BODA A COME PARLI – L’EDITORE BIANCHI DI CASTELBIANCO CONFESSA I REGALI DA 336.000 EURO ALLA BODA (DIRIGENTE DEL MIUR) E VA AI DOMICILIARI. L'IMPRENDITORE, CHE SI DESCRIVE COME UN MECENATE, SI DIFENDE: NESSUNA CORRUZIONE, MA SOLO GENEROSITÀ. EPPURE A GIUGNO LUI STESSO AVEVA ASSICURATO: “TRA ME E LA BODA NON CI SONO PASSAGGI DI DENARO, NON CI SONO SOLDI, NON C'È CARTA DI CREDITO”. AMMISSIONI PURE SULLE RIUNIONI AL MIUR PER DISCUTERE DI BANDI.

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Giacomo Amadori per "la Verità"

 

Giovanna Boda Giovanna Boda

Ha risposto per tre ore alle domande del Gip Annalisa Marzano e del pm Carlo Villani senza avvalersi della facoltà di tacere. Per questo, dopo quattro giorni nel carcere di Regina Coeli, il settantunenne psicoterapeuta Federico Bianchi di Castelbianco è stato trasferito ai domiciliari con il parere favorevole della Procura di Roma.

 

Infatti l'imprenditore (controlla diverse società compresa l'agenzia di stampa Dire) ha ammesso di aver elargito decine di migliaia di euro di utilità a Giovanna Boda, coindagata ed ex capo dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali al Ministero dell'istruzione, università e ricerca (Miur), ovvero alla dirigente che gestiva i cordoni della borsa del dicastero. Le società da quel ministero e dagli istituti scolastici, hanno quantificato i pm, aveva ottenuto in quasi tre anni e mezzo 23,5 milioni di euro di affidamenti per progetti di supporto psicologico agli studenti.

ARRESTO DI FEDERICO BIANCHI DI CASTELBIANCO ARRESTO DI FEDERICO BIANCHI DI CASTELBIANCO

 

Dopo che Castelbianco ha confermato gran parte dei fatti contestati (anche perché le indagini dei finanzieri, particolarmente puntuali, lasciavano ben poco spazio alla fantasia o fraintendimenti) la disputa si sposterà sul piano giuridico per stabilire come configurare quelle utilità.Per la Procura si tratta di corruzione a prescindere dal quantum del vantaggio indebito che l'imprenditore avrebbe ricevuto.

 

L'uomo, difeso dall'avvocato Gian Domenico Caiazza, ha giustificato quelle utilità con l'amicizia pluridecennale che lo lega alla Boda. I magistrati hanno quantificato questi regali in almeno 336.000 euro, tra doni, affitti e pagamento di stipendi.

Giovanna Boda Giovanna Boda

 

Quando le toghe hanno ricordato a Castelbianco che aveva ricaricato la carta di credito in uso alla donna con quasi 39.000 euro, ha giustificato quei bonifici con la sua generosità. Ha confermato che la segretaria Valentina Franco e l'autista Fabio Condoleo, a disposizione della Boda, erano a libro paga delle sue società e ha spiegato che gli altri soggetti destinatari di promesse di assunzione erano persone bisognose. Ma l'indagato ha negato la corruzione: infatti ha ribadito il lungo rapporto con il Miur, antecedente alla promozione nella stanza dei bottoni della Boda, e ha negato guadagni sontuosi.

 

Anzi Castelbianco si sarebbe lamentato di aver lavorato per anni quasi gratis.Il ministero si sarebbe rivolto a lui e alle sue aziende solo per la straordinaria esperienza maturata dalla sua rete di esperti e la loro attività di consulenza sarebbe stata persino sottopagata. Sui presunti scarsi guadagni i magistrati non si sono soffermati con le domande poiché le indagini stanno proseguendo e i ricavi risulteranno documentalmente dalla lettura dei bilanci e dai bonifici.

