altan

"UNA VOLTA C'ERA LA CLASSE SOCIALE OGGI OGNUNO E' SOLO, ANCHE SUL POSTO DI LAVORO” – LA VERSIONE DI CIPPUTI BY ALTAN: "SOLO UNA COSA OGGI TOGLIE IL SONNO: LA GUERRA - LA SINISTRA IN ITALIA HA REMORE CON CHI SCHIERARSI? PUTIN È UN DESPOTA E CON I DESPOTI NON SI DISCUTE, ANCHE SE POI, PURTROPPO, SI DEVE. LA PACE È UNA BELLA PAROLA, TUTTI LA VOGLIAMO. IL PROBLEMA SONO I DETTAGLI…"

Paolo Griseri per “la Stampa”

 

Cipputi in giuria.

altan

Per aggiudicare il premio a lui intitolato, che il 14 e il 15 luglio a Bologna sceglierà il miglior film dedicato ai temi del lavoro. Dal 2021 la rassegna, nata a Torino per iniziativa della Fiom e del suo animatore, Cosimo Torlo, si è trasferita in Emilia perché l'allora direttore del Torino Film Festival, Stefano Francia di Celle, non aveva più ritenuto di sostenerla.

 

Altan, trasloco forzato quello di Cipputi?

«A Bologna mi trovo benissimo. Ricordo che due anni fa mi chiamò questo direttore del festival di Torino e mi disse che i nostri costi non erano sostenibili».

 

Costavate molto?

«Bah, una notte di albergo. Credo che fosse una scusa.

Ho capito che non ci volevano più. E me ne sono andato. A Bologna ho trovato ospitalità nella manifestazione "Sotto le stelle del cinema" e sono molto soddisfatto».

 

altan cipputi

Parliamo di cose più serie: come sta Cipputi?

«Bisognerebbe chiederlo a lui».

 

Lei non lo incontra?

«Ogni tanto, quando passa».

 

Una volta lo vedeva più spesso?

«Una volta era al centro della società, tutti parlavano di lui».

 

E oggi?

«Beh diciamo che è un po' più defilato».

 

Diciamolo: oggi l'operaio Cipputi non conta una cippa Mi scusi il gioco di parole.

«Beh è davvero cambiato tutto. Anche lui ha modificato il suo modo di pensare. Una volta c'era la classe. Lui era la classe. Esprimeva il punto di vista di un soggetto collettivo».

 

Oggi?

altan

«Tutto si è frantumato. Ciascuno è solo, anche sul posto di lavoro. I Cipputi sono tantissimi e pensano cose diversissime. L'unità sindacale è andata in pezzi. Il mondo è cambiato intorno a lui, come potrebbe rimanere lo stesso?».

 

Cipputi ha nostalgia del tempo che fu?

«No, direi proprio di no. Cipputi non è un nostalgico».

 

Però la classe, essere al centro dell'attenzione, tutte cose che fanno piacere...

«Certo, ma Cipputi non è mai stato un nostalgico. Quando ha compiuto 10 anni è stato scritto che lui era il simbolo di coloro che fanno bene il loro lavoro, precisi, meticolosi».

 

Come l'ha incontrato?

«Non me lo ricordo molto bene. E' arrivato insieme a molti altri personaggi. E piano piano ha preso vita autonoma».

 

Che cosa ha detto nella prima vignetta?

«Non so se fosse la prima. In una delle prime un compagno di lavoro gli chiede: 'E il costo della vita?'. E lui risponde: 'Dipende, a venderla o a comprarla?"».

 

Tema di una certa attualità ancora oggi

«Vero, ma rispetto ad allora, tutto è diverso».

 

Cipputi le ha mai parlato della guerra?

altan

«La guerra è una schifezza, bisogna farla finire».

 

E chi non sarebbe d'accordo? Ma come?

«Questo è un grossissimo problema. Non ho la soluzione».

 

Che cosa pensa Cipputi? Che paghiamo di più il gas per difendere l'Ucraina?

«So che qualcuno la pensa così. Io non posso immaginare che si possano mettere sullo stesso piano le vite dei bambini ammazzati e la bolletta del gas. E credo che nemmeno Cipputi lo pensi».

 

Chi è oggi Cipputi? Dove vive, che cosa fa?

«Beh non è più al tornio. Ha una certa età, è in pensione.

 

Più facile trovarlo al bar». O alle feste dell'Unità?

«Eh, quante volte a quelle feste mi avvicinavano per dirmi: "Confessa, Cipputi sono io"».

 

Oggi, politicamente, con chi sta Cipputi?

