golinelli

ANCHE I FILANTROPI GETTANO LA SPUGNA – MARINO GOLINELLI, FONDATORE DELL’ IMPERO FARMACEUTICO “ALFASIGMA”, VARA UN PIANO DI TAGLI E DELOCALIZZAZIONI: “NEL NOSTRO PAESE C'È TROPPA INCERTEZZA” – HA DONATO 85 MILIONI DEL SUO PATRIMONIO: “I RAGAZZI DI OGGI VEDRANNO UN PIANETA DOVE CI SARANNO DIECI O UNDICI MILIARDI DI PERSONE CHE AVRANNO BISOGNO DI CASE, CIBO, ACQUA, SALUTE"

Antonio Amorosi per La Verità

MARINO GOLINELLI

 

La fine della borghesia italiana non è un pranzo di gala e non è indolore. La storia del magnate Marino Golinelli e della sua impresa, Alfasigma, ne può essere l' emblema paradossale. Non c' è balsamo o medicinale a consolarci dalla paura.

 

«I ragazzi di oggi vedranno un pianeta dove il welfare sarà un ricordo, gli ospedali non saranno certo quelli di oggi saremo dieci o undici miliardi che avranno bisogno di case, cibo, acqua, salute». Parola di Marino Golinelli, pioniere della farmaceutica. Golinelli è nato a San Felice sul Panaro, in provincia di Modena, da padre e madre contadini poveri del dopoguerra.

 

Ma ha saputo cambiare la sua vita creando l' impresa farmaceutica Alfa, oggi diventata Alfasigma, terzo gruppo farmaceutico italiano con 2.800 dipendenti e 1 miliardo di fatturato nel 2016. Ma dallo zucchero comprato al mercato nero nel dopoguerra ai viaggi nella nebbia emiliana, per portare lo sciroppo in città, di tempo ne è passato.

 

MARINO GOLINELLI

Sono arrivate le acquisizioni di imprese come Schiapparelli 1824 e Wassermann e - nel 2015 - di Sigma Tau. E prodotti di grande successo quali il Vessel contro le trombosi, il Normix per la prevenzione dei tumori nell' intestino, il Fluxum contro le emorragie, l' Esoxx, protettore della mucosa esofagea, il Reumaflex per la cura dell' artrite reumatoide. Così come l' ascesa per la famiglia al rango di borghesia illuminata e intelligente.

 

Da qualche anno Marino, che oggi ha 95 anni, è diventato anche filantropo donando 85 milioni di euro del suo patrimonio personale per formare i cittadini del futuro e «ridare alla società almeno in parte ciò che ha ricevuto». Perché la questione è semplice: occorre capire come sarà questo mondo globale senza confini per realizzare le soluzioni adatte.

 

Dall' idea nasce nel 1988 la Fondazione Golinelli e negli anni recenti l' Opificio Golinelli a Bologna, una cittadella della conoscenza e della cultura: 14.000 metri quadrati ottenuti dalla ristrutturazione di una fonderia che accoglie iniziative per 150.000 persone l' anno.

marino e paola golinelli

Una struttura ad alta tecnologia per insegnare a riflettere e ideare, dedicata soprattutto ai più giovani, forse unica in Europa, per comprendere come fare impresa, ricerca, arte, cultura e poter vivere nel mondo che verrà. Per ridare speranza alla comunità che lo ha arricchito. E consentire così di fare anche tanti affari a tutti.

 

«Sono il più giovane in famiglia», sussurra agli amici Marino, tra il divertito e il preoccupato. L' impresa Golinelli sembrava la prova di come nel primo mondo si potesse far convivere successo, fatturati, lavoro, investimenti e «ritorni» etici. Golinelli è amato e celebrato a Bologna, dalle istituzioni agli enti locali, fino alle associazioni, sindacati, giornali di destra come di sinistra. Marino è presidente onorario di Alfasigma e il figlio Stefano la dirige.

 

Nelle scorse settimane però Alfasigma ha lanciato un piano esuberi di 456 dipendenti in forze a Milano (299), Pomezia (138), Alanno (13) e Bologna (6). Resteranno tutti a casa.

Tutti posti di lavoro che spariranno dall' Italia. Alfasigma si è già lanciata in Paesi dove è ancora possibile fare impresa come gli Usa (ad alto tasso tecnologico) o in quelli in via di sviluppo di prima fascia quali Russia, Cina, paesi dell' est Europa, Messico e sud America.

i coniugi golinelli

 

Chi si aspettava il sindacato sul piede di guerra è rimasto deluso. Un comunicato in sordina è stato emesso a inizio settembre. Ma nessuno sembra permettersi di accampare questioni. Ironia della sorte la Uil, con il segretario nazionale Carmelo Barbagallo, ha addirittura partecipato il 28 settembre scorso all' iniziativa di Opificio Golinelli: «Giovani e lavoro: quale futuro?». Con lui il sindaco Virginio Merola e il governatore Stefano Bonaccini.

 

Più delle solite parole di politici e sindacalisti quale futuro ci sia in Italia lo fa capire il piano industriale di Alfasigma. In Italia non si intravedono prospettive di crescita vista l'«incertezza legata alla forte instabilità politica... la spesa farmaceutica nazionale è inferiore del 30% agli altri grandi Paesi europei (con prezzi inferiori, ndr) ... il settore è inoltre caratterizzato da continue e diverse misure di contenimento della spesa». A questo aggiungiamo che le acquisizioni Alfasigma hanno prodotto dipendenti doppioni e che la scadenza di alcuni brevetti procurerà «una perdita di fatturati di 40 milioni di euro».

marino e paola golinelli con sonia raule

 

Pertanto, meglio andare in mercati emergenti, sapendo che quello italiano è una palude, un' odissea anche per chi ha grandi capitali. E non avere così effetti imprevisti o peggiori in futuro.

 

Poche parole scritte per esprimere una cesura irreversibile tra vecchio e nuovo mondo.

Non siamo di fronte alla classica frattura generazionale tra padre e figlio. Il primo che ha costruito l' impero uscendo dalla guerra e il secondo che cerca di fare i soldi facili. No. Ma di fronte a un' Italia che non è più un luogo di investimenti per la borghesia nazionale anche «illuminata».

 

Un terreno che per condizioni resta solo a chi vi è costretto. Più facile e meno rischioso è guardare altrove, dove creare lavoro è semplice e il contesto istituzionale ti aspetta a braccia aperte. Facile a farsi anche se è brutto a dirsi. Perché il lavoro non si crea con i buoni sentimenti.

paola e marino golinelli marino golinelli 4alfa sigma Golinelli marino golinelli 3golinellimarino golinelli marino golinelliGolinelli paola e marino golinelli

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…