alexei navalny daniel roher

SE VI STATE CHIEDENDO PERCHÉ PUTIN HA SBATTUTO IN CARCERE NAVANLY, GUARDATE IL DOCUMENTARIO SUL PRINCIPALE OPPOSITORE DEL DITTATORE FIRMATO DA DANIEL ROHER – IL FILM È UNO SPACCATO SULLA RESISTENZA RUSSA E RIPERCORRE LE MANIFESTAZIONI DI PIAZZA, L’AVVELENAMENTO IN AEREO, LA TELEFONATA PER SCOPRIRE I MANDANTI CHE INCHIODA PUTIN, L’ARRESTO E IL CARCERE – LA SPERANZA DELLA MOGLIE YULIA: “MOBILITERÀ UNA PROTESTA CHE PORTERÀ ALLA SUA LIBERAZIONE…” - VIDEO

 

Mario Platero per “la Repubblica”

 

navalny daniel roher

C'è un nuovo guaio per Vladimir Putin e per il suo controllo del potere a Mosca. Stavolta viene da un film, Navalny, proiettato in anteprima a New York. Protagonista di questo documentario straordinario, un thriller che tiene aggrappati alla sedia, è Alexey Navalny, carismatico oppositore del regime putiniano. L'opera del canadese Daniel Roher ricostruisce le dinamiche dell'attentato a Navalny il 20 agosto 2020 e il suo dramma politico e personale. Ma l'importanza del film è nell'essere il primo documento a darci la misura di quanto forte, determinata, diffusa, pronta a tutto, sia la resistenza russa alla dittatura di Putin.

 

Lo avevamo sospettato. Abbiamo visto anche recentemente coraggiose dimostrazioni contro la guerra. Abbiamo seguito alcune voci dissidenti contro Putin e la sua devastante guerra. Ma non avevamo ancora visto, nella coerenza di un'opera a tutto campo, quanto l'ispirazione, l'esempio di un leader d'opposizione come Navalny possa toccare i cuori di milioni di persone. I sondaggi ci raccontano che la maggioranza dei russi è schierata con Putin e che i dissidenti sono una minoranza. Ma da questo documentario si capisce che la minoranza è talmente motivata da rendere possibile un cambiamento al Cremlino. A patto che ai pochi milioni che resistono oggi se ne aggiungano altri.

navalny documentario di daniel roher

Ben costruito, con molte immagini inedite, il film parte da un'intervista di Roher a Navalny dopo l'attentato e poco prima del ritorno a Mosca nel gennao del 2021. All'arrivo l'arresto.

 

Da li, un flashback che ci riporta alle battaglie, alle denunce, ai comizi affollatissimi, ai 182mila volontari che lo appoggiano. E ai momenti chiave della sua battaglia: il viaggio a Tomsk, in Siberia, dove gli agenti del Fsb organizzano l'avvelenamento con il Novichok. Le convulsioni in aereo, l'atterraggio di emergenza a Omsk, l'intervento dei medici che gli danno antidoti provvidenziali, il volo in Germania dove viene curato e dove si prova che l'intossicazione è da Novichok.

Navalny 3

 

C'è poi l'incontro con Christo Grozev, il giornalista investigativo di Bellingcat , che riesce a ricostruire alcune dinamiche chiave che puntano il dito direttamente sul Cremlino. Putin nega qualunque coinvolgimento in una conferenza stampa live. Sbertuccia Navalny come un debole. Ma capiamo che la debolezza è da un'altra parte. E quanto la tecnologia possa essere importante: Christo recupera i nomi dei possibili esecutori materiali dell'attentato setacciando biglietti aerei per Tomsk, compra informazioni a buon mercato, riesce a mimetizzare il numero da cui Navalny chiama i suoi attentatori.

 

Navalny 4

E, in un momento chiave, il leader politico si presenta come assistente di uno dei capi della Fsb a Konstantin Kudryavtsev, il chimico nel commando organizzato per avvelenarlo. Assistiamo in diretta alla telefonata. Navalny chiede a Kudryavtsev dettagli su quel che è successo a Tomsk per fare un rapporto sul fallimento dell'operazione e quello, convinto di parlare a un suo superiore, confessa tutto. La registrazione viene messa su Internet. Putin è furioso. Kudryavtsev scompare e non sarà mai più ritrovato. Poi, dopo cinque mesi in Germania per curarsi, la decisione di Navalny di rientrare a casa, a Mosca, dove rischia una condanna per ... violazione della condizionale.

 

Navalny 5

I protagonisti del giallo sono Navalny stesso, la sua assistente Maryia Pevchickh, la coraggiosa moglie Yulia e, nei momenti più intimi, i figli Daria e Zahar. Incontro alcuni di loro al Walter Reade Theater, al Lincoln Center, a un ricevimento dopo l'anteprima. Yulia mi dice che il film «mobiliterà una protesta che porterà alla liberazione di Alexey», condannato giorni fa a nove anni di carcere. Daria, che studia psicologia a Stamford, è commovente nel ricordo del padre in prigione: «Non ho mai avuto dubbi, non gli ho mai chiesto di smettere, anche se ero addoloratissima, perché lui è dalla parte della ragione. E vincerà contro la barriera delle menzogne». Christo mi dice che «ognuno ha la sua versione dei fatti e mente anche senza saperlo.

MANIFESTAZIONE PER Alexei Navalny

 

Ma i dati non mentono mai. E i dati che ho recuperato con Alexey inchiodano Putin alle sue responsabilità ». Daniel, il regista, appena 29 anni, ha cominciato con l'idea di raccontare la storia di Bellingcat : «È stato Christo - rivela - a dirmi due anni fa che stava per scoprire cose importanti sull'attentato a Navalny e ho dirottato il progetto. Ora la sfida è politica». Navalny è anche un film che ci conferma quanto la Russia sia una cugina europea. E che l'Europa - non la Francia, la Germania, l'Italia, ma l'Europa - resta un punto di riferimento chiave per i russi: pur nella loro tradizione, come noi pensano di appartenere alla storia, alla cultura, all'economia europea. Dall'11 aprile il film sarà distribuito in 800 sale in America e in Canada. Presto anche in Italia.

 

daniel roher

E Daniel, felice per aver vinto al Sundance, a gennaio, il premio per il miglior film votato dal pubblico, mi dice che la grande sfida, anzi la promessa della Warner Brothers, che l'ha prodotto con la Cnn, è trovare il modo di distribuirlo a Mosca: «Spero che in Russia possano vedere in molti il film, anche in modo clandestino, su Internet, via streaming o grazie alle copie private». Se dovesse succedere, se il film sarà davvero visto in Russia, non possiamo non credere, come dice Navalny, che quella minoranza che oggi forma la resistenza a un regime, non possa ingrandirsi davvero, grazie a chi sceglierà di venire allo scoperto. Del resto, la storia conferma: sulle fake news vince l'evidenza dei fatti.

Navalny 2Alexei Navalnynavalny documentario di daniel roher proteste pro navalny in russiaalexei navalny in carcere

Ultimi Dagoreport

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - OGGI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE…

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?