LA VIA DIPLOMATICA - VIGNETTA DI ALTAN

«Oggi Cipputi è un fedele».

 

A chi?

«Ma al Pd».

 

In passato ha avuto degli sbandamenti?

«Beh, come tutti».

 

E' stato grillino?

«No, quello no assolutamente».

 

E perché mai? Non gli piace il campo largo?

«Abbiamo detto all'inizio che lui è un professionista, è uno meticoloso, preciso.

Non gli piacciono i dilettanti, non si metterebbe mai con loro».

 

E verso chi ha sbandato in questi anni? I leghisti?

«Non credo, ma bisognerebbe chiederlo a lui».

 

Beh, non restano molte possibilità. Marco Rizzo, quello del rinato partito comunista, che peraltro lo ha recentemente espulso?

«Nooo, non credo che si conoscano».

 

E Renzi? Sinistra riformista, l'ideale per un operaio specializzato...

altan

«No, Cipputi ha una certa età e una certa esperienza. E' troppo anziano per farsi incantare da Renzi».

 

I tecnici tipo Monti e Draghi?

«Beh, sono proprio di un'altra famiglia rispetto alla sua. Ma in caso di necessità un'alleanza con loro l'accetta. Diciamo che deve essere una necessità molto forte, ecco».

 

Beh, i personaggi politici sono finiti. Non resta che il Papa. Che cosa pensa Cipputi del Papa?

«Ah il Papa, questo Papa, gli piace molto. Molto, molto. Papa Francesco gli è particolarmente simpatico».

 

Però, però... sull'aborto è in testa alla battaglia contro le leggi che lo consentono...

«Beh, certo, è un Papa, che si pretende? Anche un Papa ha i suoi problemi. Ma rispetto agli altri questo fa cose diverse che a Cipputi piacciono».

ALTAN

 

Il pensionato Cipputi parla di calcio al bar? Ha una passione, tifa per qualche squadra?

«Ne abbiamo parlato poco in questi anni. Ma credo che sotto sotto lui una squadra ce l'abbia».

 

Dobbiamo tirare a indovinare? La Juve?

«No, assolutamente no, lo escluderei».

 

Eppure anche Gramsci tifava per la Juve...

«Eh, ma erano altri tempi. Poi sono successe una sacco di cose».

 

Allora per chi? Per il Bologna?

«Ecco, sì, potrebbe tifare per il Bologna».

 

Non attribuisca a Cipputi le passioni calcistiche che invece sono sue

«E' vero, confesso, mi ha scoperto, io tifo per il Bologna».

 

Come trascorrerà l'estate?

«Non lo so, non me lo ha detto e poi, mi scusi, questa intervista rischia di diventare troppo intima».

 

Bene, torniamo alla politica. E' in programma il decisivo incontro tra Conte e Draghi per capire se i 5 stelle rimangono e in che forma, nell'area di governo. Cipputi è preoccupato?

«Non mi pare proprio che sia preoccupato dall'esito di quell'incontro. In questi giorni diciamo che ha dormito benissimo».

ALTAN BERLUSCONI

 

Che cosa non lo fa dormire allora?

«Una cosa serissima, la guerra. Quella non lo fa dormire».

 

Una parte della sinistra in Italia sembra avere remore con chi schierarsi, perché pensa che Putin sia la prosecuzione dell'Unione Sovietica con altri mezzi

«E' una stupidaggine. Putin e l'Unione Sovietica sono due storie diverse. Putin è un despota. Con i despoti non si discute, anche se poi, purtroppo, si deve. Questa è la contraddizione che toglie il sonno a Cipputi. La pace è una bella parola, tutti la vogliamo. Il problema sono i dettagli».

 

Alla fine di questa intervista sarebbe utile avere da Cipputi una sintesi, un punto di vista politico che riassuma la sua storia «Provo a chiederglielo. Ecco, mi ha risposto. Ha detto così: "Da dove veniamo non lo so, su chi sono e dove andiamo non è chiaro"». Grazie, chiarissimo. Meglio di un discorso di Conte.

LA CRISI DEL MOVIMENTO 5 STELLE BY ALTANaltanarchivio altan 1999INCARICO ESPLORATIVO BY ALTANaltan 2015archivio altan 1979altan 2020altan italianialtan italianialtan italianialtan italianialtan italianialtan italianiALTAN ITALIAaltan italianifrancesco tullio altan vignetta altan 4vignetta altan vignetta altan 1vignetta altan 5francesco tullio altan 2vignetta altan 2vignetta altan 3altan

Ultimi Dagoreport

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTRA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...