con il metro dell'eternità: se Gesù incontrò tutti e di tutto (dal pubblicano alle prostitute), non può scandalizzare che papa Francesco entri nel circo di Che tempo che fa. Resta una frase, a ronzare sopra l'applausometro di una domenica sera: «Rivalità e vanagloria sono due tarli che rendono debole la Chiesa». Le pronunciò proprio lui. Parole potenti, forse inquinate dalla passerella fazista. Destinate a diventare il testo di una canzone di Blanco.

lady gaga da fabio fazio 3fabio fazio

Ultimi Dagoreport

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”