ucraina mercenari

BESTIARIO DAL FRONTE - SAPEVATE CHE IN GUERRA CI SONO MERCENARI PAGATI DAI MILLE AI 2.500 EURO? GLI UOMINI DELLA BRIGATA INTERNAZIONALE (O LEGIONE STRANIERA) SONO CIRCA 12 MILA - C'È IL BATTAGLIONE SHEIKH MANSUR, MUSLIM CHEBERLOEVSKY, FILO-UCRAINO, CHE TRA LE SUE FILA HA INGUSCI, BALCARI, AZERI, DAGHESTANI, CABARDINI, CIRCASSI, OSSETI; OPPURE IL BATTAGLIONE SVAROZICH CHE SCHIERAVA 1.200 ADORATORI PAGANI DEL DIO SLAVO SVAROG ASSORBITI POI DALLA BRIGATA VOSTOK, CHE ARRUOLA PURE ITALIANI, SIA COMUNISTI SIA DI ESTREMA DESTRA...

Marco Ventura per “Il Messaggero

 

mercenari in ucraina 2

Compaiono alla tv di Stato Russia 24 i due prigionieri britannici Sean Pinner e Aiden Aslin, e chiedono al premier Boris Johnson di favorire lo scambio con Viktor Medvedchuk, oligarca amico di Putin e presidente del partito filo-russo Scelta Ucraina, detenuto dagli ucraini.

 

Lo stesso chiede, sempre in tv a Mosca, la moglie di quest' ultimo, Oksana Marchenko. Nei giorni scorsi, Medvedchuk prigioniero aveva invece sollecitato Mosca a scambiarlo con i militari e residenti di Mariupol assediata. Inevitabile che prima o poi qualche occidentale cadesse nelle mani dei russi.

 

mercenari in ucraina 1

Nella brigata internazionale e tra i volontari delle diverse formazioni, mercenari o solo militanti per la libertà dell'Ucraina, vi sarebbero canadesi, olandesi, estoni, britannici, francesi, italiani, svedesi, polacchi, americani...

 

«Signor Boris Johnson, sono Sean Pinner», esordisce uno dei britannici. «Sono successe molte cose nelle ultime 5-6 settimane, non sono aggiornato ma per quel che ne so Medvedchuk è in custodia. Aiden Aslin e io vorremmo essere scambiati con lui. Grati per l'aiuto».

 

LA RETE DI MERCENARI

battaglione sheikh mansur

In Ucraina opera un arcipelago di decide e decine di migliaia di paramilitari da una parte e dell'altra della barricata: mercenari e volontari russi e occidentali, nazionalisti, estremisti religiosi, neonazisti, cetnici, comunisti, cosacchi, ex minatori militarmente inquadrati, ceceni pro-Mosca e altri pro-Ucraina, osseti, georgiani, siriani, gruppi criminali, terroristici... La paga va dai mille ai 2.500 euro.

 

BATTAGLIONE AZOV

Per il direttore della Scuola di giornalismo dell'Università Cattolica di Milano, Marco Lombardi, grande esperto di guerra ibrida, «se anche Putin e Zelensky dovessero stringere oggi un accordo per il cessate il fuoco, è dubbio che tutti questi miliziani smobilitino e accettino di non esser più pagati, difficile. Avremo anni e anni di combattimenti sul campo in Europa, indipendentemente dagli accordi tra Ucraina e Russia».

 

SENZA REGOLE

Il problema è duplice. «Nell'immediato, nessuna di queste formazioni, per entrambe le parti, risponde alle poche regole di guerra sopravvissute a decenni di ibridazione dei conflitti». Per questo sono le principali indiziate dei crimini.

 

UN MEMBRO DEL BATTAGLIONE AZOV

«Nel futuro perché è incerto che riconoscano una catena di comando che possa imporgli di cedere le armi». Con l'eccezione, forse, di gruppi ormai inseriti negli eserciti regolari.

Il reggimento d'Azov, una milizia originariamente neonazista impegnata nel Donbass contro i ribelli russi, che ostentava lo stemma della divisione delle Waffen SS Das Reich e ha dato il pretesto a Putin di definire neonazista l'intera Ucraina, negli anni è stato via via epurato degli elementi più estremisti e attualmente conta fino a 4mila soldati d'élite che operano a Mariupol e Kharkiv, divisi in un battaglione di ricognizione e un altro di ricognizione e sabotaggio.

 

battaglione azov

Ultranazionalisti ucraini di destra sono i partigiani di Pravyj Sektor, formazione nata nel novembre 2013 con le proteste di Euromaidan.

 

La brigata internazionale (o Legione straniera) conta circa 12mila uomini. C'è poi una Legione georgiana a cui ha aderito un ex ministro della Difesa georgiano.

 

CECENI IN CAMPO

A favore dell'Ucraina si battono perfino due battaglioni ceceni, Dzhokhar Dudaev e Sheikh Mansur, nemici dei ceceni di Kadyrov che invece sostengono i russi e sono il perno della sicurezza personale di Putin.

 

Ramzan Kadyrov Vladimir Putin

Il comandante del battaglione Sheikh Mansur, Muslim Cheberloevsky, filo-ucraino, ha sulla testa una taglia di Kadyrov da 500mila dollari e tra le sue fila ha ingusci, balcari, azeri, daghestani, cabardini, circassi, osseti...

 

 

La sua bandiera è quella anti-russa della Repubblica cecena di Ichkeria. Sul fronte opposto, oltre ai ceceni di Kadyrov militano decine di gruppi paramilitari ultranazionalisti russi e religiosi ortodossi, e i contractor del gruppo neonazista Wagner, finanziati dallo chef di Putin, Prigozhin, amico dello Zar e proprietario del suo catering.

 

 

RAMZAN KADYROV

Il sermone del Patriarca ortodosso Kirill di Mosca e di tutte le Russie, pronunciato lo scorso 6 marzo nella Cattedrale di Cristo Salvatore, attribuisce un valore fisico e metafisico alla guerra di Putin. Molte milizie sono nate dal Movimento Pamyat, cristiano-ortodosso, dal Fronte patriottico nazionale all'Esercito ortodosso russo, al Movimento imperiale russo con migliaia di volontari, alleato del Partito nazionale e socialista siriano che ha combattuto pure in Libia, al Battaglione Sparta attivo a Donetsk, fondato da Arsen Pavlov detto Motorola, ucciso nel 2016, e il cui capo carismatico, Vladimir Zhoga, è morto lo scorso 5 marzo nella battaglia di Volnovakha (Putin lo ha insignito del titolo di Eroe della Federazione russa). Il suo posto è stato preso dal padre, Artem. Il simbolo è la bandiera imperiale russa nero-giallo-bianca.

 

ADORATORI PAGANI

il dio svarog

Il Battaglione Svarozich schierava, invece, 1.200 adoratori pagani del dio slavo Svarog assorbiti poi dalla Brigata Vostok, che arruola pure italiani, sia comunisti sia di estrema destra.

 

Pro-Putin i Cosacchi registrati della Federazione russa (che in patria sono guardie forestali), il Battaglione Alba dei bolscevichi, i bulgari di Alba ortodossa, gli spagnoli della Brigata Carlos Palomino, i cetnici del Distaccamento Jovan Sevic, gli ungheresi ultranazionalisti della Legione di Santo Stefano, oltre a più di 16mila volontari arruolati in 14 centri di reclutamento siriani, e a quelli ingaggiati in Libia e Centro Africa.

Ultimi Dagoreport

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)