suicidio agente polizia municipale

''SE AVESSI SAPUTO CHE STAVA MALE, NON AVREI PUBBLICATO QUEL POST. MA NON CI SI PUÒ SUICIDARE PER UN PARCHEGGIO SBAGLIATO''. PARLA IL PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE MUTILATI E INVALIDI CIVILI, CHE HA PUBBLICATO LA FOTO DEL VIGILE DEL BRESCIANO IN SOSTA SUL POSTO PER DISABILI. L'UOMO SI È TOLTO LA VITA DOPO LA PIOGGIA DI COMMENTI. ''NON MI SENTO IN COLPA. È UNA TRAGEDIA. MA QUANDO NOI PUBBLICHIAMO LA FOTO…''

 

1. "SE AVESSI SAPUTO CHE STAVA MALE NON AVREI PUBBLICATO QUEL POST"

Fabio Poletti per ''la Stampa''

polizia locale brescia posto disabili

 

Presidente Giovanni Manzoni, alla fine si è suicidato l' agente della polizia locale che avete additato sulla pagina Facebook dell' Associazione Nazionale mutilati e invalidi civili, per aver parcheggiato negli spazi dei disabili...

«Non volevamo certo metterlo alla gogna. Ma è difficile pensare che possa essersi suicidato per alcuni commenti imbecilli sui social. Non ci si può suicidare per un parcheggio sbagliato. Non volevamo certo creare un mostro. C' è dell' altro dietro al suo gesto».

 

Ma è normale che qualcuno per un parcheggio sbagliato finisca additato sui social?

«Noi riceviamo decine di segnalazioni di gente che parcheggia su spazi dedicati ai disabili. Nessuno poteva immaginare la sua reazione».

 

Ha mai parlato con l' agente?

«Mi sono sentito nei giorni scorsi e anche oggi col comandante. Eravamo d' accordo che in settimana avrei incontrato anche l' agente. Lui si era scusato, ci aveva inviato una lettera ammettendo di avere fatto un errore involontario. Ci aveva anche fatto una donazione di 100 euro e si era auto-multato. Per noi il caso era chiuso».

 

giovanni manzoni

E invece...

«Il comandante dei vigili di Palazzolo mi aveva detto che questo agente aveva problemi personali, soffriva anche di depressione. Quando la notizia è finita sui quotidiani alcuni giornalisti mi avevano cercato ma io non ho mai risposto per questo. Non volevo alimentare altre polemiche».

 

Forse bisognerebbe stare più attenti ad usare i social.

«Se solo avessimo immaginato che questo agente aveva dei problemi, non avremmo scritto quel post. Non abbiamo mai messo il suo nome. Solo la foto della sua auto di servizio parcheggiata male. Mi dispiace ovviamente che questo, insieme ad altro, abbia innescato una reazione di questo agente che a quanto mi dicono, nessuno poteva immaginare».

 

Non si sente un po' in colpa?

«Non mi sento in colpa. È una tragedia. Una grande disgrazia anche per i suoi famigliari e i suoi colleghi. Quando noi pubblichiamo la foto di un' auto parcheggiata sullo spazio disabili non lo facciamo per mettere qualcuno alla gogna. Vogliamo che la gente si sensibilizzi a certe problematiche».

polizia locale brescia 3

 

Però poi ci sono i commenti...

«Certo ci sono commenti imbecilli. Ma non so se questi da solo possono avere provocato quello che poi è successo. Probabilmente un' altra persona, con meno problemi, non avrebbe reagito in quel modo. Rimane tutta l' amarezza di non essere riusciti a fare questo incontro. Lo avremmo tranquillizzato. nei prossimi giorni incontrerò il comandante. Rimane una grande tragedia, inaspettata ma è una tragedia irreparabile».

