LA VITA DELLA CELEBRE TRANS MARCELLONA RACCONTATA DA BIANCA BERLINGUER? IL MONDO, ANCHE QUELLO LETTERARIO, RIVELA DELLE SORPRESE IMPOSSIBILI - IL LIBRO SI CHIAMA “STORIA DI MARCELLA CHE FU MARCELLO”, APPENA USCITO PER LA NAVE DI TESEO - GLI ANNI DELLA DOLCE VITA, DAL PIPER A CINECITTÀ CON FELLINI, E LE SORELLE BERTÉ? “TANTO LOREDANA ERA SGRADEVOLE QUANTO MIA ERA MERAVIGLIOSA: DOLCE E UMILE”

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Storia di Marcella che fu Marcello di Bianca Berlinguer

Marco Giusti per Dagospia

 

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Marcellona? La vita di Marcellona, celebre trans italiana, attivista del Movimento Italiano Transessuali, che già fu Marcello Di Folco, attore stracultissimo per Federico Fellini, Steno, Franco Zeffirelli, Roberto Rossellini, oltre che famoso buttafuori del Piper romano e amico stretto di Renato Zero e Mia Martini raccontata in un libro da Bianca Berlinguer? Quella Bianca Berlinguer che cinguetta su Rai Tre con Mauro Corona? Esatto. Il mondo, anche quello letterario rivela delle sorprese impossibili. Il libro di Bianca Berlinguer si intitola “Storia di Marcella che fu Marcello”, La Nave di Teseo, appena uscito. Insomma, Marcellona, che è morta nel 2010, incontrò Bianca Berlinguer durante il gay pride del 1997 e le due diventarono amiche, anzi amicissime. Al punto che Bianca decise di raccogliere le memorie della vita eccessiva, sotto tutti i punti di vista, di Marcellona, fino allora adorata solo da Stracult, tanto che la intervistammo in una puntata sui “corpi mutanti”, curata da Enrico Salvatori, nel 2002.

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Nel libro è la stessa Marcella a raccontare la sua storia in prima persona a Bianca Berlinguer, dalla infanzia romana agli anni della Dolce Vita, dal Piper a Cinecittà con Fellini, dal cambio di sesso nel 1980 agli anni della militanza politica. Marcellona non si ferma di fronte a niente. Racconta di come adescava i militari con Giò Stajano a Sabaudia, di quanto fosse insaziabile sessualmente da subito e di quanto fosse del tutto convinta prima della propria omosessualità, un’omosessualità ostentata e vissuto con allegria, e poi della decisione di cambiar sesso. Del Piper ricorda di esserci arrivata a 25 anni, nel 1968. Da subito fa l’elenco dei simpatici e degli antipatici.

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“Tanto Loredana era sgradevole quanto Mia era meravigliosa: dolce e umile, come potevi dirle di no quando si presentava all’ingresso? Invece Loredana era una di quelle che mi faceva proprio piacere lasciare fuori”. E Fabio Testi? Si vendicava dei suoi atteggiamenti da presa per il culo dicendogli davanti a tutti: “Uh, che bel paccone che hai! Fammi vedere cosa c’è qui”. (..) “Se non fai vedere il fagotto nun te faccio entrà”. Marcellona si autodefinsice “tremenda, una porcacciona”. E prosegue: “In quel periodo mi sentivo la regina del Piper, avevo il potere di decidere chi poteva entrare e chi no. A Roma ero straconosciuta: non facevo politica attiva, ma su queste cose ero al’avanguardia”. Nel cinema entra, come tanti, grazie a Federico Fellini.

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Lui e Danilo Donati lo acconciano subito per il Satyricon, dove il suo faccione avrà un bel primo piano. Poi lo ritroviamo ne I clowns, in Roma, dove fa il figlio mammone della padrona di casa gigantesca di Fellini giovane, in Amarcord dove è il principe Umberto di Savoia al quale viene inviata in dono la bella Magali Noel che non sapendo come presentarsi se ne esce con un “gradisca!” che le rimane attaccato. Ne La città delle donne è un servitore di Katzone, effeminatissimo.

marcella di folco al gay pride di como foto giovanni dall'orto, 22 maggio 1999 marcella di folco al gay pride di como foto giovanni dall'orto, 22 maggio 1999

 

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Roberto Rossellini gli affidò addirittura un ruolo da protagonista, per fortuna doppiatissimo, nel televisivo L’età di Cosimo, dove è addirittura Cosimo de Medici, cosa che è rimasta negli annali di Stracult. Ma fece film anche con Steno, è il killer del delirante Il terrore ha gli occhi storti, con Dino Risi, In nome del popolo italiano, con Elio Petri, Todo modo. Fece un paio di decameroni, Storie scellerate con Sergio Citti, Il poliziotto è marcio di Fernando Di Leo, chiudendo in bellezza nel ruolo del “caro amico Aroldo” che abita in Via Finocchio Gay nello stracultissimo I carabbinieri di Francesco Massaro, dove Diego Abatantuono finisce infiltrato in una festa gay.

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Dopo il 1980, con il cambio di sesso, smise col cinema e si dedicò alla militanza politica lottando per i diritti dei Transessuali. “La mia carriera avrebbe potuto essere brillante, ma è stata bruciata dalla voglia di diventare donna”. Fu quasi una seconda vita. Se nel cinema, Fellini a parte (insomma…), aveva avuto ruoli da checca da commediaccia e di totale assurdità stracultistica, nella vita Marcello, diventata Marcella cambiò completamente. Anche se, esattamente come non aveva mai nascosto la propria omosessualità, non nascose neanche la propria transessualità. Ma trovò nella militanza politica quel qualcosa in più che il cinema non le aveva certo dato, confinandola spesso nelle macchiette.

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