tinny andreatta letta draghi

RAI, ABBIAMO (PIÙ DI) UN PROBLEMA! CONTI IN ROSSO (QUASI 90 MLN DI BUCO) E ASCOLTI IN CALO – COME DG SALGONO LE QUOTAZIONI DI TINNY ANDREATTA, FIGLIA DI BENIAMINO, MAESTRO POLITICO DI ENRICO LETTA - LA BATTAGLIA SUL TG1: SALVINI CHIEDE LA TESTA DI CARBONI (IN QUOTA M5S). IN PISTA ANCHE LILLI-BOTOX E DI BELLA. ORFEO O MAGGIONI AL POSTO DI COLETTA A RAI1. CHE CI FACEVA QUALCHE GIORNO FA LA LETTIANA SERENA BORTONE AL NAZARENO?

Ilario Lombardo Michela Tamburrino per "la Stampa"

 

draghi letta

Sembra che Mario Draghi dopo aver chiesto e ottenuto un quadro sulla situazione in Rai sia trasecolato. Per lo stato in cui versano i conti e la struttura elefantiaca infarcita di nomine. Sul dossier sono al lavoro Roberto Garofoli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Funiciello, capo di gabinetto del premier, Alessandro Rivera, direttore generale del Tesoro e uomo di fiducia di Daniele Franco, e Giancarlo Giorgetti dal Mise.

 

foa salini

Ci sarebbe stata una riunione preliminare per inquadrare problemi e tempistiche. Fortunatamente per il governo, tutto scadrà entro l'estate: consiglio di amministrazione, amministratore delegato e presidente. Poi, a cascata direttori di rete e di Tg. E sul Tg1, tra i partiti, si combatte già una battaglia di nervi e di veti. I conti Primo problema: i conti. La situazione in Rai è drammatica e l'eterna lottizzazione si è radicalizzata. L'ad Fabrizio Salini a fine aprile consegnerà il bilancio che necessita dell'ok degli azionisti, in primis del Tesoro. Sul tavolo c'è un buco da 50 milioni, a cui si aggiungeranno altri 30-40 milioni di mancati incassi per i canoni speciali (da alberghi e palestre, chiusi col lockdown).

 

giancarlo giorgetti

Ma l'era Salini sta per terminare con un altro nulla di fatto: il piano industriale. Mai partito, nonostante i tre anni di incarico e costose consulenze. Si sono invece moltiplicate le direzioni e i relativi staff: per i nuovi format, i documentari, l'ufficio studi, il canale istituzionale, quello inglese. I costi sono lievitati, e in alcuni casi senza un minuto di trasmissione. Sul lato degli ascolti le cose non sono andate meglio.

 

Nonostante la platea degli spettatori sia aumentata, per la pandemia che ha costretto gli italiani in casa, lo share è calato di un punto. E Netflix, Amazon e le nuove piattaforme continuano a succhiare ascolti. Persino una soap turca di Canale5, DayDreamer, ha avuto a inizio marzo più contatti su Mediaset play di quelli di Sanremo su RaiPlay: il portale, altra grande scommessa di Salini, ideata dalle gestioni precedenti, non sta dando i frutti sperati. Non contribuisce a migliorare l'immagine dell'azienda il continuo cambio di direttori. In tre anni, un giro sostituzioni record. Per esempio, Silvia Calandrelli ex Rai3, tolta a favore di Franco Di Mare. Giuseppina Paterniti al Tg3 messa e poi rimossa per Mario Orfeo. A Rai2 Carlo Freccero e poi Ludovico Di Meo.

del brocco

 

A Rai1 Teresa De Santis e Stefano Coletta. Vertici "tecnici" Ora quello che si attende la politica è che il premier si regoli come fece Mario Monti, che diede la direzione generale a un uomo capace nei conti come Luigi Gubitosi e la presidenza ad Anna Maria Tarantola. Lo schema potrebbe essere replicato dando anche maggiore attenzione ai temi cari a questo governo, come transizione digitale ed ecologica, e il sociale. Sui nomi non ci sono certezze. Durante l'incontro di Gubitosi, attuale numero uno di Tim, e il ministro Giorgetti, per discutere di rete unica, i due hanno parlato anche di Rai.

