xi jinping

L'ARTE CINESE IMBAVAGLIARE L'INFORMAZIONE (ANCHE ITALIANA) - PECHINO FINANZIA DA ANNI LE TESTATE DI TUTTO IL MONDO PER INFLUENZARE L'OPINIONE PUBBLICA - GLI OBIETTIVI SONO PICCOLI STATI CON DIRITTO DI VOTO ALL'ONU - TRA I CONTRATTI IN ESSERE, C'E' ANCHE UN ACCORDO CON L'ANSA, CRITICATO DALLA STAMPA INTERNAZIONALE - LUCA RIGONI, ALLORA AL TGCOM24: "AVEVAMO UN CONTRATTO CON I MEDIA CINESI PER I REPORTAGE. L'HANNO RESCISSO QUANDO ABBIAMO IPOTIZZATO CHE IL VIRUS PROVENISSE DA WUHAN"

Dagonews dal New York Times

 

Xi Jinping

Nell'autunno del 2019, poco prima che il Covid costringesse il mondo a chiudere le sue frontiere, un'associazione internazionale di giornalisti ha deciso di indagare su un argomento in quel momento caldo: che cosa sta facendo la Cina con i media?

 

La risposta è contenuta nel primo rapporto pubblicato dall'associazione: la Cina sta cercando di creare un'alternativa all'informazione mondiale, spesso dominata da canali come la Bbc e Cnn. E come? Pagando le testate nazionali di piccoli paesi, come la Guinea-Bissau o il Kenya, per distribuire all'interno del loro paese versioni in inglese del quotidiano China Daily.

 

Distributore di China Daily

E cosa intende fare la Cina con questo nuovo potere? Si sono chiesti i giornalisti internazionali, che mercoledì, con la Federazione che ha sede a Bruxelles, pubblicheranno i risultati di questa seconda ricerca. Il New York Times ha avuto modo di visionare in anteprima i risultati, ed ecco che cosa ne è emerso.

 

«Quando la pandemia ha iniziato a diffondersi, Pechino ha utilizzato la sua infrastruttura mediatica per diffondere una visione positiva della Cina e per fare disinformazione» ha scritto nel rapporto la signora Louisa Lim, ex capo ufficio dell'NPR a Pechino e ora docente presso l'Università di Melbourne. «È quello che hanno sempre fatto gli Stati Uniti» hanno fatto sapere da Pechino.

 

Cina Kenya

Così è successo che i giornalisti italiani hanno raccontato di aver subito pressioni per divulgare il discorso di Natale del presidente Xi Jinping, tanto da averne ricevuta una versione tradotta in italiano. In Tunisia, l'ambasciata cinese ha regalato all'emittente statale disinfettante e mascherine, pagato per rinnovare le costose apparecchiature televisive e offerto contenuti gratuiti pro-Cina. In Serbia un tabloid filo-governativo ha sponsorizzato un cartellone con l'immagine del leader cinese e le parole: «Grazie, fratello Xi».

 

Le campagne cinesi sui media, e quelle sui vaccini, si sono intrecciate con il programma di investimenti globali «Belt and Road», in cui il sostegno di Pechino ai paesi che vi aderiscono è vincolato non solo dal debito, ma anche dalle votazione chiave all'interno delle Nazioni Uniti.

 

Cartellone serbo

«Pechino sta costantemente rimodellando il panorama mediatico globale nazione per nazione», ha affermato la signora Lim.

 

Non tutto il gruppo di 54 giornalisti interpellati è d'accordo sull'interpretazione da dare a questi segnali: se alcuni sono allarmisti per le troppe pressioni del governo cinese, altri credono che si tratti di un altro gruppo di interesse in un panorama mediatico disordinato e complesso.

 

Tra i meno allarmati c'è l'Ansa. Il vicedirettore Stefano Polli ha ammesso che la Cina sta utilizzando sempre di più i media per «avere maggiore influenza nel nuovo equilibrio geopolitico» ma ha difeso il contratto di Ansa, che i giornalisti internazionali invece criticano nel rapporto, come un normale accordo commerciale.  

 

Stefano Polli

Luca Rigoni ha raccontato che quando lavorava a Tgcom24 diretto di Paolo Liguori la redazione non aveva corrispondenti a Pechino ma un contratto formale con i media statali cinesi per i reportage dalla Cina. La collaborazione si è però interrotta quando il telegiornale ha ipotizzato che il virus fosse uscito da un laboratorio cinese. «Non è l'unico paese in cui i principali programmi televisivi e radiofonici sono controllati dal governo o dal parlamento», ha detto Rigoni.

 

E il segretario generale della Federazione internazionale dei giornalisti, Anthony Bellanger, ha dichiarato in una e-mail che la sua opinione sul rapporto è che «mentre la Cina è una forza crescente nella guerra dell'informazione, è anche vitale resistere alle pressioni esercitate dagli Stati Uniti, Russia e altri governi in tutto il mondo».

 

Luca Rigoni

Non c'è dubbio su quale governo sia più impegnato in questa campagna adesso. Un rapporto dello scorso anno di Sarah Cook per la Freedom House, un gruppo senza scopo di lucro americano che sostiene la libertà politica, ha scoperto che Pechino spendeva «centinaia di milioni di dollari all'anno per diffondere i suoi messaggi al pubblico di tutto il mondo».

Ultimi Dagoreport

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”