billytraylorbig

BILL TRAYLOR, IL "PIU' GRANDE ARTISTA DI CUI NON HAI MAI SENTITO PARLARE" - IN UN DOCUMENTARIO LA STORIA DELL'UNICO PITTORE NERO NATO E MORTO IN SCHIAVITU' - MORTO POVERO E SCONOSCIUTO NEL 1949, E' STATO SCOPERTO 30 ANNI DOPO - OGGI È CONSIDERATO UNO TRA I PIU' IMPORTANTI AUTODIDATTI D'AMERICA

Dagotraduzione dal The Guardian

 

Scena dal documentario

Bill Traylor aveva avuto una vita piena già prima di trasformarsi in un artista. Nato schiavo in una piantagio di cotone dell'Alabama nel 185, trascorse tutta la vita da agricoltore senza spostarsi mai. Verso la fine degli anni '80, solo e poverissimo, si piazzò a un incrocio del quartiere nero segregrato di Montgomery, la capitale dello Stato, e qui cominciò a disegnare e a dipingere.

 

Dipingeva su quel che trovava - pezzi di cartone, scatole di caramelle, manifesti pubblicitari -, alternando i suoi ricordi della piantagione al paesaggio urbano che mutava intorno a lui. Tra il 1939 e il 1942 produsse più di mille opere d'arte minimaliste, un patrimonio prezioso e unico, il solo esistente frutto di una persona ridotta in schiavitù fin dalla nascita.

 

Le opere

"Bill Traylor: Chasing Ghosts" celebra la storia e il talento di Bill Traylor, «il più grande artista di cui non hai mai sentito parlare» come dice la critica d'arte Roberta Smith nel film.

 

Per realizzare il film ci sono voluti quasi dieci anni, e una delle sfide principali è stata la ricerca. «I registri non sono molto ben tenuti, soprattutto quando si parla di persone povere, nere e indigenti», ha detto Wolf. «Abbiamo davvero dovuto scavare in profondità». .

 

Non avendo mai imparato a leggere o scrivere, Traylor ha ideato il suo linguaggio visivo, scavando non solo nei suoi ricordi personali, ma attingendo anche ai modi folkloristici della cultura afroamericana dell'epoca: canto e narrazione, sopravvivenza e guarigione. «Ha scritto l'intera storia orale nella lingua a sua disposizione, che era la lingua delle immagini», dice nel film il curatore di arte popolare dello Smithsonian Leslie Umberger.

 

Le opere

Gran parte del suo lavoro è obliquo, forse perché doveva esserlo: era molto rischioso per gli afroamericani del Sud esprimere un punto di vista. Parte della prima generazione di neri che diventarono cittadini americani è cresciuto nella contea sanguinosa di Lowndes, famigerata per la violenza inflitta dai bianchi contro i neri. Ma utilizzando il simbolismo, l'allegoria e l'astrazione, Traylor poteva affrontare argomenti altrimenti impossibili, dall'alfabetizzazione al linciaggio.

 

Le opere

Lo stesso Traylor è una figura enigmatica - esistono poche fotografie di lui e nella sua biografia rimangono molte lacune - ma il film si sforza di raccontare pienamente l'uomo. Sposato tre volte e padre di circa 15 figli, Traylor era, nelle parole di Wolf, al tempo stesso «vigoroso, osceno, resiliente e pieno di risorse, con la capacità di inserire grandi idee in piccoli spazi».

 

Chasing Ghosts colloca anche la vita e il lavoro di Traylor nel contesto della storia in quel momento e in quel luogo. «Montgomery è un posto che ha tanta storia, bella e brutta», dice Wolf, che ha trascorso 7 anni andando avanti e indietro tra il Sud e la sua casa a New York City per il film. «Il Sud è molto più complicato di quanto sembri. Ero questo nordico ebreo bianco, ma ho trovato molte cose in comune con tante persone interessanti».

 

Bill Traylor

Il film mostra fotografie d'archivio, filmati, interviste ad artisti contemporanei, curatori, accademici e discendenti di Traylor. I temi della vita e del lavoro sono enfatizzati da momenti di danza, poesia e prosa, e la musica d'epoca accompagna le opere dell'artista.

 

Il ballerino di tip tap Jason Samuels Smith, incaricato di tradurre l'arte di Traylor in danza. «Gli ho mostrato il lavoro di Traylor, e lui ha inventato le pose partendo dai disegni. Poi, in una notte molto calda e in un palco molto caldo, ha semplicemente ballato con il culo»

 

Anche se Traylor è stato scoperto solo 30 anni dopo la sua morte, ora è considerato uno dei più grandi artisti autodidatti d'America. Nel 2018 si è svolta su Bill Traylor una grande mostra allo Smithsonian, la prima retrospettiva dedicata a un artista nato in schiavitù. L'anno scorso un'opera di Traylor, regalo di Steven Spielberg ad Alice Walker, è stata venduta all'asta per una cifra record.

 

Le opere

Ma l'ambiguità nel lavoro di Traylor persiste: il gatto dalla faccia bianca che appare nelle sue scene più violente è un testimone o un fantasma? Il cappello da stufa in cima a molte delle figure è un riferimento ad Abraham Lincoln, come suggerisce Pollard? E forse il mistero più grande è: perché prodigiosa produzione è esplosa nei suoi ultimi anni di vita. Wolf ammette di essere perplesso: «In un breve periodo di tempo riversa sui disegni i suoi ricordi, le sue radici ancestrali e la storia che sta vivendo. È una specie di fenomeno. È qualcosa che non abbiamo decifrato, ma questa è la magia per lui, ciò a cui si è aggrappato, tutti quei periodi di tempo».

Le opere

Ultimi Dagoreport

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA