alessandro profumo massimo dalema d'alema luciano carta

GLI AFFARI DI D'ALEMA CON LA COLOMBIA, DI CUI L'AD PROFUMO ERA INFORMATO, SPACCANO LEONARDO - L'AUDIT INTERNO DEL GRUPPO, GUIDATO DAL GENERALE LUCIANO CARTA, VUOLE VEDERCI CHIARO NELLA TRATTATIVA CON IL GRUPPO COORDINATO DA “BAFFINO”, TRA BROKER CACIOTTARI, PARAMILITARI E GIANCARLO MAZZOTTA, IMPUTATO PER ESTORSIONE AGGRAVATA DAL METODO MAFIOSO - LO STOP ALLA TRATTATIVA E’ ARRIVATO NON APPENA E’ EMERSO IL RUOLO DI D’ALEMA: IL SUO NOME DOVEVA RESTARE COPERTO?

Giacomo Amadori per “la Verità”

 

MASSIMO DALEMA

In questi giorni è in corso un audit interno di Leonardo avviato al fine di ricostruire la trattativa per la vendita di armi alla Colombia portata avanti con la mediazione di Massimo D'Alema. Il potere di verifica è in mano al presidente dell'azienda, il generale Luciano Carta, già direttore dell'Aise, il nostro controspionaggio.

 

Voci interne da tempo riferiscono di un presidente e di un amministratore delegato, Alessandro Profumo, che convivono da separati in casa e certamente questa vicenda non aiuterà a cementare i loro rapporti. Leonardo dalla primavera del 2021 aveva già un sales promoter locale, la Aviatek group, società specializzata in energia, aviazione, ingegneria, presieduta da tale Luis Zapata.

 

avvocato Robert Allen

Il broker è stato contrattualizzato dopo mesi di reputation check per i suoi agganci in Colombia. Con lui in campo Leonardo inizia a trattare la vendita di 5 aerei d'addestramento M-346 con l'Aeronautica militare colombiana. Un affare da 350 milioni di euro.

 

A quanto risulta alla Verità l'inizio della trattativa sarebbe stato ufficializzato anche presso l'Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento del ministero degli Esteri, anche se dalla Farnesina fanno sapere che non è chiaro quando le aziende debbano segnalare l'avvio delle contrattazioni e che le società non sono tenute a comunicare informazioni relative a intermediazioni, né tantomeno sul valore delle provvigioni.

 

MASSIMO DALEMA - FONDAZIONE DEGLI STUDI PROGRESSISTI

In autunno, però, Zapata viene scavalcato. Un amico di Massimo D'Alema, il plurimputato ed ex sindaco di Carmiano Giancarlo Mazzotta, mette in campo due broker pugliesi che sembrano usciti da una di quelle classiche storie italiane in cui niente è come sembra. I due vantano curriculum e contatti che si stanno dimostrando o falsi (i primi) o compromettenti (i secondi). Mazzotta li porta da D'Alema e i quattro iniziano a parlare della possibile vendita alle forze armate colombiane di 2 fregate, 2 sommergibili e ben 24 M-346, merce con valore superiore ai 4 miliardi di euro.

alessandro profumo hensoldt

 

D'Alema ne parla con Profumo e questi con ogni probabilità è ingolosito dalla proposta, anche se Leonardo aveva intavolato da oltre un anno un confronto sul tema con le autorità colombiane. Non è chiaro se sia l'ex sindaco pugliese o l'ex premier, ma qualcuno indica come mediatore da contrattualizzare lo studio Robert Allen Law di Miami. Iniziano le trattative per l'accordo. Il succo è che il nuovo broker verrà pagato se il prezzo dell'affare supererà i 350 milioni di euro.

 

massimo dalema tratta con edgar fierro 5

In questo caso la provvigione sarà del 2%. E forse, come ha dichiarato D'Alema, oltre al «success fee» i mediatori avrebbero incassato pure «un compenso come "retailer", come rimborso spese». Inoltre, superato il tetto dei 2 miliardi, sarebbe stato previsto un ulteriore lauto premio. Di certo D'Alema contava di portare a casa almeno 80 milioni di euro da dividere tra la parte italiana e quella colombiana. L'importante era che risultasse come consulente l'avvocato Umberto Claudio Bonavita dello studio Allen.

