alfredo romeo matteo renzi

ALT! PARLA ALFREDO ROMEO: “SONO FINITO NEL TRITACARNE PERCHÉ ERO STRUMENTALE PER PORTARE UN ATTACCO POLITICO ALLA LEADERSHIP DI RENZI DA UNA PARTE, DALL’ALTRA METTERMI ALLA GOGNA SERVIVA A TENERE LONTANI I RIFLETTORI DAL VERO MARCIO DI CONSIP” - “I 60MILA EURO ALLA FONDAZIONE DI RENZI? SONO STATO MAL RIPAGATO. MI HANNO TACCIATO DI FEDELISSIMO RENZIANO E NON SONO STATI RESTITUITI, MA SI SA: PECUNIA NON OLET”

Da www.adnkronos.com

 

ALFREDO ROMEO

"Sono finito nel tritacarne perché ero strumentale per portare un attacco politico alla leadership di Matteo Renzi da una parte, mentre dall'altra mettermi alla gogna serviva a tenere lontani i riflettori dal vero marcio di Consip". A dirlo, in un'intervista all'Adnkronos, è l'imprenditore Alfredo Romeo. Il "vero marcio di Consip", spiega Romeo, "era stato da me denunciato negli esposti, e cioè il cartello di aziende che era contro di me, e non mosso da me, come risulterebbe evidente se le carte fossero lette con attenzione".

MATTEO RENZI

 

Nelle maglie del cosiddetto caso Consip, aggiunge l'imprenditore, "c'è un risvolto politico che mi coinvolge, o meglio mi travolge strumentalmente. Sarebbe interessante, infatti, capire che cosa si intenda per caso Consip. Tutte le cose di cui sono accusato sul fronte delle gare, infatti, sono state denunciate da me con esposti che hanno avuto seguito solo quando il sottoscritto era finito nel tritacarne".

 

ALFREDO ROMEO

Per quanto riguarda il "favore" con il quale negli anni scorsi ha guardato al progetto politico di Renzi, contribuendo anche con un finanziamento alla Fondazione Big Bang, Romeo afferma che si è rivelato uno "sguardo 'favorevole'" per il quale "sono stato mal ripagato". Secondo l'imprenditore "i 60mila euro, ufficiali e dichiarati, alla sua fondazione sono stati la leva per tacciarmi di fedelissimo renziano, ma lo stesso Renzi, a Report nel 2013, dichiarò che se avesse saputo che quei soldi provenivano da me, avrebbe detto di non accettarli.

lotti renzi

 

Potrei aggiungere che non sono stati restituiti, ma si sa: pecunia non olet. Certo che è strano - prosegue Romeo - che un renziano-renzianissimo come me, poi dovesse inseguire il papà del premier come qualche magistrato continua a suggerire, cercando ancora una volta di gettare ombre su Matteo Renzi e sulla sua presunta leadership nel campo della sinistra riformista. Si vede che qualcuno ha paura di quello che dice, che fa e che può fare".

 

TIZIANO RENZI ALFREDO ROMEO E I SOLDI SOTTO LA MATTONELLA

Romeo sostiene che "per gettare quelle ombre usano sistematicamente il mio nome. Si vedano i giornali di Travaglio e Belpietro in particolare: si potrà verificare, infatti, che c’è stata una recrudescenza di articoli su di me e sui miei presunti incroci con il papà di Renzi a cavallo della scelta di fare una scissione nel Pd. Il Fatto, la Verità, sparano su di me che sono la Croce Rossa, per sparare 'missili stampa-Renzi', contro un uomo che con abilità tutta politica è ritornato al centro della scena e potrà determinare infinite azioni future del governo, e non solo".

 

LUCA LOTTI MATTEO RENZI

Romeo, che il prossimo 9 ottobre tornerà in aula al Tribunale di Napoli per il processo che lo vede imputato per corruzione, racconta che "in questi ultimi quattro anni il sottoscritto e le sue aziende sono state al centro di un assedio implacabile, spesso condotto con strumenti che non si possono immaginare come esiti di un atteggiamento sereno nei miei confronti”.

 

lotti tiziano renzi

"Se non fossi sereno io, sulla mia condotta, dovrei immaginare che qualcun altro non lo sia. Anche perché - aggiunge - la sensazione che posso raccontare è che il castello costruito a mio danno sia così complesso, costoso e immaginifico, che non sia nemmeno ipotizzabile non darmi almeno una piccola pena in primo grado. Il risultato mediatico sarebbe tale, che tutte le successive assoluzioni passerebbero in sordina, e chi si è mosso sul pregiudizio comunque porterebbe un gol alla propria curva di tifoseria". "Io per l'opinione pubblica - ammette - sono come un derby di calcio: divisivo al 50%. Diavolo o vittima. Buono o cattivo. Per me si tifa contro o a favore, difficile che qualcuno si applichi a ragionare e a vedere i fatti. Spero, anzi sono certo, che però lo faranno i giudici di merito"

 

Alfredo Romeo 3MATTEO RENZI TIZIANO

"Le mie aziende - afferma ancora Romeo - sono state rivoltate come calzini in questi anni e non è stato trovato uno spillo fuori posto. Migliaia di pagine di analisi, indagini e controlli incrociati dimostrano che il Gruppo è sano e opera correttamente sul piano amministrativo, fiscale e contrattuale. Dunque noi continuiamo a lavorare con pieno diritto e trasparenza non solo con enti pubblici in Campania, ma in tutta Italia". "Lì dove ci sono stati dei rallentamenti - spiega l'imprenditore - è perché alcuni committenti, con iniziative arbitrarie e del tutto temerarie, hanno tentato di agire in nostro danno, senza che ci fosse una ragione di diritto o di fatto che potesse avallare quelle stesse iniziative. Con la forza della ragione, del buon titolo e del diritto, ci siamo opposti e chiederemo i danni. Anche su questo fronte sono sereno".

