rula jebreal

IL SERMONE DELLA JEBREAL A SANREMO (“NESSUNO PUO’ TOGLIERCI IL DIRITTO DI ADDORMENTARCI CON UNA FAVOLA”, SIC!) ACCENDE MARIA GIOVANNA MAGLIE: “FEMMINISMO PELOSO” - GUIA SONCINI: “NON SO COME DIRVELO, MA “NOI DONNE VOGLIAMO ESSERE MUSICA” È UNA FRASE CHE NON VUOL DIRE UN CAZZO DI NIENTE” - FULVIO ABBATE: “E ORA LE ANIME BELLE DI SINISTRA INGINOCCHIATE DAVANTI A RULA” - BECHIS FA IL DEBUNKER: “NEL SUO MONOLOGO HA DETTO CHE IN ITALIA SONO STATE VIOLENTATE NEGLI ULTIMI 3 ANNI SUL POSTO DI LAVORO 3 MILIONI DI DONNE. LE DONNE AL LAVORO SONO 9 MILIONI, QUINDI IN UFFICIO NE AVREBBERO VIOLENTATA UNA SU TRE. SICURA?” - VIDEO

 

RULA JEBREAL

Maria Giovanna Maglie

Politically correct sparato col cannone #Sanremo2020.Il femminismo peloso della Jebreal, la Leotta che fa "specchio delle mie brame" con la nonna,la canzoncina ai sordi agitando le manine, e una si ritrova ad aspettare lieta le stecche di Tiziano Ferro. Scusa #Mia

 

Guia Soncini

forse ormai il varietà è questo: una roba che devi sentirti in colpa un tanto al chilo, però poi si canta.

 

Amadeus, io non so quanto ti paghino per fare la faccia contrita mentre Rula dice che ha imparato a credere alle parole e non ai fucili, ma te li meriti tutti. (Comunque un giorno dovremo chiedere conto a chi so io del format “momento dolente”)

 

maria giovanna maglie foto di bacco

Citazioni di canzonette così a cazzo in mezzo alla dolenza non ne sentivo dall’ultima volta che ho letto un articolo di [omissis]

 

Rula ceto medio riflessivo che si meraviglia che De Gregori, Vasco Rossi, Flaubert, Mattia Torre sappiano scrivere le donne (giuro, ne conosco, sono donne apparentemente d’intelletto normale, e si meravigliano assai, specie per Torre sul mestruo)

 

non so come dirvelo, ma “noi donne vogliamo essere musica” è una frase che non vuol dire un cazzo di niente. D’altra parte in chiusura le hanno messo “potenza della lirica, dove ogni dramma è un falso”, perché poi a un certo punto della scaletta la tenda di Oz qualcuno la scosta.

GUIA SONCINI

 

Fulvio Abbate

Il popolo semplice ai piedi di Diletta Leotta, le anime belle di #sinistra (e le #sardine di ritorno dalla visita a Benetton) inginocchiate davanti a Rula Jebreal, fino a farne una propria testimonial. Simone Weil, ti scongiuro, torna da noi. #RulaJebreal

 

Franco Bechis

#sanremo2020 nel suo monologo Rula Jebreal ha detto che in Italia sono state violentate negli ultimi 3 anni sul posto di lavoro 3 milioni di donne. Non conoscevo il dato, ma so che le donne al lavoro sono 9 milioni, quindi in ufficio ne avrebbero violentata una su tre. Sicura?

 

iltransalpino

#RulaJebreal con il suo diploma in fisioterapia è diventata improvvisamente "giornalista" a discapito di altre donne che ne avevano il titolo, come mai? È l'ultima a poter parlare di emancipazione femminile, in quanto illustrazione che se la Donna non è bella, non ha successo.

RULA JEBREAL

 

IL MONOLOGO DI RULA COMMUOVE TUTTI MA CON DATI VERI SAREBBE STATO MEGLIO

Maurizio Caverzan per “la Verità”

 

«Noi donne vogliamo essere questo: musica». Si è concluso così, l' altra sera, al culmine di un notevole crescendo, il monologo di Rula Jebreal sul palco dell' Ariston di Sanremo. Il pubblico era in piedi ad applaudire. Una bella performance, senza dubbio, che avrebbe potuto essere bellissima se solo fosse stata corretta e completa. Corretta nelle cifre delle violenze alle donne, senza usare come sinonimi - ciò che non sono - molestie, abusi, brutalità, stupri, violenze. E completa nel citare anche il trattamento che il sesso debole (si può ancora dire?) subisce dentro e fuori dall' Italia, in tante comunità islamiche. Sul quale, invece, diversamente da come speravano gli osservatori più ottimisti, non è stata pronunciata parola alcuna.

ROGER WATERS

 

Il giorno dopo l' attesa esibizione della bella giornalista palestinese alla prima serata del 70° Festival di Sanremo le opposte tifoserie hanno ribadito i loro punti di vista, Laura Boldrini da una parte, Maria Giovanna Maglie dall' altra, per capirci. Inutile rifare la storia delle polemiche, innescate fin dall' invito all' ex moglie del banchiere Arthur Altschul jr. all' evento più popolare del Paese nel quale è a lungo vissuta e che, pure, ha ripetutamente accusato di razzismo e xenofobia.

 

vasco rossi

Ripartiamo dalla performance di martedì sera che ha registrato la sparizione del video di Roger Waters, il fondatore dei Pink Floyd, protagonista di campagne anti Israele oltre che di un chiacchierato flirt proprio con Jebreal, annunciato come introduzione al monologo di lei. Un bel pezzo di televisione, si diceva. Commovente, vissuto e carico di pathos. In grado di far ricredere anche chi, accingendosi alla visione di un festival della canzone, poteva, comprensibilmente, avvertire un certo fastidio di fronte all' iniezione intramuscolare d' impegno morale.

 

Franco Battiato

L'idea però conteneva una trovata scenica semplice e diretta, qualcosa di ancora non visto in tv. Un libro nero «della realtà e della sofferenza» da un lato e un libro bianco del mondo che vorremmo, dall' altro, raccontato dalle parole di amore, protezione, rispetto, tenerezza di alcune canzoni «scritte tutte da uomini» (La cura di Franco Battiato, La donna cannone di Francesco De Gregori, Sally di Vasco Rossi, C' è tempo di Ivano Fossati).

 

diletta leotta rula jebreal 1

Ieri, poi, dalle parole della stessa giornalista, abbiamo scoperto che l' esibizione è frutto della collaborazione con gli autori Rai, ma soprattutto con Selvaggia Lucarelli, che ha corretto e riscritto il testo del monologo introdotto dalla tragica esperienza personale. «Sono cresciuta in un orfanotrofio con tanti altri bambini Tutte le sere prima di dormire ci raccontavano le storie delle nostre mamme, spesso stuprate, torturate e uccise». La madre di Rula, brutalizzata per anni dal compagno, non è più riuscita a convivere con il proprio corpo, «luogo della tortura», e con il senso di colpa, pur non avendone. Una ferita atroce e acuita dall' incredulità dell' ambiente circostante, che l' ha portata suicidarsi, dandosi fuoco.

 

amadeus abbraccia rula jebreal

Di fronte a una storia tanto drammatica è difficile parlare di retorica o di predicozzo come qualcuno ha fatto. Tuttavia, qualche eccesso c' è stato. Nulla attenua la condanna di violenze, stupri e torture. Ma non è che le donne in quanto tali e in tutto ciò che fanno, com' è sembrato, siano dogmaticamente prive di qualsiasi responsabilità e le colpe risiedano sempre e in modo esclusivo dalla parte degli uomini. A loro, comunque, si è rivolta Jebreal nel toccante appello finale: «Lasciateci essere quello che siamo, quello che vogliamo essere». Celebrando il trionfo della prima serata sanremese (52,2% di share medio, al terzo posto per ascolti dal 2000 a oggi), il neodirettore di Rai 1 Stefano Coletta, ha detto che, «senza nulla togliere a Diletta Leotta», il Festival «è stato vinto da Rula Jebreal».

 

diletta leotta rula jebreal

Nulla da obiettare: Leotta è parsa scolastica nel suo elogio della bellezza e del tempo che passa. Tuttavia, il successo della giornalista di fede musulmana sarebbe stato più evidente se le cifre da cui ha preso le mosse la sua riflessione fossero state più precise. Sarà stata l' emozione o una mancata verifica insieme ai suoi collaboratori, ma «3 milioni e 150.000 donne» vittime di «violenze sessuali nei posti di lavoro» negli ultimi tre anni è parso subito un numero esorbitante. Che, per altro, non concorda con l' altro, fornito sempre da Jebreal, di 88 vittime al giorno, una ogni 15 minuti (sarebbero 32.130 all' anno, 96.360 in tre).

 

rula jebreal

L'ha notato Franco Bechis su Twitter. Considerato che le donne che lavorano sono 9 milioni, «in ufficio ne avrebbero violentata una su tre. Sicura?», ha chiesto sommessamente. Immediata la valanga di accuse di lesa maestà.

 

RULA JEBREAL JULIAN SCHNABEL

Alle quali il direttore del Tempo ha replicato con gli ultimi dati Istat disponibili, triennio 2013-2016: i casi di violenza al lavoro sono 425.000. Negli anni successivi, saranno verosimilmente diminuiti. Restano ancora troppo lontani dallo zero. E dunque, ben venga la lezione portata dal palco del Festival di Rula Jebreal, figlia dell' imam sufi di Gerusalemme est, giornalista e scrittrice nata ad Haifa (Israele), con gioventù in Italia, prima di trasferirsi a New York, compagna del regista Julian Schnabel e poi moglie del banchiere Altschul, a sua volta figlio di un socio di Goldman Sachs, dal quale ha divorziato nel 2016.

julian schnabel

 

Curriculum prestigiosissimo, frequentazioni invidiabili, consulenze a capi di Stato come Emmanuel Macron, intervistata da Matteo Renzi alla Leopolda 2019, in prima linea nelle battaglie per le minoranze. Forse, in dieci minuti di monologo sui femminicidi, ci poteva stare anche una parola di denuncia sul trattamento riservato alle donne nei Paesi arabi e nelle comunità islamiche anche italiane. I divieti, i silenzi, le violenze, i matrimoni obbligati e le figlie ripudiate perché si ribellano o perché vestono all' occidentale. Invece, nulla.

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…