 

tinny andreatta foto di bacco

L'ex dg avrebbe sponsorizzato la candidatura di Paolo Del Brocco, da sempre considerato vicino a Pd e Italia Viva, ma apprezzato anche dalla Lega. Sempre grazie ai buoni uffici di Gubitosi ha preso a circolare anche il nome di Carlo Nardello (Tim), un passato alla direzione di RaiCom.

 

Col cambio al vertice del Pd, diventano meno appetibili le scelte care a Nicola Zingaretti come Andrea Scrosati (Freemantle), e Fabio Vaccarono, già a Google. Resta in corsa Alberto Matassino, direttore con delega corporate, ma si rafforzano soprattutto le quotazioni di Eleonora Andreatta, detta Tinny, figlia di Beniamino , maestro politico di Enrico Letta. È la donna di cui tutti parlano, anche perché è nel cuore del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che la considera un'assicurazione di equilibrio per tutti. Andreatta ha portato Rai Fiction a l successo e aperto alle coproduzioni internazionali. Ora è passata a Netflix, e questo non è un problema da poco, visto che guadagna molto più dei 240 mila euro contingentati della Rai.

carlo nardello andrea vianello luigi gubitosi foto di bacco

 

In quota Letta è considerata anche Serena Bortone, che conduce il fortunato "Oggi è un altro giorno". Tre giorni fa è stata vista al Nazareno, e non è escluso che per lei possano aprirsi nuovi orizzonti. Tg e reti I partiti di maggioranza sono troppi per i posti a disposizione. Ma mentre vivono con parziale rassegnazione le future scelte su ad e presidenza, puntano a governare almeno le reti e i tg. Qui un discorso a parte va fatto su M5S e Lega. I due ex alleati, che ai tempi del governo gialloverde si spartirono il potere a Viale Mazzini, si muovono da posizioni differenti. I grillini sono più deboli di un tempo e devono accontentarsi di aver portato Claudia Mazzola alla direzione dell'Ufficio Studi, bersaglio delle critiche di Pd e di Michele Anzaldi, Iv, per l'accumulo di incarichi (è presidente dell'Auditorium di Roma).

serena bortone

 

Non avendo più possibilità di indicare l'ad, come fu con Salini, i 5 Stelle stanno cercando di blindare il Tg1, dove alla guida c'è Giuseppe Carboni, e la terza rete, dove è arrivato Di Mare (indebolito dallo scontro con Bianca Berlinguer sul caso Mauro Corona). Carboni ha fatto crescere gli ascolti di due 2 punti e mezzo ma non è amato e contro di lui si è scatenata l'offensiva della Lega. Salvini chiede la sua testa, perché, sostiene, «non si può usare un telegiornale come un'arma politica per colpire solo un partito».

 

tinny andreatta premiata foto di bacco

Al suo posto è però difficile che i leghisti - i più attivi sul fronte Rai - troveranno un fedelissimo. Molto più probabile anche qui una figura di garanzia capace di traghettare l'informazione politica nei delicatissimi mesi che andranno dalle elezioni nelle grandi città alla partita del Quirinale. Tra i nomi più accreditati ci sono Lilli Gruber e Antonio Di Bella, apprezzato trasversalmente. In caso non dovesse farcela per lui si potrebbero aprire le porte del Tg3, con Mario Orfeo pronto a prendere il posto di Coletta a Rai1. Sempre che non la spunti Monica Maggioni. Data anche come possibile direttrice del Tg1, ieri ha ricevuto da Salini la nomina a capo struttura del suo stesso programma "Sette storie", per tanti una premessa per il salto al vertice della rete.

MARIO ORFEO MONICA MAGGIONIANTONIO DI BELLAGIUSEPPE CARBONIlilli grubermatteo salvini 3

ENRICO LETTA MARIO DRAGHIil ministro del tesoro daniele francoeleonora tinny andreatta

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?