 

 

2. PARCHEGGIÒ SUL POSTO DISABILI SUICIDA L'AGENTE DI POLIZIA MESSO ALLA GOGNA SUI SOCIAL

Fabio Poletti per ''la Stampa''

 

Nel vaso con il bosso all' ingresso della Polizia Locale di Palazzolo Sull' Oglio qualcuno ha messo un rosa bianca con un biglietto: «Ciao Gian Marco». Aveva 44 anni Gian Marco Lorito, l' agente che ieri mattina alle 5 e 45 è venuto fino a qui, è salito su un' auto di servizio, ha impugnato la pistola d' ordinanza e si è sparato un colpo.

 

polizia locale brescia 2

Non un biglietto, non una spiegazione. Ma la memoria di tutti va alla settimana scorsa, quando l' agente era finito alla gogna sui social per aver parcheggiato nel posto disabili, in via Caniana a Bergamo, l' auto con le insegne del Comune. Qualche commento spiacevole, nemmeno troppo feroce. «Una vera schifezza. Da un vigile poi...», «Chi controlla il controllore?», «Abuso di potere! Non si può tollerare!», «Una merda sul cofano, bell' esempio!». Nessuno aveva scritto il suo nome.

 

Ma era stato lui a farsi avanti con una lettera di poche righe al presidente dell' Associazione Mutilati e Invalidi Civili Giovanni Manzoni che aveva pubblicato il post. Il tono è quello accorato di chi ammette un errore: «Non ho parole per esprimere il mio rammarico per aver parcheggiato il veicolo di servizio nello spazio riservato ai disabili. Mi sono confuso con la segnaletica, anche se ciò non giustifica. La ringrazio per il lavoro che svolgete e si prega di considerare ancora scuse sincere».

 

jeep su doppio parcheggio disabili

L' agente si era anche automultato e aveva fatto una donazione di 100 euro all' associazione. Incidente chiuso, sembrava di capire. Anche i suoi colleghi, lacrime agli occhi e poca voglia di parlare, dicono di non aver immaginato quello che è poi successo: «Ne avevamo parlato. Gli avevamo detto di non preoccuparsi che può capitare a tutti di sbagliare e che non sarebbe successo nulla». Ma chissà cosa aveva in testa Gian Marco Lorito, arrivato 20 anni fa dalla Sicilia per fare il poliziotto locale, fino al 2013 ad Erbusco e poi qui a Palazzolo, sempre in provincia di Brescia. Una persona tranquilla, attenta al lavoro, unica passione le partite a biliardino, se aveva dei problemi non ne parlava con i suoi colleghi.

 

Il sindaco di Erbusco, Ilario Cavalleri, non crede che sia solo colpa dei social quello che è successo: «La gente scrive sui social come una volta si faceva sui muri dei cessi pubblici. L' affetto è amplificato un milione di volte però. Io spero che non si sia ammazzato solo per questo.

 

So che aveva problemi in famiglia, che si stava lasciando con la compagna. Ma siamo tutti sotto choc. Era una persona per bene». È stata la sua convivente a dare l' allarme. Lunedì l' agente Gian Marco Lorito aveva fatto il turno del pomeriggio a Palazzolo. Poi per qualche ora alla sera era stato di servizio in un comune vicino che usa la polizia locale di Palazzolo. A mezzanotte alla fine del turno non era rientrato a casa. Dove sia stato tutta la notte non si sa. Quando non era ancora l' alba la sua convivente aveva dato l' allarme.

PERMESSO DI PARCHEGGIO PER DISABILI

 

Il comandante una volta arrivato in ufficio lo ha trovato in auto già morto con ancora la pistola in mano. Non un biglietto. Non una spiegazione. Il sindaco di Palazzolo Gabriele Zanni è sotto shock: «Nei giorni scorsi era venuto da me a scusarsi per quello che era successo con il parcheggio disabili.

 

Non ci sarebbero state conseguenze. Non aveva motivo di preoccuparsi. Lascia tanta disperazione non aver capito segnali, ammesso che ce ne siano stati. Purtroppo le motivazioni di un gesto tanto drammatico oramai le può conoscere solo Gian Marco e per rispetto a lui è inutile e insensato fare congetture».

Ultimi Dagoreport

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")