ALFREDO ROMEOALFREDO ROMEO

 

MATTEO RENZI A OTTO E MEZZO

Romeo sottolinea però che "questa autodeterminazione sregolata, fondata su presupposti errati e senza rispetto delle regole e delle controparti, provoca danni spaventosi, non solo alle aziende, ma al sistema economico in generale, che perde le tutele e gli automatismi di garanzia per far funzionare il sistema dell’impresa e del lavoro, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro, con una indifferenza alla vita delle persone e dell’apparato produttivo che lascia esterrefatti".

TIZIANO RENZI ALLA FESTA DELL UNITA DI RIGNANO -3

 

Il processo, dopo una lunga serie di rinvii e di stop procedurali, si avvia verso la fase dibattimentale (la prossima udienza è fissata per il 9 ottobre) e Romeo si è detto "certo di poter chiarire ogni dubbio su accuse che sono state costruite su un pregiudizio di fondo nei miei confronti, che mi perseguita da più di dieci anni. Ma l’analisi puntuale dei fatti, dei riscontri e delle controdeduzioni mi lascia sereno". Secondo l'imprenditore, "le minuterie che formano la base d’accusa sono talmente improbabili, che un giudice sereno non avrà difficoltà a valutarle per quelle che sono: 'scorie del pregiudizio', così le chiamerei. Si può mai immaginare che la 'prova' che io sia un corruttore è una pianta grassa, un myrtillocactus del valore di una quarantina di euro? Se io fossi un giudice sereno direi: 'Ma mi faccia il piacere!'".

ALFREDO ROMEO

 

Alla richiesta di un commento sulla nascita di Italia Viva, l'impreditore ha affermato che "Renzi ora ha un partito che sulla carta può fare l'ago della bilancia, e l'ha creato dentro al Parlamento senza passare per le elezioni che quasi certamente lo avrebbero spazzato via. Chapeau!".

MATTEO E TIZIANO RENZI

 

L'Romeo sottolinea però che, "se vogliamo parlare del disegno politico, io non faccio il tifo per Renzi o per chicchessia. Penso però che il Paese abbia bisogno di stabilità, normalità, continuità e credibilità. Ma anche di riforme, dal sistema fiscale a quello giudiziario, piaccia o no a Davigo, Travaglio & co., che sono del partito che 'non esistono innocenti ma solo colpevoli che se la sono cavata'”.

 

Alfredo Romeo esce dal carcere

“E qui - aggiunge - devo spezzare una lancia per la categoria degli imprenditori, non per me: non si può vivere e lavorare in un Paese paralizzato dalla paura dell’attività giudiziaria. Prendiamo le norme su tasse o corruzione: anche un errore viene punito più che un reato grave contro la persona. Ma nulla si fa, invece, per combattere l’elusione fiscale da una parte, che è più grave dell’evasione, e meno ancora per semplificare la burocrazia a carico delle imprese, che determina i più evitabili, diversamente, casi di rapporto corruttivo tra imprenditore e pubblico ufficiale".

 

MATTEO E TIZIANO RENZI

Infine Romeo ricorda che nel caso Consip "c’è un reo confesso, Marco Gasparri, che mi chiama in correità nel tentativo di capire i meccanismi delle gare Consip. Anche qui i riscontri alle accuse di Gasparri sono nulli, ma negli atti i giudici già potrebbero individuare l’assoluta inaffidabilità di quel signore".

 

Alla "inaffidabilità" dell'ex dirigente di Consip Marco Gasparri, secondo Romeo, andrebbero aggiunte le "manipolazioni evidenti delle indagini: non dimentichiamo che questo filone di inchiesta è stato tolto al pm Woodcock che l’aveva avviato e al suo fedelissimo, ma a dir poco sciatto, maggiore Scafarto". Questo, sottolinea l'imprenditore, "dovrebbe indurre i giudici a considerare con angolazione diversa tutta la vicenda. E se si fa la ricostruzione del presunto 'scandalo', si rimane basiti dall'inconsistenza dell’impianto accusatorio. Ma - conclude - ci vorrebbe una giornata a descriverlo".

INCHIESTA CONSIP - IL PIZZINO STRAPPATO Lotti Renzi INCHIESTA CONSIP - I PIZZINI DI ALFREDO ROMEOAlfredo Romeo AVVOCATI DI ALFREDO ROMEOINCHIESTA CONSIP - I PIZZINI DI ALFREDO ROMEOalfredo romeo1ALFREDO ROMEO

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…