LA STORIA DELL’INEDITO PIÙ POPOLARE DI SEMPRE DI LUCIO BATTISTI,“IL PARADISO NON È QUI”, SPAVALDAMENTE COMMERCIALIZZATO E FACILMENTE REPERIBILE SUL WEB - DAI PROVINI TRAFUGATI NELL’ARCHIVIO DELLA RCA ITALIANA-BMG AL PROGRAMMA CHE RAIUNO NON MANDÒ MAI IN ONDA (IN CUI REMO GIRONE LEGGEVA IL TESTO DELLA CANZONE) - RIGUARDO AL BRANO, MOGOL, NEL SUO RUOLO DI PRESIDENTE SIAE, FORSE È PIÙ SENSIBILE NEL COMPRENDERE LA DECISIONE DELLA FAMIGLIA BATTISTI CHE… - VIDEO

 

 

Franco Zanetti per rockol.it

 

frizzi mogol bovi

Riceviamo e pubblichiamo un importante contributo dello storico della canzone e autore televisivo Michele Bovi (primo da destra nella foto dell'articolo, con Fabrizio Frizzi e Mogol ad Aosta per la registrazione di “Le parole più belle-Premio Mogol”, 14 giugno 2011) che ringrazio per averlo affidato alle pagine di Rockol.

 

Il paradiso secondo Remo Girone

È suggestiva l’interpretazione dell’attore Remo Girone del testo di "Il paradiso non è qui", il brano rimasto inedito che Lucio Battisti non volle pubblicare nel suo ultimo album realizzato con Mogol, "Una giornata uggiosa" del 1979.

 

REMO GIRONE

È inedita anche l’esecuzione di Girone, destinata al programma di Raiuno “Le parole più belle-Premio Mogol” del 2011, con la conduzione di Fabrizio Frizzi, la partecipazione di Jovanotti, Noa, Max Pezzali, Max Gazzé, Cesare Cremonini, Alessandro Mannarino, Davide Van de Sfroos, Lucia Maglietta, Mara Maionchi e la giuria composta dai giornalisti Marinella Venegoni (la Stampa), Mario Luzzatto Fegiz (Corriere della sera), Paolo Giordano (il Giornale) presieduta dallo stesso Mogol.

 

 

battisti mogol

Quel programma non andò mai in onda: prima colpito da una diffida degli eredi Battisti proprio a causa di "Il paradiso non è qui" e poi definitivamente affondato da una vertenza tra l’ufficio contratti della RAI e il Centro Europeo di Toscolano, la scuola musicale di Mogol che aveva allestito lo spettacolo ripreso dalla televisione di Stato. Di "Il paradiso non è qui" Lucio Battisti aveva confezionato un provino voce e chitarra, decidendo poi di rinunciare alla registrazione e rifiutandosi inoltre di depositarlo alla SIAE.

 

La denuncia di Reali: “Furti nella BMG”

Quel provino faceva parte di un’abbondante partita di materiali trafugata dagli stabilimenti romani di via Tiburtina, originariamente targati RCA Italiana e dal 1986 BMG Ariola/Ricordi. Tutti provini inediti dei più importanti esecutori italiani, da Claudio Baglioni a Renato Zero, da Gino Paoli a Riccardo Cocciante, da Lucio Dalla a Patty Pravo, da Francesco De Gregori a Eros Ramazzotti, finiti dal 1995 sulle bancarelle di Porta Portese e nei mercatini dei dischi di Napoli e dintorni.

MOGOL BATTISTI

 

Tra quei provini appunto c’erano anche pezzi interpretati da Lucio Battisti, a cominciare da "Il paradiso non è qui": melodia e armonia accattivanti per un testo che descrive il disagio dell’emigrazione, dei nostri lavoratori in un paese di lingua inglese alle prese con odiosi luoghi comuni sugli italiani, usi e costumi inconciliabili, nostalgia d’amore.

I nastrini proibiti arrivarono anche nelle mani dei giornalisti Tullio Lauro e Leo Turrini che fecero ascoltare la canzone nel programma “Target” di Canale 5.

 

 

La proposta di Mogol: “Lucio, ripensaci”

Giunsero anche al mio indirizzo della RAI, e utilizzai a mia volta la canzone prima in un Tg2 Dossier intitolato “Canzoni Segrete” e successivamente nella rubrica “Costume & Società” nell’interpretazione sia di Battisti, sincronizzata con immagini di repertorio, sia dei Fiori d’Acqua Dolce, un gruppo della scuola di Mogol. All’interno del servizio Mogol invitava in sostanza l’ex partner ad autorizzare il deposito del brano alla SIAE per farlo incidere ai suoi ragazzi.

mogol lucio battisti

 

Lucio Battisti non protestò per la trasmissione di quell’inedito, né per la sua versione voce e chitarra, né per l’interpretazione dei Fiori d’Acqua Dolce. Ma neanche rispose mai a Mogol. Il Tg2 “Costume e Società” con la proposta dell’attuale presidente della SIAE andò in onda nel gennaio del 1998: Lucio Battisti stava lavorando alle tracce del suo nuovo album e a tutto pensava tranne che resuscitare "Il paradiso non è qui"

 

 

L’opinione dei discografici: “Lucio amava Londra”

Tra l’altro - stando a quanto ci raccontano in esclusiva il direttore della BMG Ricordi Roberto Gasparini,  ovvero il discografico in trattativa per l’ultimo lavoro, e Claudio Buja all’epoca direttore artistico della CBS/Sony, che aveva pubblicato precedentemente "La sposa occidentale" - aveva un testo che mal si conciliava con le reali opinioni del cantautore riguardo agli anglosassoni (per Battisti il Paradiso era artisticamente proprio là, tra Inghilterra e America).

