maria callas

SE LA SENTIVA CALLAS – CENTO ANNI FANASCEVA MARIA CALLAS, CHE VISSUTO HA UNA VITA DA TRAGEDIA GRECA – QUANDO ARRIVÒ A VERONA NEL '47 UN COLLEGA LA DEFINÌ “UN FAGOTTO DI STRACCI” – LE SEI LEGGENDARIE INAUGURAZIONI DELLA SCALA, IL LICENZIAMENTO DAL MET E IL CLAMOROSO FIASCO ALL'OPERA DI ROMA DEL 1958 – IL DIVORZIO DA MENEGHINI (“UNA SORTA DI CARCERIERE”), LA SUPERCHIACCHIERATA LOVE STORY CON ONASSIS E L'UMILIAZIONE DEL MATRIMONIO DELL'ARMATORE CON JACKIE KENNEDY – SU RAITRE UN DOCUMENTARIO SULLA DIVINA – VIDEO

 

Estratto dell'articolo di Giuseppe Videtti per “il Venerdì di Repubblica”

 

maria callas

Un secolo. Cento anni. Ossignore, Callas avrebbe cent'anni? Ve la immaginereste curva, canuta, il volto scritto da milioni di minuscole rughe, le mani deformate dall'artrite, a raccontare in tivù la gloria e gli amori? O su un profilo Instagram a commentare – per voce di una zelante segretaria, s'intende – spezzoni di recital, immagini rubate dai paparazzi sul mega-yacht Christina o nel suo eremo parigino?

 

[…]

 

Più presente in morte (nel 1977, a 53 anni) che in vita, negli anni dei trionfi, che furono tanti, troppi, in un tempo così breve. Magari anche bellissima, più bella di com'era in realtà, come l'ha raccontata Monica Bellucci in Lettere e Memorie, lo spettacolo teatrale che dopo i successi europei ha avuto una calorosa accoglienza al Beacon di New York.

 

maria callas da bambina con i genitori e la sorrela yakinthi

La Bellucci è tra gli ospiti di Corrado Augias, che celebra il centenario con il corposo documentario Callas Segreta, in onda sabato 20 maggio alle 21.45 su Rai 3. Con la passione del grande narratore, Augias si sposta nella penisola attraverso un itinerario-Callas (Arena di Verona, La Fenice, La Scala, l'Opera di Roma, il Danieli di Venezia), interrogando amici, colleghi ed esperti sulla magia di quella voce: la direttrice d'orchestra Speranza Scappucci, il giornalista Alberto Mattioli, Stefano Belisari (in arte Elio), Giovanna Lomazzi, confidente del soprano e destinataria di molte lettere.

 

A corredo, le testimonianze filmate di Pasolini, Visconti, Muti, Pavarotti. E del biografo Tom Volf, autore del magnifico docufilm Maria by Callas (2017) e del voluminoso e preziosissimo Io, Maria - Lettere e memorie inedite (Rizzoli, 2019) con, tra l'altro, le confessioni dettate dalla diva, tra la fine del 1956 e l'inizio del 1957, a un'amica, la giornalista Anita Pensotti […]

 

 

NORMA, MEDEA, AIDA

maria callas sul set di medea

Fu un anno felice per le nascite, il 1923: […] Poi, quando l'anno stava per scadere, il 2 dicembre, a New York, di domenica, nacque lei (ormai poco importa che fosse stata registrata come Maria Anna Cecilia Sofia Kalos, «Callas si nasce», dice Mattioli), non una delle…, ma la più grande della lirica (soprano drammatico d'agilità, cantante di coloratura, chiamatela come volete; fosse stata solo armata di tecnica, non sarebbe nell'Olimpo).

 

Norma (che interpretò 92 volte), Elvira, Carmen, Santuzza, Manon, Mimì, Cio-Cio-San, Turandot, Rosina, Medea, Elisabetta di Valois, la Gioconda, Giulia, Abigaille, Leonora, Violetta, Aida – c'è un puzzle di donne a costruire Callas, e non c'è una sola tessera di queste figure che non le appartenesse, che non la elevasse da popolana a eroina, da diva a martire.

maria callas aristotele onassis

 

Maria ne era consapevole: «Che cos'è la leggenda? È il pubblico che mi ha creata. Quando il pubblico ti ama così tanto, vuoi dare molto di più». È la regola ferrea dello show-business, l'abc dello star system: origini greche, sarebbe diventata italiana (per via del matrimonio con l'impresario Meneghini), ma era cittadina americana e quelle leggi non scritte ma inviolabili le conosceva bene: erano le stesse che stavano stritolando contemporanei come Judy Garland, Marilyn Monroe e Elvis.

