ZUCKERBERG CI RIPROVA! ANNUNCIA LA CREAZIONE DI UNA NUOVA SEZIONE SEPARATA DI FACEBOOK DEDICATA ALLE NEWS E CI METTE IL CARICO DA NOVANTA, CIOÈ I SOLDI! - MARCOLINO PROPONE AGLI EDITORI 3 MILIONI DI DOLLARI: I GIORNALI POTRANNO CONCEDERE GLI ARTICOLI INTEGRALI O UN ABSTRACT CON UN RIMANDO DIRETTO AL SITO, CHE POTRÀ INCASSARE LA PUBBLICITÀ SUL TRAFFICO GENERATO. DOPO LA FREGATURA DEGLI INSTANT ARTICLE, CHI ACCETTERÀ? E SOPRATTUTTO, GLI UTENTI SARANNO DISPOSTI AD ABBANDONARE IL LORO FEED PER LEGGERE LE NOTIZIE?

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Marco A. Capisani per “Italia Oggi”

 

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Facebook esce allo scoperto e conferma il progetto di creare una nuova sezione del social network dedicato alle news. Sul piatto mette anche 3 milioni di dollari (pari a quasi 2,7 milioni di euro). Da tempo Mark Zuckerberg aveva annunciato l' idea di avviare l' iniziativa ma non aveva mai precisato di voler remunerare gli editori né detto come avrebbe pubblicato le notizie dei giornali. Adesso, invece, vengono proposte due strade per comparire nella nuova sezione, tenuta separata dal flusso di post dei singoli utenti.

 

MARK ZUCKERBERG MARK ZUCKERBERG

La prima prevede che gli articoli siano visibili direttamente e interamente su Facebook mentre la seconda include solamente titolo e prime righe dell' articoli, nella forma di un link che rimanda al sito dell' editore. Il vantaggio di quest' ultima opzione è, per gli editori, abbinare alla remunerazione di Facebook anche il conteggio del traffico generato.

 

facebook paper news aggregatore facebook paper news aggregatore

Al momento non si conoscono, secondo l' indiscrezione del Wall Street Journal (Wsj), le testate che hanno accettato la proposta ma si sa che sono state invitate a confrontarsi sul tema con Facebook il Washington Post, lo stesso Wall Street Journal, Abc news (gruppo Disney) e l' agenzia di stampa internazionale Bloomberg. Solo indicativa, infine, la data del debutto, previsto per il prossimo autunno. Così come i dettagli dei contratti per i singoli editori che non saranno uguali per tutti ma varieranno a seconda dell' importanza del giornale e della sua diffusione complessiva tra l' altro.

 

facebook news il giornale paper facebook news il giornale paper

Unico trait d' union sarà la durata del contratto, triennale per tutti. Restano i dubbi di quanto possano essere invogliati ad accettare la proposta gli editori, tentati al massimo dalla possibilità di essere pagati e al contempo tenere per sé il traffico generato dalle news sul social network. Ma qui entrano in scena i terzi esclusi (ed è il secondo dubbio), ossia gli utenti-lettori di attualità che non è detto siano disposti a spostarsi dal newsfeed coi like dei loro amici in una sezione separata per tenersi aggiornati. Peraltro pubblicare in due spazi differenti post e articoli di giornali può fomentare la crescita esponenziale delle fake news.

zuckerberg zuckerberg

 

Secondo alcuni studi, infatti, al ritirarsi dell' informazione certificata corrisponde un aumento delle cosiddette bufale online. Non è comunque la prima volta che Facebook tenta la strada dell' editoria e, fino al voto presidenziale Usa nel 2016 (quelle dell' elezione di Donald Trump), il social network era un buon volano per le testate giornalistiche presenti nel newsfeed. Ma in parallelo sono arrivate l' onda delle fake news e la decisione di Zuckerberg di dare un' impostazione più familiare, privilegiando post e commenti di amici e conoscenti. A titolo di esempio, c' è stata anche l' esperienza di Facebook Live, questa volta incentrata sui video ma altrettanto negativa negli esiti.

Mathias Dopfner Mathias Dopfner

Prossimamente l' ago della bilancia penderà da una parte o dall' altra, a seconda del giudizio che gli editori daranno della nuova flessibilità e politica di remunerazione che il social network metterà concretamente in campo. Può far ben sperare il dettaglio che il nuovo progetto di Facebook sia emerso ufficialmente in un colloquio-intervista tra Zuckerberg e Mathias Döpfner, a.d. del colosso tedesco Axel Springer (quello della Bild e di Business Insider).

Döpfner è tra i più agguerriti e fermi oppositori di Facebook e Google (e soprattutto del loro duopolio nella raccolta d' inserzioni online, coprendo circa il 60% del mercato).

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