roberto d'antonio

ROBERTINO SETTEBELLEZZE - DAL TAGLIO DEL CODINO DI FIORELLO A FANNY ARDANT, DA RENATO ZERO A ROSSANA ROSSANDA, DALLA BOSCHI AI BOCCOLI DELLA MADIA: ROBERTO D'ANTONIO LI HA PRESI TUTTI PER I CAPELLI - ''LA REPUTAZIONE È L’ASSET PRINCIPALE, IL PASSAPAROLA FA IL RESTO. IL MIO BIGLIETTO DA VISITA È LO STESSO DA 35 ANNI, NON RIPORTA NEPPURE LA PAROLA ‘PARRUCCHIERE’ - ''SONO OMOSESSUALE DALLA NASCITA''

Annalisa Chirico per ''Panorama''

 

ROBERTO D ANTONIO

Arredo minimal, zero fronzoli, i parrucchieri scivolano da un angolo all’altro dell’ampio salone, armati di phon e spazzole per capelli. Sul tavolino, all’ingresso, brilla il cesto di mandarini e ciliegie, sul bancone insiste la pila di libri consigliati dal padrone di casa. Lui è il coiffeur romano che ha fatto del proprio nome un marchio di qualità richiestissimo a Cannes e a Venezia, il tutto senza spendere un soldo in pubblicità. Un curioso caso di marketing, quello firmato Roberto d’Antonio.

 

Come si diventa il parrucchiere delle dive senza investire in annunci e campagne pubblicitarie?

La reputazione è l’asset principale, il passaparola fa il resto.  Non ho mai cercato successo e fama. Il mio biglietto da visita è lo stesso da trentacinque anni, non riporta neppure la parola ‘parrucchiere’. Quando avviai il primo negozio, non acquistai nessuno spazio sulle pagine gialle perché costava troppo. Il mio basso profilo è per alcuni una forma di snobismo, invece io sono fatto così. Se vuoi, è la mia fragilità.

 

 

Valeria Golino, Alba Rowvacher e Roberto D'Antonio

In che senso?

Sono un insicuro di carattere. Ancora oggi, alla soglia dei sessant’anni, ogni volta che affronto un cliente, per me è come se fossi al primo giorno di apprendistato. Mi sento perennemente sotto esame.

 

È vero che da bambino aiutavi tuo padre nella barberia di Nepi?

In famiglia eravamo quattro figli, ognuno doveva darsi da fare. Non ho mai amato le barbe maschili, mi divertivo invece nel negozio di mamma dove potevo esercitarmi sulle chiome delle bambole, la mia vera passione. Tagliavo e riattaccavo le ciocche con il nastro adesivo anticipando la tecnica delle extension in voga oggi. Quando mi beccavano, erano sculacciate e rimproveri.

 

Roberto D'Antonio e claudia.gerini

 

A quattordici anni hai preso armi e bagagli e sei partito, da solo, per Santa Severa.

Non mi sono mai sentito figlio, forse questo non patisco la perdita dei genitori. Già allora avvertivo l’esigenza di cercare la mia strada, detestavo l’idea di essere mantenuto e volevo piuttosto aiutare la famiglia, come poi ho fatto. All’epoca quel lembo del litorale laziale era gettonatissimo, in pochi giorni trovai impiego presso un parrucchiere: di giorno lavoravo, di notte dormivo in negozio. La signora Franca Ciampi m’ingaggiò: al mattino inforcavo la bicicletta e arrivavo sotto casa dell’allora governatore della Banca d’Italia. Alle guardie del corpo che mi domandavano: lei è il barbiere?, rispondevo: sono il parrucchiere di donna Franca. Quando nel 1998 mia madre è scomparsa, l’allora moglie del capo dello Stato è venuta in negozio per farmi le condoglianze di persona.

roberto d antonio guillermo mariotto (2)

 

Si deve a te l’amputazione del codino di Rosario Fiorello.

C’è un tempo per ogni cosa, adesso lui sta bene così, con quel sale e pepe che fa tendenza. Io non ho una predilezione per il lungo o il corto, il biondo o il moro: ogni persona è un tipo, e deve somigliare anzitutto a se stesso. Ho accorciato i capelli di Mara Carfagna che ha guadagnato in autorevolezza. A Marianna Madia non li taglierei perché la chioma lunga le dona naturalezza.

 

 

 

La prima volta che la giornalista Carla Mosca ti presentò Rossana Rossanda tu ignoravi chi fosse.

Quando la conobbi, lei mi chiese di apparire più frivola. Le risposi: sappia che non la cambierò mai. Ci siamo dati del lei fino alla fine. Adoravo quella donna minuta che diceva cose grandi con una tonalità moderna. Non si è mai arenata dietro un simbolo.

 

Lapo e Roberto D'Antonio

Ferilli, Benigni, Renato Zero, Sorrentino, Ferrari, Gerini, Golino, Lilli Gruber, Michele Santoro, Venier, Bruni Tedeschi…la tua lista di clienti è sterminata.  Una tribù di ‘dantoniani’ che non si limita a farsi acconciare: ti invita alle prime, alle presentazioni dei libri, alle cene domestiche, ai compleanni dei figli…

Io sono un imprenditore che lavora e usa rispetto verso ogni persona. Lo dico sempre ai collaboratori più giovani: la poltrona del cliente è un divisorio che impone educazione.

 

Forse il tuo non sbracciarti troppo attrae gli amici e anestetizza le cattiverie.

Sono un gatto melanconico che vive bene nel proprio ambiente, non altrove.

 

Chiara Mastroianni e Roberto D'Antonio

Ai tempi del tuo negozio in piazza di Pietra, le donne impellicciate sostavano per ore sui gradini antistanti.

 

Lavoravamo in uno spazio angusto di settanta metri quadri, con due soli lavaggi. Ricordo una giovanissima Giuliana De Sio che voleva tagliare una chioma indomabile, impiegai cinque ore per accontentarla. Una sera del novembre 1987, all’imbrunire, entrò in salone una donna con un paio di vistosi occhialoni scuri. Quando li tolse, mi ritrovai di fronte Dalila Di Lazzaro: rimasi letteralmente folgorato da cotanta bellezza in un corpo solo. 

Roberto D\'Antonio Pierluigi Diaco - Copyright Pizzi

 

Mai attratto da una donna?

Sono omosessuale dalla nascita.

 

Pure single, si direbbe.

jane birkin gainsbourg

Nessuna convivenza, dalle otto fino alle venti di sera convivo con i miei collaboratori. Non so nuotare né sciare né giocare a carte. Dopo il lavoro, mi rifugio nel mio appartamento, invito a cena un amico, leggo un libro oppure vado al cinema, anche due volte a settimana.

 

E i figli?

Non si può avere tutto, la genitorialità mossa dall’egoismo non mi convince. Ci vuole tanto amore.

 

C’è una donna che manca al tuo medagliere?

Da Fanny Ardant a Jane Birkin: quelle che desideravo le ho pettinate tutte. Una volta dissi di no a Claudia Schiffer perché al festival di Venezia ho dato sempre la precedenza alle artiste italiane.

franca ciampi

 

Fumavi cinquanta sigarette al giorno, oggi zero. In due anni hai perso cento chili.

Ho smesso con gli eccessi del passato e ho subito un intervento di riduzione dello stomaco. Mangio sano e mi alleno quotidianamente per cinquanta minuti.

 

Quando verrà il momento di appendere le forbici al chiodo?

Decide dio. Fosse per me, lavorerei fino all’ultimo istante. È la mia vita.

IL TAGLIATORE DI TESTE ROBERTO DANTONIO ROBERTO DANTONIO WAYNE MASER Roberto Dantonio ROBERTO DANTONIO WAYNE MASER

FIORELLO KARAOKE CON CAMILA RAZNOVICH

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)

beppe grillo marco travaglio giuseppe conte elly schlein eugenio giani

DAGOREPORT: IL CONTE TRAVAGLIATO - DI BOTTO, SIAMO RITORNATI AI TEMPI DI BEPPE GRILLO: SULL’OK ALLA CANDIDATURA IN TOSCANA DEL DEM EUGENIO GIANI, CONTE NON TROVA IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA E RICICCIA IL ''REFERENDUM'' ONLINE TRA GLI ISCRITTI, L’UNO VALE UNO, LA “BASE” DA ASCOLTARE - MA L'EX "AVVOCATO DEL POPOLO" NON DOVEVA ESSERE IL LEADER CHE I 5STELLE NON HANNO MAI AVUTO, QUELLO CHE SI IMPONE E TRACCIA LA VIA AL SUO PARTITO? - DATO CHE GIANI, PER VINCERE, PUO' FARE A MENO DEI VOTI 5STELLE, NEL PD S'INCAZZANO CON LA SUBALTERNITÀ A CONTE DI ELLY SCHLEIN CHE HA ACCETTATO E PROMOSSO LA CANDIDATURA DEL 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA: "QUESTI INGRATI È MEGLIO LASCIARLI CHE PRENDERLI" - MA TRA ELLY E PEPPINIELLO, C’È DI MEZZO LA COLONNA DI PIOMBO DI MARCO TRAVAGLIO, CHE DETTA OGNI MATTINA I DIECI COMANDAMENTI DELL'IDEOLOGIA M5S, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" PD-M5S SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL''ARMATA BRANCA-MELONI...

netflix disney plus streaming

DAGOREPORT - “TOPOLINO” HA FAME - DISNEY SCUCE 3 MILIARDI DI DOLLARI PER COMPRARSI LE ATTIVITÀ MEDIA DELLA NFL, LA LEGA DEL FOOTBALL AMERICANO. QUALE SARÀ IL PROSSIMO PASSO? UN CONSOLIDAMENTO NELLO STREAMING È INEVITABILE (IL MERCATO È SATURO DI SERVIZI E CONTENUTI) E C’È CHI SI SPINGE A UN’ACQUISIZIONE DI PESO, COME NETFLIX - LA PIATTAFORMA CAPITALIZZA IL DOPPIO MA FATTURA UN TERZO DELLA DISNEY  – RUMORS ANCHE SU UN INTERESSE DI AMAZON PER SPOTIFY: LÌ I SOLDI NON SAREBBERO UN PROBLEMA (IL SERVIZIO DI E-COMMERCE DI BEZOS CAPITALIZZA 2MILA MILIARDI CONTRO I 130 DELLO STREAMING MUSICALE)...

matteo piantedosi giorgia meloni carlo nordio giusi bartolozzi alfredo mantovano almasri

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI RISCHIA DI BRUTTO SUL CASO ALMASRI: PRENDERSI LA RESPONSABILITÀ DELLA SCARCERAZIONE E DEL RIMPATRIO (CON VOLO DI STATO) DEL TORTURATORE LIBICO EQUIVALE A UNA PUBBLICA SCONFESSIONE DEI MINISTRI NORDIO E PIANTEDOSI, CHE IN AULA HANNO MINIMIZZATO CON BUGIE LA QUESTIONE ATTACCANDO I GIUDICI – IL TRIBUNALE DEI MINISTRI, SCAGIONANDO LA STATISTA DELLA GARBATELLA E RINVIANDO A GIUDIZIO I DUE MINISTRI E IL SOTTOSEGRETARIO ADDETTO AI SERVIZI SEGRETI, HA APERTO UNA BOTOLA DOVE, DALL'ALTO DEL SUO DILENTATTISMO, MELONI È CLAMOROSAMENTE CADUTA - LO "SCUDO" PER SALVARE GIUSI BARTOLOZZI NON ESISTE: NON ESSENDO STATA RINVIATA A GIUDIZIO, IL GOVERNO NON PUÒ  ESTENDERE "IL CONCORSO" NEL REATO COL MINISTRO NORDIO. COSI', IL PARLAMENTO PUO' NEGARE L'AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE CONTRO PIANTEDOSI, NORDIO E MANTOVANO, MA LA PROCURA DI ROMA NON AVRÀ ALCUNO OSTACOLO A RINVIARE A GIUDIZIO LA BARTOLOZZI, CON CONSEGUENTI ''RICADUTE POLITICHE'' SU MELONI - PERCHE' NON HANNO MESSO IL SEGRETO DI STATO...

donald trump volodymyr zelensky steve witkoff vladimir putin

DAGOREPORT - È FINALMENTE LA VOLTA BUONA PER LA PACE TRA RUSSIA E UCRAINA? – L’INVIATO SPECIALE DI TRUMP A MOSCA, STEVE WITKOFF, DOPO TRE ORE DI FACCIA A FACCIA, HA CONVINTO PUTIN A INCONTRARE IL TYCOON, CONSIGLIANDOGLI DI PRESENTARSI CON UN “REGALINO” DI BUONA VOLONTA': COME LA FINE DEGLI ATTACCHI DI DRONI E AEREI – IL FACCIA A FACCIA, CHE SI TERRÀ DOPO FERRAGOSTO NELLA TURCHIA DI ERDOGAN, HA OTTENUTO IL VIA LIBERA DA ZELENSKY, MERZ, STARMER E RUTTE (NON COINVOLTI IL GALLETTO MACRON E LA "PONTIERA SENZA PONTE'' MELONI) - MA PER FARLA FINITA, PUTIN DEVE PORTARE A MOSCA IL BOTTINO DEL VINCITORE: NON VUOLE E NON PUO' PERDERE LA FACCIA DOPO TRE ANNI DI GUERRA - TRUMP HA RASSICURATO ZELENSKY CHE L'UCRAINA NON VERRA' UMILIATA DALLA RUSSIA - IN VISTA DEL VOTO DI MID-TERM 2026, PER IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA LA PACE VALE COME UN GOL IN ROVESCIATA...