quentin tarantino pistola armi martin scorsese

QUENTIN TARANTINO BANG BANG! – IL REGISTA AMERICANO PARLA DELLE ARMI: “UNO DEI MOTIVI PER CUI NON HO UNA PISTOLA È CHE SE LA AVESSI E SE UN RAGAZZINO DI 12 ANNI ENTRASSE IN CASA MIA, LO UCCIDEREI. SCARICHEREI LA PISTOLA FINO A QUANDO NON MUORE” – LA FRECCIATA A MARTIN SCORSESE: “NON VOGLIO DIVENTARE UN VECCHIO REGISTA. MOLTE GIOVANI LEVE DEL CINEMA DEGLI ANNI 70 SONO INVECCHIATE E SI VEDE. I FILM DI SCORSESE STANNO DIVENTANDO UN PO’ GERIATRICI…” – TUTTE LE PERLE DALLA RACCOLTA DI INTERVISTE PUBBLICATA DA MINIMUM FAX – VIDEO

 

Estratto dell’articolo di Federico Pontiggia per “il Fatto Quotidiano”

 

QUENTIN TARANTINO CON UNA PISTOLA

Gli spari sopra sono per noi. Non è Vasco Rossi, ma Quentin Tarantino: “Uno dei motivi per cui non ho una pistola è che se avessi una pistola e un ragazzino di dodici anni entrasse in questa casa, lo ucciderei”. Non possiamo tranquillizzarvi, sopra tutto lì dove batte il cuore, ché il regista più famoso al mondo dopo Spielberg e Scorsese non sta bluffando: “Non ha il diritto (il ragazzo, ndr) di entrare in casa mia. Devo presumere il peggio. Non lo bloccherei fino all’arrivo degli agenti, non sparerei per ferirlo. Scaricherei la pistola fino a quando non muore”. […]

 

perche e divertente - interviste a quentin tarantino

Da memore figlio unico, Quentin ha “bisogno di stare solo”, e quando non gira o vede un film gli piace leggere: “È quasi come il sesso in una relazione: devi continuare a farlo, sennò non lo fai più”. Problema, rischia(mo) che non faccia più cinema, avendo prima dichiarato a più riprese che si fermerà a dieci lungometraggi e poi mollato l’inteso decimo, The Movie Critic: “Non voglio diventare un vecchio regista. Molte delle giovani leve del cinema degli anni Settanta sono invecchiate e si vede nelle loro opere. I registi non migliorano invecchiando. Penso davvero che dirigere sia un gioco per giovani”.

 

Che ha in mente o, meglio, chi ha nel mirino l’appena sessantunenne Quentin? “Se dico che i film di Martin Scorsese stanno diventando un po’, diciamo così, geriatrici, lui può rispondere: ‘Fanculo, amico! Sto facendo quello che voglio fare, sto seguendo la mia musa’, e ha ragione al cento per cento. Io sono nella mia chiesa a pregare il mio Dio e lui è nella sua chiesa a pregare il suo. C’è stato un tempo in cui eravamo nella stessa chiesa, e mi manca”. Amen, e due.

 

MARTIN SCORSESE QUENTIN TARANTINO

Per un italoamericano che rimbrotta, due italiani che adora: “Sergio Leone è il mio regista preferito in assoluto. Stranamente, per quanto lo ami, il mio lavoro assomiglia più a quello di Sergio Corbucci. È lui l’altro maestro, per quanto mi riguarda”. Corbucci di cui per Django Unchained mutuerà non solo il “West brutale” e la “violenza surreale”, ma l’immaginario dei cowboy che rappresentano “davvero il fascismo (il che ha senso, visto che l’Italia era uscita da poco dalla dittatura di Mussolini) in una storia americana affine, quella della schiavitù nel sud antebellico!”. E – avoja con Trump – sono sempre spari sopra.

 

QUENTIN TARANTINO CON UNA PISTOLA

Nella raccolta di interviste, curate da Gerald Peary e tradotte da Sara Bilotti per minimum fax, Perché è divertente (in libreria da venerdì), c’è spazio anche per un passaggio critico sulla critica: “Online ci sono alcuni bravi critici, ma ci sono anche certi fan-boy che dicono cose del tipo: ‘Oh, questo fa schifo al cazzo’”. […]

 

 Eppure, critico Tarantino sente, e sa, di esserlo: “Dentro di me c’è un critico, e anche un comico, che vuole uscire fuori e risultare divertente nei talk show, non un regista del cazzo noioso ed egocentrico. Vuole uscire e spaccare, cazzo!”. Amen, e quattro.

 

Per dirla con Terrence Malick, quella di Tarantino era (è?) rabbia giovane: “Prima di avere successo avevo tanta rabbia addosso, perché sentivo di essere bravo quanto lo sono ora e non mi veniva riconosciuto. Non parlo delle stronzate da star, solo del rispetto per quello che faccio”. Sarebbero venuti i film – acclamati se non idolatrati, da Pulp Fiction a Le Iene, da Jackie Brown a Bastardi senza gloria – a rabbonirlo, i festival a svezzarlo al mondo: “Non ho mai lasciato la contea di Los Angeles prima di compiere trent’anni. Non sono mai andato da nessuna parte. Quando poi ci sono andato (al Sundance Film Festival, ndr) era la prima volta che vedevo la neve”.

 

QUENTIN TARANTINO CON UNA PISTOLA

La fama non avrebbe atteso, e “la cosa più strana di essere una celebrità è che incontri altre celebrità che non conosci affatto, ma che invece trovi familiari. È come se le conoscessi già, perché sai così tante cose di loro”. Michelle Pfeiffer vorrebbe tanto conoscerla, Mickey Rourke lo ama, ma “trovo difficile entusiasmarmi per qualcuno che dice: ‘Ah, fanculo la recitazione, non conta un cazzo per me’”, tra gli attori della sua generazione predilige Tim Roth, “per la sua versatilità e ferocia”; Sean Penn, “per il carisma da sesso e violenza”. […]

 

Anche Quentin Tarantino è all’altezza, delle proprie ambizioni e delle proprie ossessioni, a partire dalla violenza: “La trovo parecchio divertente. Fa parte di questo mondo e sono attratto dalla brutalità della violenza nella vita reale: sei in un ristorante e un uomo e sua moglie stanno discutendo, quando all’improvviso l’uomo si infuria così tanto con lei che prende una forchetta e gliela conficca in una guancia. Mi interessa l’atto, l’esplosione e le sue conseguenze. Cosa facciamo dopo?”.

QUENTIN TARANTINO 11QUENTIN TARANTINO CANNES 2023quentin tarantino foto di bacco (6)quentin tarantino foto di bacco (4)quentin tarantino daniella pick foto di bacco (3)

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…