putin gas russia

L'ITALIA È IN STATO DI PRE-ALLARME ENERGETICO - PER FARE UN DANNO A PUTIN DOVREMMO SMETTERE DI ACQUISTARE GAS E PETROLIO DALLA RUSSIA MA CON UN BLOCCO TOTALE DI TUTTE LE FORNITURE DALL'ESTERO, ABBIAMO OTTO SETTIMANE DI AUTOSUFFICIENZA - LA PROSSIMA SETTIMANA,  VERTICE CON URSULA VON DER LEYEN, CHE ORA LA TRANSIZIONE ECOLOGICA SE DA' IN FRONTE - L’ALGERIA HA PROMESSO DI AUMENTARE DI CIRCA 2 MILIARDI DI METRI CUBI LE SUE FORNITURE MA BISOGNA ANCHE AUMENTARE GLI ACQUISTI DAL QATAR...

gasdotti in europa

 

Sandro Iacometti per “Libero quotidiano”

 

Il tema ormai è chiaro. Se l'Europa vuole veramente mettere in ginocchio Putin deve smettere di finanziare le sue spese militari (stimare in circa 250 milioni al giorno) con l'acquisto quotidiano di circa 600 milioni di gas e 300 di petrolio. Facile a dirsi, un po' meno a farsi. Basta leggere l'intervista rilasciata ieri al Corriere dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, per avere un'idea. 

 

gazprom

«Con un blocco totale di tutte le forniture dall'estero», ha detto l'ex manager di Leonardo, che ha anche proposto di mettere un tetto Ue al prezzo del gas, «abbiamo fino a otto settimane di autosufficienza». Avete capito bene. Se decidiamo di staccarci dalla Russia con le nostre riserve possiamo andare avanti un paio di mesi. E poi? Nessuno lo sa. 

 

STOCCAGGI

COME ARRIVA IL GAS IN ITALIA

 La questione non riguarda solo l'Italia. Anzi. Sebbene non siamo il Paese che per la sua produzione di elettricità dipende di più dal gas, e in particolare da quello russo (per oltre il 40% su una quota di importazione di metano che tocca il 95% del nostro fabbisogno) sembra che i nostri stoccaggi siano un po' più pieni (al 38% della capienza) rispetto a quelli della Ue (in media al 28%). Ma la sostanza cambia poco. Giorno più giorno meno, tutti restiamo a secco. 

 

estrazione di gas nel mediterraneo orientale

È per questo che la prossima settimana ci sarà un vertice ad hoc con Ursula von der Leyen. Mentre la presidente della Ue, però, continua a puntare sul miraggio della transizione ecologica («L'Ue deve liberarsi della dipendenza dal gas, petrolio e carbone della Russia. E per questo dobbiamo diversificare e investire massicciamente nelle rinnovabili», ha detto ieri), che ovviamente non è una soluzione nel medio periodo ed è anzi una parte del problema che ci troviamo oggi ad affrontare, in Italia per una volta c'è la sensazione che si stia andando al sodo. 

estrazione di gas 4

 

«Senza perdere un attimo di tempo, stiamo intervenendo per rafforzare con altri Paesi la nostra cooperazione energetica. Lavoriamo per aumentare le nostre forniture di gas nel breve, medio e lungo periodo, per evitare ogni genere di ricatto», ha spiegato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che, dopo l'Algeria, è volato in Qatar insieme all'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, per una visita di due giorni anticipata da una telefonata di Mario Draghi all'emiro Tamin Bin Hamad Al Thani. Lo scambio di vedute, fa sapere Palazzo Chigi, si è concentrato «sull'eccellente partenariato bilaterale e sulla collaborazione energetica». 

gasdotto transmed

 

QATAR E ALGERIA 

Il Qatar, va ricordato, è cruciale: terzo produttore di gas naturale al mondo (oltre 177 miliardi di metri cubi all'anno), per l'Italia è al momento il terzo esportatore di gas naturale - dopo appunto la Russia e l'Algeria- e il primo di gas naturale liquefatto, per una fornitura di 6,9 miliardi di metri cubi l'anno pari a quasi il 10% del totale delle importazioni, contro il 40% del gas russo. Algeri intanto ha già promesso a Roma di aumentare di circa 2 miliardi di metri cubi le sue forniture per arrivare a 30 già «nei prossimi mesi». 

 

Anche la Germania guarda altrove: ieri ha avviato una collaborazione con Nederlandse Gasunie e Rwe per costruire un terminale di gas naturale liquefatto nella città portuale settentrionale di Brunsbuettel. Sullo sfondo, però, se l'Ue vuole fare sul serio, si intravede anche lo spettro del razionamento. L'Italia è già in stato di pre-allarme energetico. 

 

estrazione di gas 1

Si tratta di un primo passaggio di un protocollo di crisi che, dopo l'allarme, può portare all'emergenza. In quel caso scatta l'utilizzo degli stoccaggi strategici e il taglio delle forniture per alcune imprese. Il Paese non dovrebbe comunque restare al buio, ma i danni sarebbero ingenti. Con un razionamento del 10% dell'energia la Bce ha stimato una contrazione del Pil di quasi l'1%. In pratica, dopo la straordinaria crescita del 2021, ingraniamo la retromarcia.

esplosione gasdotto kharkiv 1esplosione gasdotto kharkiv 2gasdotto transmed I RIFORNIMENTI DI GAS DI ITALIA E EUROPAgasdotto transmed

Ultimi Dagoreport

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....