travaglio orsini

DA TRAVAGLIO A ORSINI, QUELLI CHE ROSICANO PERCHÉ I RUSSI SI RITIRANOIL PROF IL 3 MARZO SI AFFRETTÒ A DECRETARE LA FINE DEL CONFLITTO, CON IL MEMORABILE “PUTIN HA GIÀ VINTO, CI VUOLE IL CORAGGIO DI DIRLO”. DOPO LA PROFEZIA STRAMPALATA ORSINI SDOTTOREGGIA ANCORA SU FACEBOOK COME SE NIENTE FOSSE. ANCHE IL GENERALE MINI MASTICA AMARO: “QUELLO CHE È SUCCESSO IN QUESTI ULTIMI GIORNI NON LA VEDO COME LA VITTORIA DI UNA CONTROFFENSIVA UCRAINA” - VIDEO

Giovanni Sallusti per “Libero quotidiano”

 

TRAVAGLIO ORSINI

Qui si propone la fenomenologia di un tipo umano e mediatico salito prepotentemente alla ribalta dal 24 febbraio scorso, giorno dell'invasione putiniana dell'Ucraina (scusate, noi rustici chiamiamo ancora le cose col loro nome): il "complessista". La galleria dei complessisti ha infinite variazioni sul tema (si va dal narciso patologico all'antioccidentale di professione), ma condivide una premessa.

 

Che poi è un eterno classico dell'anticonformismo da salotto iperconformista: non è come ve la raccontano. La posta in gioco non è nazione sovrana versus imperialismo, autodeterminazione versus dittatura, libertà versus tirannide (in questo senso, Neville Chamberlain era senz' altro un complessista rispetto a quel sempliciotto di Winston Churchill, che il nazismo voleva solo combatterlo).

 

ORSINI 12

Gran maestro di tutti i complessisti è stato da tempo nominato a talk show unificati il saggista Alessandro Orsini, che ieri sul Fatto lamentava il «tifo da stadio» per la travolgente controffensiva ucraina, specie sul fronte nord-orientale di Kharkiv.

 

Ovvero esattamente ciò che secondo il suo illuminatissimo e ricercatissimo parere non sarebbe mai potuto accadere, visto che già il 3 marzo, ospite a Piazzapulita, si affrettò a decretare la fine del conflitto, con il memorabile «Putin ha già vinto, ci vuole il coraggio di dirlo». E il nostro di coraggio ne ha a bizzeffe: dopo la profezia strampalata sdottoreggia ancora su Facebook come se niente fosse.

 

«Si sta verificando ciò che avevo previsto. A ogni sconfitta della Russia corrisponde un aggravamento del conflitto e una crescita delle devastazioni a danno dei civili». Se solo questi cocciuti ucraini avessero la buona creanza di non infliggere sconfitte allo Zar aggressore, la situazione sarebbe idilliaca.

orsini

 

Una serie di contorcimenti linguistico-morali mica male, arricchita anche dal direttore Marco Travaglio. Certo, costui è assai meno abile in sofistica del suo collaboratore, e finisce per prendersela con un titolo cronachistico di Libero, «Ucraini al confine con la Russia», argomentando (per modo di dire): «Non vorremmo deludere nessuno, ma gli ucraini sono al confine russo da quando esiste l'Ucraina, che confina da sempre con la Russia. E lo erano anche prima della controffensiva».

 

Geniale: in questo modo le truppe di Kiev potrebbero recuperare il 99% dei territori al nemico, e non cambierebbe comunque niente.

 

alessandro orsini

Sempre confinanti sarebbero, non c'è notizia, non c'è sconfitta e nemmeno passo falso dello zio Vlad. È quest' ammissione infatti che costituisce il vero terrore della compagnia di giro "complessista" che ruota attorno al Fatto Quotidiano, tra cui l'ex generale Fabio Mini, che qualche giorno fa, alla festa del giornale travagliesco, aggiornava il concetto di arrampicata sugli specchi.

 

«Quello che è successo in questi ultimi giorni non la vedo come la vittoria di una controffensiva ucraina.

 

La Russia non ha subito una débâcle, ha lasciato dietro qualcosa e le forze ucraine sono riuscite ad andare avanti». Putin non sta perdendo, sta non-vincendo. La guerra è pace, direbbe Orwell (o al massimo operazione militare speciale, perifrasi più gradita al non-vincitore).

MARCO TRAVAGLIO COME ARMANDO DIAZ

 

Pur essendo più evoluto nell'analisi, un altro complessista doc, Toni Capuozzo, sembra quasi masticare amaro per questa serie di successi ucraini. Intervistato da La Verità (testata che fin dal nome evoca corrispondenze ideali con La Pravda), sospira: «Guardiamo com' era la situazione prima di quest' offensiva.

 

A mio parere era perfetta per un negoziato, perché la Russia aveva la Crimea naturalmente (perché "naturalmente"? ndr), il Donbass, Kherson che fornisce acqua alla Crimea. L'Ucraina invece aveva salvato Kiev, il gran corpo dell'Ucraina centrale e occidentale e con Odessa lo sbocco al mare. Entrambe le forze potevano quindi cantare vittoria e leccarsi le ferite, ed era a mio avviso la situazione perfetta perché la guerra potesse chiudersi».

 

MARCO TRAVAGLIO BIANCA BERLINGUER

Non fosse stato per questa maledetta ossessione ucraina di liberare altre città, respingere gli invasori torturatori di civili (testimonianze e prove raccolte in questi giorni sono agghiaccianti), restituire le proprie case e le proprie vite ad altri compatrioti. Scene di libertà che non vanno giù ai "complessisti" perché, di fondo e al netto delle sfumature, in questi giorni paiono tutti preda di un sentimento molto semplice: il rosicamento.

alessandro orsini orsiniMARCO TRAVAGLIO BIANCA BERLINGUERMARCO TRAVAGLIOalessandro di battista fabio mini 1fabio mini 3fabio mini 1orsini bianca berlingueralessandro orsini

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?