UNA BATTAGLIA LEGALE SENZA PRECEDENTI: È INIZIATO IL MAXI PROCESSO PER IL CROLLO DEL PONTE MORANDI CHE NEL 2018 CAUSO' LA MORTE DI 43 PERSONE: 59 IMPUTATI, 600 PARTI CIVILI – ALLA PRIMA UDIENZA SONO SERVITI 51 MINUTI SOLO PER FARE L'APPELLO DEGLI AVVOCATI – IL PROSSIMO APPUNTAMENTO IL 12 SETTEMBRE – L'ASPETTO PIU' COMLICATO PER LA PROCURA DI GENOVA SARA' FARE IN MODO CHE NEPPURE I REATI MINORI SIANO PRESCRITTI…

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Niccolò Zancan per “La Stampa”

 

Processo per il crollo del Ponte Morandi Processo per il crollo del Ponte Morandi

Al minuto 51 della prima udienza di uno dei più importanti processi della storia italiana, ecco quello che si può ascoltare: «Avvocato Trabalza. Avvocato Vecchi. Avvocato Vernazza. Avvocato Vignolo. Avvocato Zobolo. È presente l'avvocato Zobolo? Ok. Bene. Abbiamo esaurito l'elenco», dice il presidente della corte Paolo Lepri. Cinquantuno minuti abbondanti solo per fare l'appello rende l'idea di cosa sarà il processo per il crollo del Ponte Morandi: 59 imputati, 600 parti civili. Una battaglia legale senza precedenti.

 

Erano le 11.36 del 14 agosto 2018. Quasi quattro anni dopo, ieri mattina alle 9, è iniziata la lunga strada per cercare di restituire verità e giustizia ai parenti delle 43 vittime del crollo e non soltanto a loro.

 

Processo per il crollo del Ponte Morandi 2 Processo per il crollo del Ponte Morandi 2

«Noi speriamo che tutto il lavoro della magistratura e degli inquirenti non sia vano. Hanno messo in luce una verità molto dura per l'Italia. Speriamo che questo processo possa portare un po' di riscatto», dice la signora Paola Vicini, che ha perso il figlio Mirko giù dal ponte, prima di entrare in Tribunale.

 

Giornalisti da tutto il mondo. C'è una gigantesca tensostruttura al centro del Tribunale. Hanno montato un maxi schermo perché si possa vedere anche dalle ultime file e in alto, dietro alla corte, hanno attaccato il cartello: «La legge è uguale per tutti».

 

Molto di cosa sarà questo processo si capisce anche dalle «disposizioni organizzative». Le persone offese sono in un'altra aula, l'Aula Magna del secondo piano. Le vittime stanno, cioè, separate dagli imputati. E in un altro luogo ancora, l'Aula Borrè, stanno i giornalisti interessati a seguire il processo.

 

Processo per il crollo del Ponte Morandi 3 Processo per il crollo del Ponte Morandi 3

Ma a una condizione precisa: «Sono vietate le riprese audio e video». Ecco come il presidente del collegio giudicante Lepri ha motivato questa decisione: «A fronte del comprensibile interesse mediatico per i fatti oggetto del presente procedimento, l'introduzione nell'aula di udienza di telecamere e altri strumenti per la ripresa potrebbero determinare una spettacolarizzazione dell'evento prevedibilmente deteriore per il sereno e regolare svolgimento delle udienze».

 

È una decisione fortemente criticata dall'Ordine dei giornalisti e dal Gruppo Cronisti Liguri: «Potrebbe costituire un precedente per negare anche in futuro l'agibilità delle aule giudiziarie a telegiornali e fotoreporter pregiudicando, con il diritto di cronaca, anche quello dei cittadini a essere informati».

 

una veduta del moncone del ponte morandi da una finestra di via fillak una veduta del moncone del ponte morandi da una finestra di via fillak

Ieri è stato fissato il calendario delle udienze: la prossima sarà il 12 settembre. L'obiettivo massimo è fare in modo che neppure i reati minori siano prescritti. «Il problema di fondo di questo processo sarà la possibilità di rispettare i parametri costituzionali della ragionevole durata. Io auspico che tutte le parti si possano comportare tenendo conto di questo parametro», ha detto il procuratore Francesco Pinto. Le parti sono agli antipodi, e non solo fisicamente.

 

La difesa contesta integralmente l'impianto accusatorio, che ha stabilito che la causa del crollo è stata la mancata manutenzione. L'incuria. La sottovalutazione consapevole del rischio. Il risparmio sulla sicurezza a vantaggio dei profitti. Il procuratore capo lo definisce: «Un dibattimento epocale».

 

soccorsi dopo il crollo del ponte morandi soccorsi dopo il crollo del ponte morandi

Ed ecco i legali di Giovanni Castellucci, l'ex amministratore delegato di Aspi, che sarà in aula durante il dibattimento. «Il Ponte è crollato per un difetto di costruzione totalmente nascosto, un difetto di costruzione che risaliva agli Anni '60 che avrebbe provocato una corruzione invisibile e che non poteva essere affrontata in quanto non conosciuta. Questo è l'elemento centrale, nessuno poteva rendersi conto di quel difetto», dice l'avvocato Carlo Alleva davanti al Tribunale.

 

elicoidale ponte morandi elicoidale ponte morandi

E il collega Giovanni Accinni aggiunge: «Noi siamo arrivati fino al dibattimento attraverso la celebrazione del non compleanno del Bianconiglio di Alice nel Paese delle meraviglie. Ma fuori dalle favole e quindi nel rispetto dei fatti emergerà che il ponte è crollato per un vizio occulto, che 43 persone a causa di ciò sono morte in un modo assurdo e che parecchie persone oggi si trovano da innocenti sotto processo».

 

Sarà una battaglia legale senza esclusioni di colpi. Egle Possetti, portavoce del comitato delle vittime del crollo, lo sa: «Si attaccheranno ai vetri. Ma carta canta. Nel 2013 avevano scritto nei documenti societari che il Ponte Morandi era a rischio crollo. Per cinque anni non hanno fatto niente. Cosa possono venire a raccontare?». Mostra il tatuaggio sul braccio: Claudia, Camilla, Manuele, Andrea. La sua famiglia. Quattro delle 43 vittime.

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