 

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Al momento Bianchi di Castelbianco ha descritto se stesso quasi come un mecenate, sebbene anche «imprenditore», come ha precisato in un video di qualche mese fa. Quasi a dire che qualcosa deve pur guadagnare. A livello investigativo potrebbe essere risolutivo verificare quanto abbiano incassato le società riconducibili a Castelbianco con la Boda capo dipartimento delle risorse finanziarie e quanto negli anni precedenti.E le riunioni al Miur per discutere di bandi e stilare progetti scolastici «modellati sulle caratteristiche economiche e finanziarie delle società» di Castelbianco? Secondo l'indagato la sua partecipazione serviva per mettere a disposizione dei tecnici del ministero le sue competenze e non per interesse personale. Tutte dichiarazioni che la Procura ha accolto, nel complesso, come una sorta di confessione a conferma del proprio impianto accusatorio, dando per questo il via libera alla scarcerazione.Di tutt' altro avviso la difesa.

 

Giovanna Boda Giovanna Boda

L'avvocato Caiazza ieri ha diramato questo comunicato: «Il mio assistito ha oggi lungamente e dettagliatamente risposto all'interrogatorio di garanzia, non avendo nulla da nascondere. Non un solo bando di gara è stato vinto dall'istituto da lui fondato e presieduto se non per l'enorme prestigio e l'assoluta credibilità guadagnati nel mondo della scuola italiana in decenni di attività di assoluta qualità professionale e di riconosciuta eccellenza culturale». E sui rapporti con la Boda ha specificato che tra lei e il suo cliente «intercorre un rapporto di antica e solida amicizia personale, mai tradottosi in alcuna attività istituzionale men che lecita».

 

Per il legale «il Gip ha dato atto della piena disponibilità» del suo assistito «a rispondere a tutte le domande a lui poste» e per questo «disposto la sostituzione del carcere con gli arresti domiciliari». Anche perché oltre i settant' anni si va in carcere in ragione di eccezionali esigenze cautelari che vengono meno di fronte all'ammissione degli addebiti. Caiazza è convinto che «il tempo saprà essere galantuomo». Domani saranno interrogati dal Gip anche gli altri due arrestati, Condoleo e Franco, assistiti rispettivamente dagli avvocati Michele Novella e Giuseppe Di Trocchio.

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Prossimamente (ma la data è da fissare) i pm dovranno, invece, verbalizzare la versione della Boda che ha chiesto, tramite il suo legale Giulia Bongiorno, di essere sentita. Castelbianco si era già ampiamente difeso in un lungo video pubblicato a giugno su Youtube, come risposta a un articolo della Verità.

 

Nell'occasione aveva parlato di «massacro mediatico» e di «danno incommensurabile» per l'«enorme risalto», a suo dire, avuto dai nostri servizi. Quindi aveva ricordato i vent' anni di impegno delle sue società per dare sostegno psicologico ai ragazzi nelle scuole, introducendo nella aule psicoterapeuti e centri di ascolto, soprattutto in situazioni di stress come i terremoti, il crollo del Ponte Morandi o l'attentato di Brindisi.

 

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Nel video ha confessato più volte di risultare «antipatico», lasciando intendere che le indagini potessero essere state innescate dalla denuncia di qualche nemico o concorrente. Tanto che ha citato le proteste che sarebbero arrivate al ministero per alcune sue iniziative, come il progetto per i bambini autistici detto Tartaruga per la sua durata quadriennale.

 

Nel filmato ha citato i 380 professionisti che lavorano per lui e ha rimarcato di aver vinto i bandi ministeriali proprio in forza della sua poderosa struttura: «Io ho imparato, non tanto a mie spese, ma quanto come spettatore che quando c'era un bando per le agenzie il primo veniva vinto dall'Ansa. Ma non è che era una prepotenza: era la più grande che c'è, era la più forte. È l'Ansa, punto. Ho imparato». E sulla Boda? «Tra me e Giovanna non ci sono passaggi di denaro, non ci sono soldi, non c'è carta di credito» aveva assicurato a giugno. Ieri Castelbianco ha dato un'altra versione.

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