carra sinatra

RAFFAELLA CARRÀ E IL NO ALLE NOZZE CON SINATRA –  "AVEVO 19 ANNI E NON ERO MAI STATA CON UN UOMO. LUI ERA SIMPATICO, MA ODIAVO LA VOLGARITÀ DEL SUO CLAN. DEI VERI TEPPISTI. NELL’ALBERGO DI CORTINA ACCENDEVANO FIAMMIFERI NELLE SCARPE DELLA GENTE. SINATRA LI LASCIAVA FARE” – IL RITRATTO DI GIANCARLO DOTTO: "AVEVA UNA SOLA PAURA BESTIALE, RAFFA. QUELLA DI SOFFRIRE. SPERIAMO NON ABBIA SOFFERTO TROPPO". “LEI È UNA CREDENTE”, SCHERZAVA BONCOMPAGNI. “FA I PROGRAMMI E CI CREDE”... - VIDEO

Giancarlo Dotto per corrieredellosport.it

 

raffaella carra e frank sinatra

Me la ricordo bene. Teneva questa targa sul tavolo del salotto di casa con la scritta propiziatoria: “Raffa, la favola continua”. Me la mostrava con l’orgoglio della donna di ferro che era, la Pelloni emiliana di nascita, sangue siciliano da parte di madre e romagnolo da parte di padre.

 

Erano gli anni in cui i dirigenti di quella Rai avevano disastrosamente deciso che la Carrà era ormai un’icona sbiadita. Buona per la soffitta o i revival estivi in mancanza di meglio. Ora che la favola più non continuerà, ora che Raffaella non farà più rumore e poi ancora rumore, ti accorgi che è troppo grande e troppo assordante per raccontarla.

 

sinatra e la carra

Troppo grande il vuoto che lascia, troppe le cose da ricordare, troppi i nomi, troppi i volti. Puoi cavartela arrangiando su da wikipedia e dalle tue memorie personali un ritratto onesto che le renda giustizia o spargendo a caso le ceneri del suo incantevole modo di essere stata per tanti anni una star dello spettacolo e, allo stesso tempo, una di noi. Oggetto d’incrollabile divismo e zero diva nella vita di tutti i giorni.

 

La Carrà e la Pelloni, la stessa persona. Quella che intervistava Kissinger o Madre Teresa in tailleur a scacchi arcobaleno, danzava scatenata con l’ombelico e le pietre Swarovski al vento e la sera, a casa, blindata con i suoi amici. Dov’eri ammesso solo avendo superato un certo numero di test, incluso quello di saper giocare a scopone scientifico e a tressette.

raffaella carra e frank sinatra

 

Donna senza figli, ma grande madre con una capacità di adozione sterminata. Le ceneri del suo corpo raccolte per gli intimi in qualche urna, gli amici, gli adorati nipoti, le ceneri del suo mito a disposizione di chiunque abbia la sua Carrà nella testa, trasfigurata in tutte le direzioni possibili, Madonna aureolata o amica della porta accanto. «È andata in un mondo migliore...» ha detto con tutto l’amore di cui è capace il compagno storico, Sergio Japino. Chi lo sa se è vero, se esista o no questo mondo migliore. Ci avrebbe riso su con tutto il cinismo di cui è capace Gianni Boncompagni, l’altro uomo della vita di Raffaella, che se n’è andato quattro anni prima di lei, certo senza nessuna pretesa d’incontrare mondi migliori.

 

frank sinatra con raffaella carra

Sappiamo, invece, di tanti cuori affranti e reazioni incredule. Ci sono morti più eclatanti delle altre. La morte di chi sembra galleggiare intatto, sempre uguale a se stesso, nella macina del tempo. Leggende non deperibili. Raffaella Carrà era una di loro. Virna Lisi era una di loro. Carla Fracci era uno di loro. «Lei è una credente», ci scherzava su Boncompagni. «Fa i programmi e ci crede» aggiungeva, fingendosi scandalizzato e un po’ lo era davvero. Come tanti della sua terra, Raffaella era una donna laica e credente. Credeva a quello che faceva. E credeva nella preghiera, quando si trattava di pregare per le persone care.

 

L’ho incontrata, l’ultima volta, nella sua casa romana, lo stesso residence di Boncompagni e Japino a Vigna Clara. Era sempre un belvedere Raffaella. Completo jeans, la gamba sconfinata e snella, la zazzera iconica al platino di Cele Vergottini, le rughe portate come un trofeo. “Pronto Raffaella”, il primo, grande sfogatoio nazionale, quando gli italiani in massa intasavano le linee della Rai per indovinare quanti fagioli nel vaso e raccontare alla fata bionda i loro patemi. Raffaella unica. L’ ultima grande soubrette. Nulla era negato al suo grande talento. Ballare, cantare, recitare, intrattenere. G

 

frank sinatra raffaella carra

ià famosa nella fascinazione maliarda del bianco e nero. Quando la televisione dei miti intangibili era un virus affabile che ti entrava nel sangue, ti penetrava le ossa con le sue insegne mitiche, i Walter Chiari, gli Alberto Lupo, i Corrado e i Mike Buongiorno, quando Raffaella si esibiva in coppia con Mina, senza sfigurare, o trascinava Alberto Sordi in una versione ombelico al vento del “Tuca tuca” in una Canzonissima del ‘71. Fino a diventare la regina assoluta del colore e della tivù della porta accanto, dell’intrattenimento familiare. La star di Carramba! Che sorpresa, sei stagioni, punte di quaranta per cento di share.

 

boncompagni e la carra

Inutile cercare faccioni celebri alle sue pareti di casa. A parte re Juan Carlos, “El hombre que sabe reinar”, trovavi solo bambini esotici. I nove figli adottati a distanza. Raffaella non stava nella pelle quando parlava di loro. Erano i tempi di Amore, la trasmissione delle adozioni a distanza in cui Raffaella ha creduto più che in ogni altra. Dovendo scegliere tra mille? I suoi duetti con Roberto Benigni nella versione furetto provolone e quelli con Diego Armando Maradona, che aveva un debole per lei. Ebbe un debole per lei anche Frank Sinatra. Che le propose di sposarla, dopo averla assediata con tutti i pezzi forti del suo repertorio galante. «Ma io avevo 19 anni e non ero mai stata con un uomo. Lui era simpatico, ma odiavo la volgarità del suo clan. Dei veri teppisti. Nell’albergo di Cortina accendevano fiammiferi nelle scarpe della gente. Sinatra li lasciava fare».

 

La Spagna fu la sua seconda patria e ora la piange. Re Juan in persona le consegnò la massima onorificenza dello spettacolo. “El Lazo de Dama”. Aveva una sola paura bestiale, Raffaella. Quella di soffrire. Speriamo non abbia sofferto troppo.

raffaella carra' foto archivio riccardi 16raffaella carra' foto archivio riccardi 9raffaella carra' foto archivio riccardi 17raffaella carra e gianni boncompagnibarbara boncompagni col padre gianni e raffaella carrabarbara boncompagni 1raffaella carraraffaella carra little tonybarbara boncompagni 2Raffaella Carra e Frank Sinatra - Foto Farabola

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...