peppe vessicchio

SAPETE PERCHÉ VESSICCHIO SI VEDE SEMPRE DI MENO A SANREMO? IERI PUBBLICO IN DELIRIO APPENA LE VIBRAZIONI LO ''HANNO USCITO'', MA NON C'È NESSUN COMPLOTTO: ''OGGI IL RUOLO DEL DIRETTORE D'ORCHESTRA È MOLTO CAMBIATO. DICIAMOLO CHIARAMENTE, È UNA FIGURA DI IMPORTANZA RELATIVA, I MUSICISTI HANNO LE CUFFIE CHE EMETTONO DEI SEGNALI DI SINCRONISMO, UN METRONOMO: POSSONO FARE BENISSIMO DA SOLI. QUELLA DEL DIRETTORE È UNA VETRINA PER I PRODUTTORI. IO DA TEMPO NON PARTECIPO PIÙ ALLA PRODUZIONE QUINDI…''

 

Marco Mensurati per ''la Repubblica''

 

PEPPE VESSICCHIO

E alla fine l'hanno uscito.  Al termine di una pluriennale campagna social - con l'hashtag spontaneo #escilo che ha spesso oscurato quelli alimentati dalle varie "bestie aziendali" - il maestro Peppe Vessicchio è tornato al Festival. Nella prima serata impugna di nuovo la bacchetta per dirigere l'orchestra durante l'esibizione delle Vibrazioni. Oggi però ha un po' di influenza, quindi è stato costretto a restare chiuso nel suo albergo di Bordighera, l'Hotel Parigi. "Vengo sempre qui, ormai sono affezionato. È pieno di vecchietti che la mattina quando entro nella sala colazioni mi fanno l'applauso", sorride.

 

Maestro, come se la spiega questa sua strana popolarità?

"Sinceramente è una cosa che stupisce anche me. Per quanto riguarda la rete credo che il segreto sia la mia assenza. Non ci sono. E questo mi rende neanche vagamente concorrenziale. La totale esclusione permette a tutti di volermi bene. Non partecipando non disturbo".

 

 Sulla sua assenza sono circolate tante voci. Dicevano che era stato fatto fuori.

vessicchio

"Macché, non è stata una forma di esclusione voluta. È stata una cosa naturale. Oggi il ruolo del direttore d'orchestra è molto cambiato. Diciamolo chiaramente, è una figura di importanza relativa, i musicisti hanno tutti le cuffie alle orecchie che emettono dei segnali di sincronismo, un metronomo: l'orchestra potrebbe fare benissimo da sola. Quella del direttore è una vetrina per coloro che hanno prodotto il brano. Che però spesso, senza i segnali di sincronismo, non saprebbero dirigere nemmeno due battute. Io da tempo non partecipavo più ai processi di produzione quindi per me non aveva più molto senso".

 

E allora perché è tornato?

vessicchio

"Non è stato semplice. Dopo aver ricevuto tanto affetto da parte della gente, avevo una sorta di "scrupolo del ritorno", mi chiedevo: a fare che? e in quale veste? Tornare tanto per tornare, no. Avevo bisogno di un motivo plausibile... Che è arrivato quest'autunno, quando Francesco Sarcina delle Vibrazioni mi ha chiamato: 'Perché non facciamo un tour insieme, con un'orchestra di giovani?'. Io avevo da tempo in mente di fare qualcosa del genere. Nel nostro paese le orchestre le chiudono e invece penso che ci sia bisogno di sognare esattamente al contrario. Mi sono detto, perché no? Facciamolo. E abbiamo cominciato a fare selezioni in tutt'Italia. Poi è saltata fuori l'idea di Sanremo che era la vetrina giusta per parlare di questo progetto, dell'intera filiera".

 

Ed è tornato.

"Sì, è il 25esimo anno, le nozze d'argento. Sono molto felice".

 

Cosa pensa delle polemiche nate intorno ai testi di Junior Cally?

Beppe Vessicchio

"Che tutte le epoche hanno vissuto cose del genere, pensate alla letteratura americana Anni 60-70, e più in generale che si tratti di una forma di espressione artistica del disagio. Più che di quei testi, dovremmo preoccuparci di coloro che ne hanno bisogno. Da padre o da nonno, io farei volentieri da filtro - senza censura - e cercherei di spiegare ai miei figli o nipoti il fenomeno che stanno ascoltando sperando che questi possano farne un buon uso".

 

Delle altre canzoni ha sentito qualcosa?

pippo baudo peppe vessicchio

"Durante le prove. Non tutto. È un festival di grande varietà, sia per quello che vedi che per quello che senti, sia per i generi sia per i temi che vengono trattati. Tutto molto adatto ad un settantesimo. Sono particolarmente contento per Rita Pavone, è in una forma straordinaria, saltava come un grillo. Poi ho ascoltato Achille Lauro, che l'anno scorso era stato uno di quelli presi di mira dai media. Devo dire che il brano segnala una sua evoluzione, è come se una volta ricevuto il consenso si sia accorto di non dover necessariamente ricorrere al dolore o all'emarginazione per far breccia su quelli che vivono quella condizione. Si è come liberato".

 

I giornalisti criticano molto il pezzo di Elettra Lamborghini.

"Il  Festival ha sempre riservato una casella o due ad alcune realtà che non appartengono proprio al mondo musicale. È un mondo misto dove c'è la creazione di un prodotto, che ha una sua fascia e una sua utenza, e come tale va rispettato. Una volta ho sentito dire a Baudo che il Sanremo è una vetrina dove portare tutto quello che è possibile, anche se lontano. A lui dobbiamo Elio e le storie tese, e i Pitura Freska. In quella vetrina ci sta anche Elettra Lamborghini. Non è lei il problema della musica a Sanremo".

 

E quale?

"La paga degli orchestrali. Vorrei lanciare la campagna 'Adotta un violinista di Sanremo'. Mi riferisco in particolare agli  'aggiunti musicisti', quelli che non appartengono all'orchestra sinfonica. Le condizioni in cui vivono sono da fame. Se qualcuno li incontra per strada e gli offre un piatto caldo fa un'opera di bene. Guadagnano 50 euro al giorno per dodici ore di lavoro. All'estero si metterebbero a ridere".

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