 

maria callas 34

Dopo le sei leggendarie inaugurazioni della Scala, a partire dal 1951, il chiacchierato licenziamento dal Met e il clamoroso fiasco all'Opera di Roma (il 2 gennaio 1958, quando dopo il primo atto di Norma, per un improvviso calo di voce, si rifiutò di rientrare in scena, lasciando in vana attesa vip e autorità – dal presidente Gronchi a De Chirico, da Lollobrigida a Magnani: dovettero accontentarsi di quella Casta Diva che, parole di Maria, «meritava di essere fischiata, non applaudita»), Callas era più di quella voce, sul palco era divina.

 

 

AMORI, DIETE, DOLORI

vittoria e giovanni leone con maria callas al teatro regio di torino

«Ci sono due persone in me, mi piacerebbe essere Maria, ma devo convivere con la Callas». Sono i sintomi, che spesso degenerano in patologie, del successo pop; il destino era già scritto negli anni in cui la piccola Maria, dotata di un dono naturale fuori dal comune, era in balìa delle smanie di sua madre, la severissima e intraprendente Evangelia Dimitriadou che, come Maddalena Cecconi (il personaggio di Anna Magnani in Bellissima di Visconti), aveva già deciso: sarai una cantante, la più grande (la sorte le avrebbe riservato ben altre soddisfazioni rispetto alla Cecconi).

 

franco zeffirelli maria callas

Maria, che non era ancora Callas, si lasciava guidare – zero aspettative: «Non sono una poetessa, non sono famosa, permettetemi solo di scrivere il mio nome» annotò sopra la sua firma nell'albo della scuola, il 28 gennaio del 1937. Gli anni della gavetta non hanno offuscato, semmai ingigantito l'aura pop; Maria, miope, povera, figlia di immigrati, alta, sgraziata, grassoccia: quando arrivò a Verona nel '47 per una (malpagata) Gioconda, qualche perfida collega (che ne aveva intuito le potenzialità – con quella voce!) la bullizzò con ferocia: «Un fagotto di stracci venuto dall'America».

 

pier paolo pasolini e maria callas

Dieci anni dopo arriva a Parigi in trionfo: magra, visone, gioielli, fiori, trucco perfetto, la folla che l'attende sotto la scaletta dell'aereo e, a teatro, ad applaudirla (19 dicembre 1958), i duchi di Windsor, Brigitte Bardot con Sacha Distel, Jean Cocteau.

 

Diva al cento per cento (capricci compresi), pop al novanta («Parlare d'arte è difficile, parlare d'altre cose non son capace, quindi l'intervista in fondo non serve»). Il restante dieci lo aggiunge la superchiacchierata love story con Aristotele Onassis, il divorzio da Meneghini, l'impresario di 27 anni più grande che le diventa insopportabile («una sorta di carceriere»), infine l'umiliazione cui l'armatore greco la condanna alla fine del '68 sposando, a insaputa dell'artista, Jackie Kennedy – lo squallido contratto prematrimoniale è sbandierato dai tabloid.

 

MARIA CALLAS Antonio Ghiringhelli

Ora sì primadonna da melodramma; ora sì protagonista di una tragedia greca. Finalmente è davvero magra come voleva essere, proprio come il suo idolo, Audrey Hepburn, una bellezza che non avrebbe mai potuto uguagliare ma che imita con grazia: tailleur, cappellini, borsette. Non ha più bisogno di diete drastiche (92 chili nel 1952, 64 nel 1954, e 54 negli ultimi anni).

 

[…]

 

maria callas marilyn monroe compleanno kennedy

Non meno travagliata fu la love story col collega Giuseppe Di Stefano, sposatissimo, che l'accompagnò nell'ultima tournée prima dell'oblio – ultima data Sapporo, in Giappone, l'11 novembre 1974). Potenza della lirica, dove ogni dramma è un falso, che con un po' di trucco e con la mimica puoi diventare un altro, avrebbe cantato Dalla in Caruso. Vale per tutti, per Pavarotti e Renata Tebaldi, la rivale, non per Maria. Lei era Callas, c'era dentro fino al collo. Cantante lirica che il melodramma ha reso pop.

maria callas 3maria callas 2maria callas 1aristotele onassis maria callas 2aristotele onassis maria callas 3aristotele onassis maria callas 4aristotele onassis maria callas 5maria callas, aristotele onassis e elsa maxwell al lido di veneziamaria callas. maria callas onassis maria callas 2maria callas maria callas 17maria callas 4

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."