 

FRANCO REALI AD BMG

 

"Il paradiso non è qui": la provocazione di Mogol

Il mancato assenso di Battisti sull’autorizzazione a depositare "Il paradiso non è qui" tuttavia non scoraggiò il vecchio partner. Così nel giugno del 2011, nel programma destinato a Raiuno “Le parole più belle”, Mogol fece eseguire la canzone a Ron. E qualche giorno prima della messa in onda rilasciò un’intervista a Paolo Giordano per "Il Giornale" in cui annunciava l’intenzione di depositare il lavoro alla SIAE. Una condotta che presumibilmente i familiari di Battisti giudicarono provocatoria. La reazione fu una diffida a Raiuno di trasmettere il brano.

 

BATTISTI MOGOL

Io ero il capostruttura per l’intrattenimento di Raiuno, pertanto responsabile del programma, e risposi: “Per legge dobbiamo attenerci alla volontà degli eredi di Lucio Battisti. Se dalla famiglia non arriverà l’autorizzazione a mandarla in onda taglieremo la parte in cui Ron canta 'Il paradiso non è qui'”.

 

L’autorizzazione non arrivò, così l’esecuzione di Ron fu sostituita dalla lettura del solo testo della canzone – quindi la parte di competenza di Mogol – affidata all’attore Remo Girone. Ma il programma non fu mai trasmesso, cancellato poco prima della data di collocazione in palinsesto (seconda serata del 23 giugno 2011) a causa di una controversia amministrativa.

 

 

Un titolo, tante canzoni

BATTISTI MOGOL

Riguardo a "Il paradiso non è qui" oggi Mogol, nel suo ruolo di presidente della SIAE, ovvero di tutore massimo dei diritti degli autori, forse è più sensibile nel comprendere la decisione della famiglia Battisti diretta a rispettare rigorosamente la volontà del congiunto. Resta di sicuro il suo rammarico per la mancata utilizzazione – e relativo mancato profitto – di un brano che comunque riscuote clandestinamente successo da 25 anni.

 

La curiosità venutasi a creare attorno a quell'inedito ha infatti nel tempo scatenato iniziative singolari, suggerite dal mancato deposito del titolo presso la SIAE.

 

mogol

Nell’Archivio opere musicali della Società Italiana degli Autori ed Editori già nel 2011 risultava registrato un'altra "Il paradiso non è qui" con le firme del compositore Vito Berteramo, tastierista di Fausto Leali, e del paroliere Roberto Russo: la canzone era stata incisa nel 2008 da una promettente giovane artista, Patty Basso. Dopo il caso pubblicizzato dalla stampa della soppressione televisiva del Premio Mogol, a quello di Berteramo e Russo si aggiunsero i depositi di altre due canzoni con lo stesso titolo: una a firma di Aldo Mara e una accreditata a Alessandro Lunati.

 

A tenere banco resta comunque ancora oggi il provino pirata di Lucio Battisti, il più popolare inedito della storia della discografia italiana, spavaldamente commercializzato e facilmente reperibile sul web in due edizioni: la prima in un cd intitolato "Memorie segrete" per la stravagante etichetta Not On Label che contiene quindici registrazioni provenienti dagli archivi violati della RCA-BMG;

 

giulio rapetti in arte mogol foto di bacco

la seconda in un album in vinile intitolato "Mina Mazzini, Lucio Battisti – Duetto", con tanto di marchietto di copyright per un fantomatico Studio One Records (solo omonimo dell’etichetta discografica american-giamaicana Studio One Records) contenente registrazioni catturate dalle trasmissioni televisive dei due artisti. Una situazione che potrebbe indurre Mogol, proprio in virtù del suo incarico alla SIAE, a dare finalmente mandato per far luce e pulizia sui cosiddetti “titoli confusori” che negli anni sono stati depositati, a volte in buona fede, ma spesso soltanto nel tentativo di drenare gli incassi di brani più famosi.

 

lucio battisti e la moglie grazia letizia veronese 4

Tanto più che Mogol con Battisti sono bersagli prediletti di questo intrallazzo. Alla SIAE sono state nel tempo depositate 5 "Balla Linda", 11 "Canzone del sole", 8 "Sì viaggiare", 9 "Pensieri e parole" (e 6 "Parole e pensieri"), 2" La collina dei ciliegi", oltre a 6.146 titoli in cui compare il nome Anna. Per i furbacchioni, evidentemente, il paradiso è proprio qui.

 

Michele Bovi

MOGOLlucio battisti e la moglie grazia letizia veronese 6lucio battisti e la moglie grazia letizia veronese 5lucio battisti e la moglie grazia letizia veronese 2lucio battisti e la moglie grazia letizia veronese 7

 

lucio battisti e la moglie grazia letizia veronese 1lucio battisti e la moglie grazia letizia veronese 3

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…