travaglio facci riotta

TRAVAGLIO E FACCI UNITI NELLA LOTTA CONTRO LE LISTE DI PROSCRIZIONE DEI PUTINIANI D’ITALIA DI RIOTTA - MARCO: “IL CORTIGIANO JOHNNY E’ UNO CHE NON CONOSCE VERGOGNA. NELLA LISTA DEI NEMICI PUBBLICI OMETTE LA LUISS, CITATA DALLA COLUMBIA UNIVERSITY FRA GLI AMICI DELLA RUSSIA, FORSE PERCHÉ LUI VI DIRIGE UNA SCUOLA DI GIORNALISMO (PER MANCANZA DI PROVE)” - FACCI: “BASTEREBBE RICORDARE QUANDO GLENN GREENWALD, GIÀ PREMIO PULITZER PER ALCUNI SERVIZI SULLE RIVELAZIONI DI EDWARD SNOWDEN, NEL 2014 DEFINÌ GIANNI RIOTTA ‘IL CONTRARIO DEL GIORNALISMO’”

MARCO TRAVAGLIO

1 - IL CORTIGIANO JOHNNY

Marco Travaglio per “il Fatto Quotidiano”

 

Sgominati il direttore d'orchestra e la soprano russi alla Scala, respinto l'assalto della Brigata Dostoevskij all'Università Bicocca, attendevamo con ansia che qualcuno bombardasse l'hotel de Russie di Roma e la fermata Moscova della metro milanese, o boicottasse la griffe Moschino, o prendesse sul serio chi sul web propone di ribattezzare Ignazio La Russa "L'Ucraina" (Maurizio Mosca l'ha scampata bella, defungendo per tempo).

 

gianni riotta parallelo italia

Poi è giunto l'annuncio della Federazione Internazionale Felina che, "in segno di vicinanza verso gli ucraini", ha deciso di "non registrare più gatti provenienti dalla Russia e mettere uno stop alla partecipazione degli allevatori russi alle esposizioni internazionali". E abbiamo pensato che nessuno ne avrebbe più battuto il record di stupidità. Ma avevamo sottovalutato Johnny Riotta, che c'è riuscito in scioltezza su Repubblica con la lista di proscrizione "Destra, sinistra e no Green pass: identikit dei putiniani d'Italia. Da Savoini a Fusaro, da Barbara Spinelli a Mattei, Foa e Mutti, editore del fascio-putinista Dugin".

 

MARCO TRAVAGLIO

Un frittomisto scombiccherato e imbarazzante (non per lui, che non conosce vergogna e non ha mai la più pallida idea di ciò che dice, tipo quando negava in tv che l'articolo 1 della Costituzione affermi che la sovranità appartiene al popolo, ma per gli eventuali lettori).

 

Piluccando da uno studio della Columbia University, forse per dimostrare la bruciante attualità de L'Idiota di Dostoevskij, il cortigiano Johnny frulla personaggi, storie, tesi diversi e spesso opposti, accomunando il leghista che chiedeva tangenti all'hotel Metropol di Mosca a chi osa obiettare al fumetto dell'Occidente buono, democratico e pacifista minacciato dal Nuovo Satana.

 

Gianni Riotta

Una barzelletta che farebbe scompisciare pure Kissinger, i migliori diplomatici Usa e il capo della Cia Burns, tutti molto critici sull'allargamento della Nato a Est. Ma curiosamente Riotta, nella lista dei nemici pubblici, si scorda quei fottuti putinisti di Kissinger e Burns. E omette la Luiss, citata dalla Columbia fra gli amici della Russia, forse perché lui vi dirige una scuola di giornalismo (per mancanza di prove). In compenso ci infila la Spinelli, che scriveva su Rep quando era ancora un giornale e non il pannolone di Biden.

 

E pure l'ex presidente Rai Marcello Foa, "commentatore di reti di propaganda russa": cioè di Russia Today, che fino a sei anni fa usciva come inserto mensile di Rep. Il finale è un'istigazione ai rastrellamenti che piacerebbe un sacco a Putin e sarebbe un tantino inquietante, se Riotta lo leggesse e lo prendesse sul serio qualcuno: "Li riconoscete a prima vista: tutti hanno la stessa caratteristica". Quella di pensare con la propria testa, ma soprattutto di averne una.

filippo facci

 

2 - E LA SINISTRA SCATENA LA SOLITA GUERRA CIVILE

Filippo Facci per “Libero quotidiano”

 

Finalmente una lista di proscrizione nella sua forma più pura, fatta come si deve: l'ha compilata Gianni Riotta su Repubblica di ieri. Era anche ora, perché in Italia per additare una «lista di proscrizione» bastava niente, era sufficiente che i soggetti indicati fossero più di due (come l'associazione per delinquere) e fossero accomunati da un'opinione vagamente condivisa: il semplice segnalarlo, poi, faceva scattare l'accusa generica di aver compilato una delle famose «liste» come quelle utilizzate da Silla e dal secondo triunvirato romano per colpire i nemici, sopprimendone e incamerandone i beni.

