luigi di maio giuseppe conte

ARMAGEDDON 5 STELLE - DI MAIO GOVERNISTA (E ATLANTISTA) IN FUGA DA CONTE CHE FA IL CACADUBBI SULLA LINEA DI DRAGHI – IL SILURO ALLA POCHETTE CON LE ARMI SPUNTATE: "C'È CHI PARLA OGNI GIORNO, IO LAVORO" – LE TRUPPE PENTASTELLATE SONO SCHIERATE CON LUIGINO. LA CURA CONTE FINORA NON HA FUNZIONATO: UN ANNO E DUE MESI FA I SONDAGGI DAVANO IL M5S AL 18 PER CENTO, OGGI CI SI BARCAMENA ATTORNO AL 14. E PER LE PROSSIME AMMINISTRATIVE TIRA ARIA DI MAZZATE…

 

Matteo Pucciarelli per la Repubblica

 

di maio conte

Mentre il leader del partito giorno dopo giorno aumenta la conflittualità con Palazzo Chigi («Restiamo al governo solo a certe condizioni» ha detto ieri), il ministro più importante (dato il momento storico) ed esponente dello stesso M5S è invece completamente allineato sulle posizioni di Mario Draghi; mentre il rapporto tra Giuseppe Conte e il premier è prossimo allo zero, tra il capo del governo e Luigi Di Maio il dialogo è quotidiano.

 

Basta questa fotografia per raccontare la faglia nei 5 Stelle, una distanza che a differenza dei mesi scorsi non è esibita né rivendicata dai due, ma che resta sotto gli occhi di tutti.

Il ministro degli Esteri, che subito dopo la partita del Quirinale pareva ormai messo all'angolo da Conte che ne chiedeva un processo pubblico con l'accusa di eccessiva autonomia, è ormai completamente assorbito dalla vicenda ucraina. In viaggio per il mondo a siglare accordi per le forniture di gas alternative a quello russo, incontri diplomatici, vertici internazionali, Di Maio si è eclissato dal confronto politico interno.

LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE

 

«Noi - le sue parole ieri, in visita a Portici - stiamo lavorando per raggiungere la pace il prima possibile. In diplomazia ci sono due strade: parlare ogni giorno e poi quella del lavoro silenzioso».

 

Messa così viene da pensare subito ad un riferimento al Conte impegnato nella battaglia anti-riarmo che pure ieri, a beneficio dei suoi follower su Instagram e Facebook, ha continuato ad allargare il solco che divide il Movimento dalle scelte del governo. Interpretazione maliziosa, assicurano i fedelissimi di Di Maio. Per il ministro «è il momento della compattezza, nessuna divisione interna, anzi serve unità per rilanciare al meglio il nuovo corso del Movimento», è la nota diramata dallo staff di Di Maio. Il "nuovo corso" in realtà tanto nuovo non è.

 

conte di maio

Era la fine di febbraio 2021 quando Beppe Grillo e i maggiorenti del partito decisero di consegnare chiavi in mano i 5 Stelle all'ex presidente del Consiglio. La presa in carico e relativa riorganizzazione non è stata semplice, di certo però c'è che la cura Conte finora non ha funzionato: un anno e due mesi fa i sondaggi davano il M5S al 18 per cento, oggi ci si barcamena attorno al 14. Oltre un quarto dei consensi perduti. Per le prossime amministrative non c'è da esser molto fiduciosi, basti solo pensare che in una delle regioni dove storicamente il M5S è sempre stato fortissimo, con punte anche al di sopra del 50 per cento nel 2018 - la Sicilia - le liste col simbolo di partito saranno tre, su un totale di 126 Comuni al voto. Insomma, in un pezzo di partito la parola chiave è logoramento: cioè la sensazione che basti attendere per vedere evaporare la rifondazione contiana.

 

Sull'approccio del governo italiano alla guerra e la richiesta inevasa che Draghi passasse dal Parlamento prima di volare a Washington, il presidente del M5S si è detto «sorpreso» per la scelta del capo del governo e del fatto che «le altre forze politiche non si siano associate alla nostra richiesta». E quando poi Draghi andrà, il 19 maggio, sarà un semplice question time, il minimo sindacale. Lì non ci sarà spazio per delle mozioni che possano modificare, eventualmente, la linea dell'esecutivo. Mentre al Senato pende la richiesta di alcuni parlamentari inoltrata alla capogruppo di discutere apertamente sulla sterzata tutta di lotta e poco di governo di Conte, e a richiederla sono stati esponenti che con Di Maio condivido l'approccio lealista a Draghi. Basta insomma unire i puntini, i Movimento continuano a esser due.

CONTE DI MAIO

 

 

 

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO