sergio leone tarantino

C’ERA UNA VOLTA SERGIO LEONE - TARANTINO SPIEGA PERCHE’ IL REGISTA GLI HA CAMBIATO LA VITA. VOLEVA FARE L’ATTORE. POI VIDE ‘C'ERA UNA VOLTA IL WEST’: “NE SONO STATO FOLGORATO, HO PENSATO: ‘ECCO COME SI FA’. LEONE INDICA LA STRADA AL CINEMA MODERNO. INNANZITUTTO C'È LO STILE FUMETTISTICO. E POI LE SCENE D'AZIONE CONTRADDISTINTE DA UN'ECCITAZIONE CHE VERRÀ SVILUPPATA IN FILM COME ‘TERMINATOR’” - DA DOMANI LA GRANDE MOSTRA A ROMA – VIDEO

Testo di Quentin Tarantino pubblicato da “la Repubblica”

*Testo raccolto nel 2018 da Christopher Frayling nel cinema privato della casa di Los Angeles del regista, contenuto nel catalogo La rivoluzione Sergio Leone , ed. Cineteca di Bologna, a cura di Frayling e del direttore della Cineteca Gian Luca Farinelli)

sergio leone c'era una volta il west

 

Quando uscirono i miei primi due film, in cui mi feci conoscere come regista, mi fu spesso chiesto quali fossero i miei registi preferiti. Io citavo sempre Sergio Leone, ma non lo mettevo mai tra i primi tre. Dicevo Howard Hawks per Rio Bravo (1959), Martin Scorsese per Taxi Driver (1976) e Brian De Palma per Blow Out (1981). Quei tre titoli erano entrati a far parte della mia mitologia, o quasi. All' epoca mi dicevano qualcosa di speciale.

 

Poi, una decina di anni dopo, più o meno agli inizi degli anni Duemila, ho cominciato a pensarci su e mi sono detto: "questi non sono veramente i miei tre film preferiti in assoluto". In realtà il mio regista preferito è Sergio Leone. Non c' è un altro regista da cui abbia preso così tanto.

mostra c'era una volta sergio leone

 

Il film che mi ha spinto verso la regia, il film che mi ha mostrato come un regista fa quel che fa, come un regista può assumere il controllo di un film per mezzo della macchina da presa, è C' era una volta il West . Mi spiego. All' epoca in cui stavo rivedendo la mia scelta di fare l' attore e meditavo di passare alla regia - perché non volevo più limitarmi ad apparire nei film, volevo che i film fossero miei - diedero alla tv C' era una volta il West, molto prima che cominciasse a circolare nei cinema d' essai, e mi misi a riguardarlo.

 

Quel film è una specie di scuola di cinema, se si presta attenzione a quello che fa il regista. Non appena si inizia a guardare C' era una volta il West dal punto di vista di un regista, ci si accorge che la regia è visibile in ogni scena. Si vede come i personaggi entrano ed escono dall' inquadratura e come la macchina da presa fa questo e quello.

 

sergio leone

Il modo in cui Charles Bronson entra in campo in primo piano da sinistra, poi qualcun altro entra in campo da destra. È la perfetta illustrazione di quel che un regista può fare con lo strumento che ha a disposizione. Non insegna come si fa un film, ma come si fa un film di Sergio Leone, come lasciare un segno nel cinema. Come rendere inconfondibile la propria opera. Se si riflette sul ruolo del regista in quanto star o in quanto artista, lì c' è letteralmente tutto. E io ne sono stato folgorato, ho pensato: "ecco come si fa", "ecco come fa".

 

Insomma, più o meno nel periodo in cui sceglievo di fare il regista è arrivato quel film e ha finito, diciamo, per creare nella mia mente un' estetica. Per circa dodici anni C' era una volta il West non è mai stato proiettato nelle sale: passava solo alla televisione e non si sapeva mai in quale versione lo avrebbero trasmesso. Era diventato una specie di gioco di società: che versione vedremo? Vedremo Bronson che fa quella cosa con la giacca quando viene colpito al braccio? Si vedrà la morte di Cheyenne? L' avranno tagliata? Cose così.

 

Quando ho cominciato a considerare il mestiere di regista avevo sotto gli occhi quel film in particolare, che è così diretto da permetterti di studiare il modo in cui funziona l' inquadratura, in cui un attore entra ed esce di scena, il contrasto tra primo piano e sfondo.

sergio leone tarantino

 

Leone questa cosa la fa dall' inizio alla fine del film. Il suo è uno stile esplicito, sfacciato. Non devi sapere troppe cose sul cinema per entrare in sintonia. Lo vedi.

 

(...) Quando parliamo dei registi degli anni Sessanta che sono stati più significativi non tanto per i registi degli anni Settanta e Ottanta, ma per i registi degli anni Novanta e Duemila, io sono convinto che Leone indichi la strada al cinema moderno, alla maniera di fare cinema dagli anni Novanta in poi. Innanzitutto c' è lo stile fumettistico, di cui Leone era consapevole e Corbucci anche, e in entrambi le scene d' azione sono contraddistinte da un' eccitazione che verrà sviluppata in seguito, per esempio, in film come Terminator.

sergio leone

 

C' è qualcosa di effervescente nelle loro scene d' azione. Elvis Mitchell (il critico, studioso e conduttore radiofonico che ha presentato la lettura dal vivo della prima stesura di The Hateful Eight nell' aprile 2014, ndr ] tiene un corso sul cinema durante il quale è solito mostrare ai suoi giovani studenti questo o quel film, un film degli anni Cinquanta, un film degli anni Sessanta, un film degli anni Quaranta. Ma è quando mostra loro un Sergio Leone che, se non l' hanno mai visto, reagiscono. È a quel punto che iniziano a riconoscere gli elementi.

 

tarantino

È a quel punto che smettono di pensare "sto vedendo un vecchio film". (...) Apprezzano il surrealismo, la follia, la musica, gli stacchi sottolineati dalla musica, tutto questo lo riconoscono. È il vero inizio dell' evoluzione del modo di fare cinema maturata intorno agli anni Novanta. Leone non si supera, da Leone si parte.

sergio leonesergio leone e claudia cardinalesergio leone con la moglie carla e le figlie raffaella e francescatarantinoSERGIO LEONEsergio leoneSERGIO LEONEsergio leone 2CARLO VERDONE MARIO BREGA SERGIO LEONEsergio leone 3sergio leone

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?