mughini mieli galli

TERRORISMO E MEMORIA DI PIOMBO – FERMA E GARBATA REPLICA ALL’AMICO MUGHINI – GALLI DELLA LOGGIA E PIGI BATTISTA HANNO PUNTATO IL DITO CONTRO I “BANDITORI DI VIOLENZA” CHE HANNO FATTO IMPUNEMENTE CARRIERA SENZA FARNE I NOMI, RIMUOVENDO LA GOGNA MEDIATICA DI TANGENTOPOLI ALLESTITA DA MIELI IN VIA SOLFERINO. SOLTANTO PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ DEL 'CORRIERE', COME SCRIVE MUGHINI? O MAGARI PAOLINO ERA IN PRIMA LINEA PER DIFENDERE I SUOI EDITORI, AGNELLI&ROMITI, DAL RISCHIO DI FINIRE NEL TRITACARNE DI TANGENTOPOLI?

DAGONOTA

De Bortoli Paolo Mieli

Riepilogo dei fatti. O, meglio, rinfreschiamo la memoria ai lettori di questo disgraziato sito sulle querelle esplosa tra Dagospia e lo scrittore Giampiero Mughini perché di damnatio memoriae si tra tratta. E non di altro. Né del “cretinismo di sinistra” né dei suoi “tradimenti”.

 

Sabato 21 novembre il Corriere della Sera ospitava una articolessa di Ernesto Galli della Loggia. Il titolo dell’editorialista era inequivocabile: “Terrorismo e anni di piombo, le ragioni di una rimozione”. Il testo di Galli della Loggia sui “banditori di violenza” che oggi, “indisturbati”, che occupano posti rilievo nella stampa era ripreso e pubblicato da Dagospia con ben altra titolazione.

 

Paolo Mieli

Dato il riferimento al figlio del commissario Luigi Calabresi, l’ex direttore Mario  - assassinato secondo sentenze definitive dei tribunali da appartenenti a Lotta continua -, che si rifiutava (giustamente per Ernestino) di stringere la mano ad alcuni di loro, il Della Loggia veniva sollecitato a fare almeno i nomi di chi firmò l’appello dell’Espresso (giugno 1971) sul caso Pinelli e mettere in croce il commissario Calabresi.

il commissario luigi calabresi

 

Paolo Mieli, poi pentito (a parole), nell’ottobre dello stesso anno sottoscrisse anche la lettera di solidarietà pubblicata dal giornale Lotta continua in difesa dei suoi militanti e dei suoi direttori.

 

Contro il silenzio (passabile per omertà) dei chierici colpiti da improvviso Alzheimer (intellettuale), con una successiva Dagonota, veniva fatto proprio il motto del filosofo del Sessantotto, Theodor W. Adorno: “Di quello di cui non si può parlare bisogna parlare, per “non lasciar parlare i gestori della chiacchiera”.

 

E nel testo dagoniano era ampliato il campo della rimozione ai guasti di Tangentopoli (gogna mediatica), con riferimento a Paolino Mieli e Pierluigi Battista; ai silenzi sui danni provocati dai Poteri marci nell’ultimo trentennio denunciati da Flebuccio de Bortoli a babbo morto; alla storia alla Billionaire di “ribelli e padroni” del “comunista con Rolex”, Gad Lerner.

adriano sofri giorgio pietrostefani e ovidio bompressi

 

ernesto galli della loggia a omnibus 2

Contro “la bassa mistica del silenzio”, soltanto Giampiero Mughini con i suoi libri e le sue interviste (“Penso che un comando di Lotta continua abbia ucciso Calabresi…e Sofri non poteva non sapere dell’azione”) in passato si era ribellato al muro eretto dalla sua generazione sessantottina: dagli “Anni della peggio gioventù” a un “Disastro chiamato seconda Repubblica”. Ma nel tributargli questi titoli di merito evidentemente non ci siamo preservati dall’accusa di Giampiero di aver “sbagliato bersaglio”.

 

paolo e mario calabresi con la madre gemmaAgnelli Ghidella Romiti

Primo bersaglio. Bontà sua, egli riconosce che Paolo Mieli ai tempi di Mani pulite “diede corda ai distruttori della prima Repubblica”, ma soltanto per vendere qualche copia in più del Corriere. Davvero? Anche se, dati alla mano il calo delle vendite dei quotidiani (tutti) ha inizio proprio nel 1992 ed è proseguito nel 2007 con il volume “La Casta” scritto da Rizzo e Stella.

 

GALLI DELLA LOGGIA MUGHINI

O, magari, “il saturnino Mieli alla Luciano Moggi” (Mughini) era in prima linea per difendere i suoi editori-padroni, Agnelli&Romiti, dal rischio di finire nel tritacarne di Tangentopoli?

 

E in quale stanza del quotidiano di via Solferino è stato scritto il memoriale Papi, il manager dell’Impregilo rinchiuso da mesi a San Vittore che stava per crollare e consegnare ai magistrati i nomi dei vertici dei vertici Fiat che sapevano tutto delle mazzette nel campo delle costruzioni?

il pool di mani pulite

 

E sapremo un giorno da Paolino la verità sullo scoop dell’avviso di garanzia al premier Berlusconi costretto alle dimissioni? Quando usciranno dall’oltretomba le sue memorie? Oppure continuerà a cavalcare l’onda (nera) del revisionismo.

 

Cioè a parlare di antifascismo, degli anni di piombo e di Tangentopoli come, per dirla con Cesare Garboli, “polvere di forfora che si spazza via come dall’abito prima di uscire di casa” e andare in tv dalla Gruber prima di scegliersi gli altri convitati.

pierluigi battista claudio martelli foto di bacco

 

MUGHINI RENZI

Punto secondo. Della Loggia e Pigi Battista non hanno nulla a che vedere con il “cretinismo di sinistra”. Nessuno l’ha mai sospettato o scritto. Tra l’altro, Ernestino ha dato alle stampe un onesto libro in cui si sofferma anche sul culto dell’ortodossia del terrorismo e dei successivi tradimenti.

 

Per fare una equazione azzardata (e cattivella) sull’affidabilità, Battista sta a Mieli come Dell’Utri a Berlusconi. Ma la sua sortita sulla morte del giornalismo a causa oggi del “colla in colla” delle carte della procura, ha dell’incredibile.

 

Perché dimenticare la gogna mediatica di Mani pulite di cui il Corrierone del superdirettore Mieli è stato il protagonista: 4525 mila persone arrestate (poi molte assolte), oltre 25 mila avvisi di garanza sbattuti in prima pagina, 11 mila politici coinvolti nelle inchieste per non dire dei suicidi di Moroni, Gardini, Cagliari…

LA CASTA, STELLA RIZZO

 

Punto terzo. Dispiace che Mughini si “rattristi” per il presunto “accanimento” di Dagospia contro il suo amico Matteo Renzi (che ha straquerelato Roberto, reo di averlo definito “bullo”, con richieste milionarie di risarcimento) e l’esimio avvocato Alberto Bianchi.

Ultimi Dagoreport

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...