1. ’U NANU E L’ASCESA AL POTERE CON IL VIA LIBERA DEI MILANISTI I CLAN IL COLLANTE TRA LE CURVE
Estratto dell'articolo di Cesare Giuzzi per il "Corriere della Sera"
«Noi non siamo una democrazia che tutti possono dire quello che vogliono. Non è così, è una falsa democrazia. Noi comandiamo e decidiamo noi...». Così, Andrea Beretta, sintetizza in una piccola lezione di «mentalità» cosa significhi comandare una curva. In questa «falsa democrazia» però secondo gli inquirenti si nasconderebbe molto di più: droga, estorsioni, infiltrazioni mafiose. Tutto su un unico tavolo che mette insieme interisti e milanisti. […]
Poi ci sono i concerti, gli eventi e tutto ciò che ruota intorno al Meazza (e non solo). Per questo il sospetto degli inquirenti che indagano sul delitto Bellocco è che per forza di cose ci sia un’intesa (criminale) tra i vertici delle due curve.
antonio bellocco e andrea beretta
[…] Ma due anni fa succede qualcosa che fa cambiare le carte in tavola. E riguarda lo sbarco a Milano di Antonio Bellocco che, si dice, non solo scalza Beretta dal suo ruolo di capo ultrà, ma trova le maggiori simpatie dell’altra sponda, quella rossonera. Anche perché la famiglia Bellocco è una garanzia, e il narcos Luca Lucci (capo dei milanisti) ben conosce la geografia della ’ndrangheta. Così Berro diventa sempre più scomodo, fino al piano di farlo fuori e alla contro uccisione di ’u Nanu.
Ma per capire come si sia arrivati fin qui occorre partire da quell’intercettazione e da un’inchiesta del 2019 (pm Lesti, gip Salvini) che la procura aveva da poco avviato per far luce sugli assetti della curva dopo gli incidenti di Inter-Napoli del 2018 che avevano portato alla morte dell’ultrà Dede Belardinelli.
L’inchiesta ricostruisce l’ascesa dello «zio» Boiocchi, tornato sulla Nord dopo 26 anni di galera, e il sempre maggior potere di Berro. In quell’indagine emergono anche pressioni sulla società (molto brusche) di Boiocchi per avere biglietti e agevolazioni. Tutto però finisce archiviato. […]
Quando Boiocchi viene ucciso — nell’ottobre 2022 […] Beretta finisce quasi naturalmente sulla poltrona più importante. […] Ma il capo ultrà non può andare allo stadio perché daspato e la sorveglianza speciale gli impedisce di venire a Milano. Così si affida a Marco Ferdico […] come rappresentante e volto degli ultrà nerazzurri.
Ferdico è giovane, ha una condanna per droga, sa usare i social e ha una faccia meno «violenta» rispetto a quella di Beretta. […] Ferdico però ha anche legami acquisiti con la Calabria, e una grande amicizia con Antonio Bellocco. ‘U Nanu si è trasferito da poco a Pioltello, nell’hinterland di Milano, dopo aver scontato 9 anni per associazione mafiosa. È interista, e lentamente entra sempre più nel giro della Nord. […]Bellocco […] sale. Sempre più in alto. I social mostrano le tracce di questa scalata.
andrea beretta e antonio bellocco nella partita di calcetto prima dell'omicidio
Foto di vacanze con Ferdico e family, foto con i ragazzi della curva, foto con il capo ultrà Beretta. Negli ambienti dell’antimafia si drizzano i capelli. Il rampollo di ’ndrangheta non si nasconde, anzi. Si arriva così alla scalata e allo scontro finale con Beretta. Ma finisce nel peggiore dei modi. Il solo trono che mai traballa è quello rossonero di Lucci. Anche lui non può andare allo stadio ma ha pretoriani (calabresi) che sorvegliano tutto dagli spalti. […]
2. LA SOFFIATA PRIMA DELL’OMICIDIO «DA GIUGNO TEMEVO DI MORIRE»
Estratto dell'articolo di C. Giu. per il "Corriere della Sera"
La soffiata decisiva arriva quattro giorni prima del delitto. A spifferare che il piano di uccidere il capo ultrà Andrea Beretta è ormai pronto è «una persona molto vicina a Bellocco». È l’ultimo colpo per Berro […] «Voleva farmi fuori», racconterà Beretta ai pm Paolo Storari e Sara Ombra che lo interrogano mercoledì sera quando confessa di aver ucciso a coltellate l’amico rivale Antonio Bellocco. E ammette che si è trattato di un agguato improvvisato. Perché Bellocco — rampollo della ’ndrangheta di Rosarno — era disarmato e la pistola con la quale la vittima gli avrebbe sparato un colpo all’anca era in realtà sua (aveva una fondina ascellare).
Anche se, dice, c’è stata una colluttazione e Bellocco è riuscito a strappargliela di mano. I filmati delle telecamere (mostrati ieri dal TgLa7 ) riprendono il capo ultrà che dopo aver ferito una prima volta Bellocco ed essere caduto dalla portiera del guidatore, si rialza, gira intorno alla Smart, apre il lato passeggero e si allunga nell’abitacolo. In quel momento, secondo procura e carabinieri, colpisce di nuovo Bellocco. Con ferocia, più volte, come per finirlo. Un frame decisivo che potrebbe allontanare l’ipotesi (sempre più remota) di una legittima difesa. […]
C’è poi un altro giallo. Uno dei due testimoni ha detto di aver sentito «due spari» e non uno. Tanto che i carabinieri del Nucleo investigativo sono tornati ieri a Cernusco sul Naviglio, fuori dalla palestra «Testudo», alla ricerca dei segni di un secondo proiettile. E lo stesso hanno fatto sull’auto di Bellocco. Tutto finora senza esito. Beretta parla di un solo colpo nei suoi confronti prima della caduta del caricatore che ha lasciato l’arma scarica. […]
«Io ho cercato fino all’ultimo di tenere fuori i calabresi dalla curva», ha ripetuto Beretta in questi giorni definendosi una sorta di baluardo contro le infiltrazioni mafiose. Non ha spiegato però a cosa si riferisse e quali fossero i reali interessi di Bellocco. Ma se davvero esiste una torta che faceva gola al clan della ‘ndrangheta, significa che quella torta è stata a lungo nelle mani di Beretta e soci. «Noi ultrà siamo delinquenti, ma quelli sono peggio». Intorno a sé però negli ultimi tempi avrebbe raccolto sempre meno consenso.
In mezzo c’è la figura di Marco Ferdico, volto pubblico della Nord, voluto proprio da Beretta. È stato colui che ha introdotto Bellocco negli ambienti del tifo. Dopo la spaccatura, iniziata alla fine dello scorso campionato, Ferdico ha finito per sostenere di fatto la scalata dell’amico calabrese. Beretta però non è uno sprovveduto (ha amicizie con i Manno-Maiolo della ’ndrangheta di Pioltello) e può contare ancora su diversi legami di peso in curva. Come l’insospettabile («molto vicino a Bellocco») che prima del delitto lo ha messo in guardia. Un nome che scotta e molti (non solo gli investigatori) stanno cercando di scoprirlo.
Dalla Calabria, intanto, sono arrivati a Milano diversi familiari della vittima. Almeno quelli che non sono in carcere. Il timore di una vendetta immediata agita le cosche. […] Una faida adesso avrebbe effetti nocivi sugli affari di tutti. Ma la morte del rampollo di un casato così importante non potrà restare impunita. E questo Beretta, in isolamento nel carcere di Opera, lo sa fin troppo bene.
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