carabinieri piacenza (1)

''URLAVA COME UNA DANNATA. ERA UN BORDELLO''. IL CARABINIERE FESTEGGIATO CON DUE ESCORT IN CASERMA, MA ANCHE LA RAGAZZA TOSSICA DELL'EST CHE QUANDO È IN ASTINENZA SI RIVOLGE A UNO DEI MILITARI CHE LE DÀ LA DROGA IN CAMBIO DI SESSO. E POI LA TRANS BRASILIANA: IL SESSO NELLA CASERMA DI PIACENZA ERA UN'OSSESSIONE, E SI RIPAGAVA CON LA DROGA SEQUESTRATA AI PUSHER E RIVENDUTA - IL GRUPPO FACEVA VITE DA SOGNO TRA CASE E BARCHE, BEN AL DI SOPRA DELLO STIPENDIO DA APPUNTATO… - AI DOMICILIARI ANCHE UNA DELLE MOGLI

 

Cesare Giuzzi e Giuseppe Guastella per il ''Corriere della Sera''

 

giuseppe montella

Un «modus operandi criminale» diventato «modalità ordinaria di gestione, quanto meno, di parte della quotidianità lavorativa». Con un’unica esigenza: «aumentare la produttività, intesa come numero di arresti, senza correlativamente sostenere il peso di indagini articolate e complesse». Un «atteggiamento criminale», secondo i magistrati, «vieppiù esecrabile se solo si pensa che è riconducibile a soggetti che per dovere istituzionale debbono perseguire fini leciti e garantire l’osservanza delle leggi». Nelle parole dei pm Matteo Centini e Antonio Colonna, c’è la descrizione di un sistema che «per anni» avrebbe caratterizzato la caserma Levante di via Caccialupo.

 

Un luogo dello Stato profanato dalla squadra dell’appuntato Peppe Montella che faceva sparire parte della droga sequestrata per rivenderla con una rete di pusher, teneva i soldi dello spaccio nascosti nella cassaforte comune e, addirittura, organizzava festini hard. «Un’orgia», ricostruiscono i magistrati grazie alle indagini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, alla quale hanno partecipato «due escort» e che si svolge (mentre lui non è presente) nell’ufficio del comandante Marco Orlando. È l’appuntato Montella a raccontarlo a un collega.

 

giuseppe montella

 La serata è organizzata per festeggiare un collega, l’appuntato lo accompagna nell’ufficio del comandante dove lo aspettano due prostitute: «Urlava come una dannata. Il cappello di Orlando, la giacca, ha buttato tutte le pratiche per terra. Era un bordello». Il sesso è un’ossessione. Nel racconto che dà il via alle indagini, un ex informatore della squadra parla di «una ragazza ucraina o russa tossica che quando è in astinenza si rivolge a Montella che la fa andare in caserma e gli dà la droga dietro prestazioni sessuali». L’informatore racconta ai magistrati di festini con una transessuale brasiliana.

 

In via Caccialupo, secondo gli inquirenti coordinati dal procuratore di Piacenza Grazia Pradella, sono avvenuti ripetuti abusi e pestaggi di pusher che venivano così costretti a rilasciare «false dichiarazioni spontanee», ammissioni di reati di spaccio mai commessi. Per questo nella caserma Levante ancora sotto sequestro nelle prossime ore saranno eseguiti esami con il luminol alla ricerca di tracce ematiche. Una caserma dei carabinieri diventata «scena del crimine».

carabinieri piacenza

 

Da ieri davanti all’edificio di via Caccialupo c’è una stazione mobile dell’Arma «per garantire il presidio sul territorio», spiega il comandante provinciale Massimo Savo. Alla guida della compagnia è stato nominato un nuovo capitano ricevuto ieri dal sindaco di Piacenza. I sei militari arrestati e i 4 destinatari di obbligo di firma su ordinanza del gip Luca Milani sono stati sospesi dal Comando generale dell’Arma. «È molto provato, non è uno spaccone», dice l’avvocato di uno di loro.

 

Negli atti della Procura c’è «l’incredulità» degli investigatori davanti a reati che le indagini dei finanzieri, guidati dal colonnello Sergio Vinciguerra, trasmettono in diretta grazie a un trojan (un virus che trasforma il telefono in una cimice) inoculato sul cellulare dell’appuntato Montella. Registrano, ad esempio, il carabiniere mentre «spartisce» otto chili di marijuana con uno dei fratelli pusher Giardino: «Oltre mezzo per me, mezzo per te». Lo intercettano mentre racconta a un collega dei soldi tenuti nella cassaforte della caserma: «Volevo prendere una cassetta in banca, ma costa. Ho paura che a casa me li rubino».

carabinieri piacenza e pusher

 

Alla moglie Maria Luisa (ai domiciliari), fa ottenere un pass per circolare nelle Ztl di Piacenza riservato a chi svolge «funzione di ordine pubblico». La richiesta è firmata dal comandante Orlando con la dicitura «moglie del signor Montella». La squadra di via Caccialupo va al ristorante in orario di lavoro. Montella fa selfie a tavola con i colleghi. «Abbiamo bevuto 4 bottiglie» e pagato «in nero».

 

L’appuntato ha un tenore di vita ben superiore ai redditi dichiarati. Per questo la sua villetta con piccola piscina di Gragnano Trebbiense è finita sotto sequestro. È la stessa dove a Pasqua organizza una grigliata con amici e parenti nonostante le norme Covid. Agli ospiti dà consigli su come evitare i controlli lungo le strade. Sul telefonino vengono captate le foto in giardino con brindisi a base del costoso champagne Dom Perignon.

I CARABINIERI DI PIACENZA E GLI ORDINI PER LA DROGA

 

 

Quando una vicina chiama il 112 per protestare, i colleghi fanno sparire traccia dell’intervento e forniscono l’audio della chiamata (anonima) per riconoscere la voce. Nei pochi mesi d’indagine - quasi tutta durante il lockdown - emerge anche un traffico di anabolizzanti: «Stanno andando a prendere le punture, le bombe». In caserma Montella è l’appuntato violento da «film poliziesco anni 70», fuori è un trafficante di droga che fa la scorta ai fratelli Giardino per ritirare i carichi a Milano. Quando il «socio» inizia ad avere debiti con i calabresi, lui ne parla con la compagna: «Si fa male con questa gente qua. Amore, ti ammazzano».

piacenza carabinieripiacenza carabinieriI CARABINIERI DI PIACENZA E LE BOTTE A UN PUSHER

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