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ANTONELLA VIOLA SI È PRESA UNA SBORNIA (DI VISIBILITÀ) – CRISTIANA LAURO COMMENTA IL PIPPOZZO SUL VINO DELL’IMMUNOLOGA PREZZEMOLINA, CHE SOSTIENE CHE “CHI BEVE HA IL CERVELLO PIÙ PICCOLO”: “FAREBBE MEGLIO A RICORDARE, COME SCIENZIATA, IL FATTO CHE DA DIVERSI MILLENNI L’UOMO PRODUCA E CONSUMI VINO SENZA ESSERSI ANCORA ESTINTO” – “IL VINO È IL NOSTRO PETROLIO, SE VOGLIAMO VEDERE ANCHE IL LATO ECONOMICO. È PARTE INTEGRALE DELLA VITA E DELLA SOCIALITÀ DELL’UOMO E METTE DI BUON UMORE. O VOGLIAMO DIRE CHE LE MOLECOLE SINTETICHE ALLE QUALI RICORRONO IN TANTI NON HANNO CONTROINDICAZIONI? QUELLE FANNO BENE?!”

cristiana lauro 1

1. SE L’IMMUNOLOGA VIOLA METTE BOCCA ANCHE SUL VINO, ALLORA PARLIAMO DI SBORNIA DA VISIBILITA’ IN TIVVU’

Cristiana Lauro per Dagospia

 

Come si cerca di cavalcare l’onda parlando di tutto, con tutti e dappertutto? Ce lo spiega in poche, semplici mosse l’immunologa (per molti virologa) Antonella Viola.

 

La dottoressa Viola – dal sembiante noto per via della presenza televisiva quotidiana quando eravamo obbligati in casa per colpa della pandemia – con questo ennesimo, recente giro di valzer ha scelto di occuparsi dei danni gravi derivanti dal consumo di alcol.

 

ANTONELLA VIOLA

Il tema pubblico è stato avviato, come noto, dal via libera rilasciato dall’UE alle “etichette della salute” sulle bottiglie di vino in Irlanda; autorizzazione che – nonostante la ferma opposizione dei grandi produttori di Spagna, Francia e Italia – ha aperto il dibattito su direttive comuni a tutti i paesi UE circa l’etichettatura sanitaria dei vini.

 

Ma vediamo i fatti, gli scritti, le affermazioni. La dottoressa Viola, che si dichiarò pubblicamente disponibile – per amore di questa bandiera, diciamo – in caso di ipotetica chiamata da parte del Governo Draghi (che invece non se la filò di pezza), farebbe meglio a ricordare, come scienziata, il fatto che da diversi millenni l’uomo produca e consumi vino senza essersi ancora estinto.

ETICHETTE SUI PERICOLI DEL CONSUMO DI ALCOL

 

La correlazione causa-effetto dal punto di vista medico scientifico è assertiva, quindi farei intervenire specialisti come gastroenterologi, epatologi, esperti cardiovascolari, ad esempio. Insomma, chiediamo il parere ai medici specialisti prima di distribuire scampoli di scienza approssimativi e buttati un po’ a casaccio pur di riempire uno spazio social o televisivo.

 

Facciamo parlare chi ha titolo ad esprimersi in materia, perché la questione per il nostro paese non è proprio di secondo piano. Vorrei ricordare che siamo fra i più importanti e migliori produttori di vino al mondo.

 

il vino ha un buon rapporto alcol calorie

Il consumo di vino, isolato come fattore di rischio potrebbe non essere sufficiente a indurre le conseguenze di cui si sta occupando la dottoressa Viola. Io non dico che gli interessi economici debbano superare la tutela della salute, però sostengo fortemente che la scienza debba esprimersi con dati scientifici alla mano e soprattutto attraverso le figure giuste.

 

In fine aggiungo che non mi piacciono le pressioni per assimilare il consumo di superalcolici a quello del vino, poiché vanno soprattutto valutate le modalità di consumo stesso. Attenzione perché il fatto che tutto sia ugualmente rischioso definisce gli interessi in gioco delle multinazionali e non di certo dei vignaioli. Mi riferisco a chi lavora in campagna, agli artigiani e a chi valorizza le nostre migliori tradizioni.

 

cristiana lauro 2

L’Italia è fatta di questo e il vino è il nostro petrolio, se vogliamo vedere anche il lato economico non disgiunto dalla faccenda. Senza contare che il vino è parte integrale della vita e della socialità dell’uomo fin dai tempi più antichi e che bere un buon bicchiere di vino in compagnia, a tavola mette di buon umore. O vogliamo dire che le molecole sintetiche alle quali ricorrono in tanti (compresi i più giovani, ahimè!) non hanno controindicazioni. No, quelle fanno bene?!