 

gianni riotta parallelo italia

Ora invece Riotta ha fatto le cose per bene, e il risultato è la paginata di Repubblica di ieri: i «putiniani d'Italia» rintracciabili tra «Destra, sinistra e no green pass», infatti, erano ben esposti con fotina e sintesi dell'accusa, pronti per il pubblico safari. Ed è questo a contare: il risultato, non come ci sei arrivato.

 

Conta aver messo insieme Claudio Mutti, editore del fascio-putinista Aleksandr Dugin, a Barbara Spinelli, «ex analista filo nato» colpevole di aver scritto un commento «che è stato rilanciato sui social dall'ambasciata russa a Roma»; e aver mischiato il giurista «No Green Pass» Ugo Mattei, colpevole di aver scritto che «Putin fa gli interessi nazionali della Russia» (pazzesco), al «filosofo rossobruno Diego Fusaro», secondo il quale «Zalensky manda il popolo ucraino al massacro».

CHRISTIAN ROCCA

 

QUESTIONI DI METODO

Ma non vorremmo, ora, per biasimarla, replicare la schifosa lista di proscrizione compilata da Riotta: ci si limiterà perciò a qualche altro nome (russofili, mezzi nazisti e persone normalissime mischiate alla rinfusa) e all'esposizione del criterio di compilazione riottiano.

 

Il quale, a proposito, ha compilato la lista attingendo al magazine online Linkiesta diretto dal suo conterraneo siciliano Christian Rocca, da lui già assunto quando Riotta era direttore del Sole 24 Ore: basterebbe un terzo o quarto siculo (ne avremmo pronti i nomi) per compilare la lista del «clan dei siciliani» ex neocon.

 

BARBARA SPINELLI

Oppure basterebbe ricordare quando Glenn Greenwald, già Premio Pulitzer per alcuni servizi sulle rivelazioni di Edward Snowden su alcuni servizi di sorveglianza statunitensi, nel 2014, definì Gianni Riotta «il contrario del giornalismo»: ce n'è abbastanza per definire Riotta antisemita perché Greenwald è di famiglia ebraica, il livello di superficialità è lo stesso, oppure Snowden un banale putiniano perché ha lo status di rifugiato politico a Mosca.

 

Ma continuiamo con l'elenco: c'è l'ex presidente Rai Marcello Foa che «tocca a Marco Damilano contraddire su La7», lui «commentatore di reti di propaganda russa per le fake news diffuse sul tema», e chissà a chi toccherà contraddire Foa per i dieci anni passati alla Radio della Bbc.

aleksandr dugin 5

 

DENTRO TUTTI

Dentro anche Sergio Romano, colpevole di aver scritto una prefazione a un saggio di Edvard Lucas sulla nuova guerra fredda, e dentro anche Massimo Cacciari, reo di aver rilasciato un'intervista al Piccolo di Trieste nel 2014 (nel 2014) in cui si disse certo che sull'annessione russa della Crimea l'Unione europea fosse «incauta».

 

glenn greenwald

Affianco a loro, su uno stesso evidente piano, l'ex grillino Pino Cabras, che «vuole, come Putin, l'Ucraina neutralizzata a forza» e che scrive dei saggi con Giulietto Chiesa tradotti in russo, e altri che «odorano di Putinversteher» (hanno anche un odore, i poscritti) come Laura Boldrini e Stefano Fassina, che sul sostegno militare all'Ucraina si sono astenuti, da affiancare a loro volta - dentro tutti - agli ex dirigenti del vecchio Msi Carlo Terracciano e Maurizio Murelli e a Tiberio Graziani, quest' ultimo docente universitario ed esperto di geopolitica che ha collaborato con Il Sole 24 Ore, Sky Tg 24, Radio Vaticana, Uno Mattina Rai, Class New e però anche - attenzione - La Voce della Russia. Domanda: come ha complilato la sua purissima lista di proscrizione, Riotta, alias Repubblica? Con la scusa, puerile e irreale, che altri l'avrebbero preceduto.

GIULIETTO CHIESA A MATRIX (2006)

 

Ha spiegato che «Putinversteher» è un neologismo tedesco che indica «Chi si intende con Putin» e che i medesimi sono attivi anche in Germania e negli Usa, ovviamente nel partito repubblicano Usa. E sin qui non c'entra niente.

 

IDENTIKIT

Poi ha citato, copiandolo da Linkiesta, uno studio della Columbia University dove c'è anche un focus dedicato ai putiniani italiani, curato da Luigi Germani e Massimiliano De Pasquale, due evidenti e illuminate menti. Il focus fa schifo a sua volta, ma a non è questo a contare.

 

SERGIO ROMANO

A contare è il processo di trasformazione di questo malriuscito rassemblement nella realtà italiana di oggi, che lo inserisce in un punto qualsiasi dell'inarrestabile escalation che ha fatto della violenza verbale e del ludibrio grillesco un modus comunicativo in crescendo, sino a trasformare in articolo presunto «normale» un orribile e malfatta lista di proscrizione vera e propria, titolata «Identikit dei putiniani d'Italia»: perché anche «identikit» ormai, è un termine ormai anestetizzato, normale, anche se indica, in origine, la procedura della polizia per ricostruire i tratti somatici di criminali veri o presunti. Domani, su Libero, l'identikit dei riottiani d'Italia.

laura boldrini premiata foto di bacco

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA