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SUPER BOWL: GRANDE SPETTACOLO E MEGA POLEMICHE – SCONTRI A LOS ANGELES DOPO LA VITTORIA DEI RAMS AL 56ESIMO SUPER BOWL: ALCUNI TIFOSI HANNO DEVASTATO IL CENTRO DELLA CITTÀ FINO ALL’INTERVENTO DELLA POLIZIA ANTISOMMOSSA – IL VERO SPETTACOLO È A FINE PRIMO TEMPO, CON EMINEM CHE (NONOSTANTE IL DIVIETO DELLA NFL) SI INGINOCCHIA PER OMAGGIARE COLIN KAEPERNICK, L'ATLETA LICENZIATO PER LE SUE PROTESTE PRO-BLACK LIVES MATTER – AD INFIAMMARE LA RASSEGNA CI SI METTE ANCHE BIDEN, CHE CRITICA LA MANCANZA DI ALLENATORI DI COLORE NEL CAMPIONATO - VIDEO

1. È SUPER PER SOLDI ED ECCESSI

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Estratto dell’articolo di Flavio Pompetti per "il Messaggero"

 

Il braccio magico del quarterback dei Rams (gli arieti) di Los Angeles, e un placcaggio inesorabile da parte del loro difensore Aaron Donald a quaranta secondi dalla fine, hanno risolto la partita del cinquantaseiesimo Super Bowl a favore della squadra di casa (23 punti a 20), che è tornata a risiedere nella metropoli californiana dopo il lungo esilio a San Louis. 

 

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FESTE E SCONTRI 

Fuori dallo stadio restano aperte tante, altre partite che la National Football League si trova a disputare, come la questione della discriminazione razziale rampante, gli abusi sessuali contro le donne e la violenza dei tifosi, che domenica notte hanno festeggiato la vittoria devastando il centro di Los Angeles, fino a che la polizia antisommossa non li ha dispersi. Ma per una sera almeno, è stata la festa dello sport e dello spettacolo a vincere, e ad entusiasmare i 100 milioni di spettatori che hanno seguito in televisione la classica finale del campionato di football americano. 

 

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CHE MUSICA 

Spettacolo musicale di metà gara sublime, con le stelle dell'hip hop finalmente sdoganate per la prima volta sul palco del Super Bowl. Un trionfo per gli artisti di colore Dr.Dree, Snoop Dog, Kendrik Lamar, Mary J. Blige e 50 Cent, e per Eminem, l'unico tra loro a poggiare il ginocchio a terra a fine performance, come anni fa fece per la prima volta Colin Kaepernik in segno di protesta contro la discriminazione. 

 

2. L'ULTIMO GRAFFIO DI EMINEM IN GINOCCHIO PER KAEPERNICK

Estratto dell'articolo di Matteo Persivale per il "Corriere della Sera"

 

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Perdi te stesso nella musica, nel momento». Lo show musicale di domenica notte, il classico «halftime show» della finale del campionato di football americano, il Super Bowl (Los Angeles ha battuto Cincinnati 23-20), sarebbe entrato nella storia comunque. Andava in scena per la prima volta (incredibile che non fosse ancora capitato) il rap, e lo spettacolo guidato da Dr. Dre - come un direttore d'orchestra - presentava un dream team mai visto prima: Snoop Dogg, Mary J. Blige, Kendrick Lamar, e a sorpresa 50 Cent. 

 

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Chiusa, davanti a un pubblico tv record di circa 117 milioni di spettatori, da un gesto inviso alla federazione del football che non vuole dimostrazioni politiche: Eminem si è inginocchiato, in solidarietà con il quarterback Colin Kaepernick che prima delle partite si inginocchiava durante l'inno invece di alzarsi in piedi, per protesta contro il razzismo. Kaepernick è stato costretto al ritiro perché nessuno l'ha più ingaggiato a stagione finita (l'allora presidente Trump chiamò i giocatori che protestavano «sons of bitches», figli di puttana). 

 

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Già cinque anni fa Eminem, quando la cosa era meno di moda di adesso, aveva dimostrato solidarietà al giocatore «cancellato»: durante una premiazione sollevò la statuetta e disse «Questo è per Colin, tieni chiuso quel pugno» dirigendo poi un rude «shoutout» - quando un rapper ne nomina un altro, non sempre in modo benevolo - a «Donald the bitch». 

 

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Ieri notte, si è inginocchiato per ricordare che il Super Bowl è un rito identitario per gli americani, la festa del football, ma chi dissente viene «tagliato» dalla lega professionale non perché scarso ma perché fastidioso. Quello del SoFi Stadium, gioiello da sei miliardi di dollari, è stato un momento politico, musicale, generazionale (Dre, Eminem, Blige e Snoop sono membri della Generazione X, quelli tra i quaranta e i cinquanta) che ha fatto e continuerà a fare polemica. Lui ci è abituato. Come dice nella sua canzone, «You can do anything you set your mind to, man», puoi fare tutto quello che vuoi se ce la metti tutta.

 

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3. «POCHI ALLENATORI NERI» LA PROTESTA DI EMINEM INFIAMMA IL SUPER BOWL

Estratto dell’articolo di Valeria Robecco per "il Giornale"

 

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«Sapevamo che Eminem l'avrebbe fatto perché avevamo visto le prove», ha minimizzato il portavoce della Lega di football americano Brian McCarthy (secondo diversi media, invece, gli organizzatori dell'evento hanno tentato fino all'ultimo di fermarlo). Il rapper ha inviato un chiaro messaggio alla Nfl, accusata negli ultimi giorni di razzismo per la mancanza di coach di colore, ed è andato a rafforzare le parole critiche usate dal presidente Usa Joe Biden poco prima della partita. 

 

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«La lega ha molti atleti afroamericani e l'idea che non ci siano abbastanza allenatori di colore qualificati per gestire le squadre non regge», ha detto Biden, sottolineando che «non è un requisito di legge, ma un requisito di decenza». Secondo l'Istituto per la Diversità e l'Etica nello Sport dell'Università della Florida Centrale, l'anno scorso il 71 per cento dei giocatori della Nfl erano di colore e pcp più di un quarto erano bianchi, mentre gli allenatori neri nel campionato erano solo tre. 

 

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All'inizio del mese, l'ex coach dei Miami Dolphins Brian Flores ha citato in giudizio la lega per presunta discriminazione razziale nelle pratiche di assunzione. L'allenatore ha denunciato la Nfl, i Denver Broncos, i New York Giants e i Miami Dolphins e la causa è stata presentata sotto forma di class action alla corte federale di Manhattan, ciò significa che chiunque può unirsi se ritiene di aver subito almeno uno dei danni citati da Flores. 

 

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