 

Alessandro Profumo

La preparazione del contratto è andata avanti spedita sino a fine febbraio. L'ultimo contatto tra Bonavita e Leonardo sarebbe avvenuto intorno al 22-23 febbraio ed è stato fissato in vista di un imminente contrattualizzazione. Qualche giorno prima, l'8 febbraio l'ad Profumo, il dg di Fincantieri Giuseppe Giordo e D'Alema avrebbero dovuto parlare con il ministro della Difesa, Diego Molano Aponte, ma questi non si era presentato. Ma questa brutta figura non aveva fatto arenare la trattativa. Subito dopo, però, succede qualcosa che probabilmente crea un corto circuito.

 

giorgio mule sottosegretario di stato alla difesa foto di bacco

Il 10 febbraio D'Alema parla con un ex paramiliatare delle Auc, Edgar Fierro, temendo di essere stato scavalcato dal governo italiano come interlocutore privilegiato, e cerca nuovamente di agganciare Aponte: «Dobbiamo evitare che ci siano due canali paralleli» sostiene. E aggiunge: «Perché tutto questo negoziato deve passare tra di noi, attraverso un solo canale». Cioè il suo e quello dell'improvvisato circo Barnum che lo accompagna. Ma il sottosegretario Giorgio Mulè viene a sapere dalla ambasciatrice della Colombia in Italia che D'Alema si era presentato da lei dicendo di agire per conto di Leonardo.

JET M346 DI LEONARDO

 

A questo punto il politico di Forza Italia convoca il direttore generale dell'azienda Lucio Valerio Cioffi nel suo ufficio. È il 17 febbraio. Mulè ricorda al manager di essere stato coinvolto a dicembre dalla stessa azienda affinché il governo seguisse la trattativa per la vendita degli M-346, e chiede a che titolo si stia muovendo D'Alema. Il dg balbetta e se ne va. Nello stesso pomeriggio si fa sotto con Mulè anche Mazzotta il quale spiega al sottosegretario che D'Alema si trova nei paraggi e che è pronto a incontrarlo. L'esponente del governo mette alla porta l'ex sindaco.

 

Giancarlo Mazzotta

Ma a Leonardo, nonostante la trattativa parallela sia stata scoperta, non devono sapere che pesci pigliare e inizialmente fanno finta di niente. Il 21 febbraio Bonavita scrive a uno dei due broker, Francesco Amato: «Questa settimana chiudo definitivamente con le ditte italiane. Con questo abbiamo il mandato. Entro giovedì devo avere in mano i due contratti». Cioè il 24 febbraio quando, effettivamente, ci sarebbe stato l'ultimo contatto. Sino ad allora, probabilmente, nessuno aveva avuto da ridire sul coinvolgimento, seppur non ufficiale, di Mazzotta, imputato per estorsione aggravata dal metodo mafioso, e dei due broker denunciati nei giorni scorsi per aver falsificato documentazione di un importante organismo internazionale per arricchire i propri cv.

 

luciano carta foto di bacco

Non era stato approntato nessun controllo approfondito nemmeno sullo studio Allen specializzato non certo nella compravendita di armi, bensì di super yacht. E D'Alema? Qualcuno aveva pensato a come ufficializzare il suo ruolo o doveva rimanere un fantasma? Forse la risposta la darà l'audit.

 

Secondo una prima versione ufficiosa l'allarme rosso sulla trattativa sarebbe scattato il 28 febbraio, cioè lo stesso giorno in cui il sito Sassate dà la notizia della mediazione di D'Alema nella trattativa per la vendita di armamenti. In quel momento non si sa ancora né del ruolo dei broker, né di Mazzotta, né dei rapporti pericolosi con i paramilitari colombiani.

 

Tanto meno era stato reso pubblico l'audio in cui D'Alema rivendicava un guadagno per sé e i suoi da 80 milioni di euro. Tra il 17 e il 28 febbraio Mulè e il sito Sassate (il primo direttamente, l'altro sul Web) avevano fatto sapere a Leonardo che il ruolo di D'Alema era di pubblico dominio. Il nome dell'ex premier doveva restare coperto? È difficile spiegare diversamente l'improvviso stop per la sola emersione del ruolo dell'ex segretario del Pds, di cui era informato dall'autunno lo stesso ad Profumo.

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)