 

2. ANTONELLA VIOLA VI SPIEGO PERCHÉ UN APERITIVO ACCORCIA LA VITA COSÌ L'ALCOL AUMENTA IL RISCHIO DI TUMORE

Estratto dell’articolo di Antonella Viola per “La Stampa”

 

[…] Non entrerò nel merito delle etichette, se queste funzionino o se invece bisognerebbe puntare su altri strumenti per ridurre il consumo di alcol. Né sulla probabile guerra economica tra vari Paesi europei e non. Cercherò invece, prove alla mano, di analizzare la questione sanitaria per rispondere ad una domanda semplice: è giusto avvisare i consumatori sui rischi legati al consumo di alcol? O, in altri termini, è vero che l'alcol fa male?

 

ANTONELLA VIOLA

Prima di rispondere a queste domande, vorrei che fosse chiaro che tutte le affermazioni riportate in questo articolo non sono opinioni, personali o di una minoranza di ricercatori, ma la posizione ufficiale della comunità scientifica che si occupa di nutrizione umana, di oncologia, di tossicologia, di patologia; tutte queste posizioni sono basate su dati accumulati negli ultimi decenni e possono essere verificate.

 

Cominciamo col dire che noi lo chiamiamo alcol, ma in realtà si tratta di alcol etilico o etanolo, perché di sostanze appartenenti alla famiglia chimica degli alcoli ce ne sono tante, ma l'etanolo è l'unico alcol adatto al consumo alimentare. Quando beviamo una bevanda alcolica, l'etanolo viene rapidamente assorbito a livello della mucosa gastrica e, in misura maggiore, dell'intestino.

 

L'etanolo non è utilizzabile dal nostro organismo ed è tossico per le cellule: esso viene quindi sottoposto ad una serie di reazioni chimiche che lo trasformano. Il primo passaggio è la produzione di acetaldeide, una sostanza molto pericolosa, perché capace di danneggiare il Dna delle cellule in cui si accumula.

 

cristiana lauro foto di bacco (1)

Quasi il 95% dell'etanolo assorbito a livello intestinale viene ossidato nel fegato, che subisce quindi pesantemente gli effetti del consumo di alcol. Per liberarsi della pericolosissima acetaldeide, il fegato deve continuare a lavorare fino a trasformarla in acido acetico. Queste reazioni […] causano la produzione di radicali liberi e quindi uno stress ossidativo che danneggia gli epatociti e che, a lungo andare, impedisce al fegato di svolgere al meglio tutte le sue funzioni essenziali per mantenerci in vita.

 

Se però è vero che i danni epatici visibili […] sono certamente associati ad un consumo non occasionale di alcol, ben oltre il singolo bicchiere di vino a pasto, lo stesso non si può dire del rischio di cancro. Già durante il suo transito nel canale alimentare l'etanolo agisce come irritante e cancerogeno nei confronti delle mucose della bocca, della gola, dell'esofago e dell'intestino.

 

Tra i tumori, infatti, associati al consumo di alcol, anche un consumo molto moderato, rientrano i tumori di bocca, laringe, faringe, esofago, stomaco e colon-retto, oltre a quello del fegato.

 

vino

[…] Nelle donne, però, il rischio associato al consumo di alcol è maggiore che negli uomini. Uno studio inglese ha calcolato che su 1000 donne e 1000 uomini che consumano, in media, una bottiglia di vino a settimana, 14 donne e 10 uomini svilupperanno un tumore a causa dell'alcol. Naturalmente il rischio aumenta moltissimo se oltre a bere si fuma, se si è sovrappeso, se si hanno particolari fattori di rischio legati alla genetica o allo stile di vita. Diversi studi hanno confermato che nelle donne anche un consumo moderato di alcol, anche un singolo bicchiere di vino al giorno, può infatti favorire non solo lo sviluppo dei tumori di cui ho già parlato prima, che ovviamente colpiscono anche gli uomini, ma anche di quello che è il tumore più diffuso in Italia: il cancro al seno.

 

[…] Se tutto questo non bastasse a scoraggiare il consumo di alcol per scopo ricreativo, non vanno dimenticati gli effetti del consumo moderato di etanolo sul cervello. […]

 

vino bianco fresco

In conclusione, quello che possiamo dire è che, quando parliamo di alcolici, non esiste una dose che possa essere definita sicura. Naturalmente, bere molto è decisamente peggio che bere poco, ma questo vale per tutte le sostanze tossiche e non è un argomento valido per negare i fatti. Noi, oggi, facciamo fatica a far passare questo messaggio, molto di più di quanto sia stato difficile farlo passare per il tabacco. Le ragioni sono molte: c'è la tradizione enologica del nostro Paese, il fatto innegabile che il vino fa parte della nostra cultura; e ci sono i legittimi interessi economici di un'intera categoria di produttori e commercianti. Ma tutto questo non si difende negando la realtà, mentendo ai consumatori ed esponendoli a gravi rischi per la salute.

ANTONELLA VIOLAANTONELLA VIOLAi rischi collegati all alcolETICHETTE SUI PERICOLI DEL CONSUMO DI ALCOL il violinista con bicchiere di vino gherardo delle notti

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