armi esercito

BRINDANO SOLO I PRODUTTORI DI ARMI – LA GUERRA IN UCRAINA E LE TENSIONI IN ASIA HANNO PORTATO A UN BOOM DELL'INDUSTRIA BELLICA. QUEST’ANNO, PER LA PRIMA VOLTA, NEL MONDO SONO STATI SPESI PIÙ DI 2.100 MILIARDI DI DOLLARI IN ARMAMENTI – E NON FINISCE QUI: LA NATO CHIEDE AI PAESI MEMBRI DI INVESTIRE OLTRE IL 2% DEL LORO PIL PER LA DIFESA – TUTTE BUONE NOTIZIE IN ITALIA PER LEONARDO E FINCANTIERI...

Francesco Grignetti per “La Stampa”

 

esercito usa

No, non viviamo nel migliore dei mondi possibili, anzi. Viviamo in un globo squassato da crisi, tensioni, conflitti. L'invasione dell'Ucraina è stata un brusco risveglio per i Paesi dell'Europa. Ma in Asia sono tanti i terrorizzati dal Dragone cinese. E nel Medio Oriente o in Africa, le guerre neanche si contano più. Non meraviglia, quindi, che ci sia una corsa agli armamenti.

L'anno appena terminato segna un record di spesa, per la prima volta si sono spesi più di 2100 miliardi di dollari.

 

E non finisce qui. La Nato, per dire, quasi dieci anni fa fissò l'obiettivo di portare la spesa militare al 2% del Pil per i Paesi alleati. L'Italia sta spendendo più di prima, ma è lontana. «Già sarà un risultato importante raggiungere il 2%. Porsi altri obiettivi mi pare inutile e velleitario», diceva ieri a La Stampa il ministro della Difesa, Guido Crosetto. Ma per l'appunto è quanto la Nato sta per chiederci, ossia di considerare il 2% non come un punto di arrivo, ma di partenza.

esercito cinese

 

Purtroppo così vanno le cose e sempre più andranno in questa direzione. Si sgola invano il Papa. Si disperano i pacifisti: «Aumentano ancora le spese militari mondiali - scrive la Rete pace e disarmo - mentre il mondo avrebbe bisogno di investimenti sociali, per la salvaguardia dell'ambiente e la lotta al cambiamento climatico». Ma la corsa al riarmo sembra inarrestabile, come dicono i numeri snocciolati dal "Stockholm International Peace Research Institute". Ci sarebbe in corso una Campagna internazionale contro le spese militari, ma chi se ne cura?

 

esercito armi

Mai come ora, infatti, il piano degli ideali è distante da quello della pratica. Anche perché ogni ragionamento sulla sicurezza ruota attorno alle mosse delle superpotenze. La Russia sta investendo cifre inverosimili per i suoi arsenali: tra il 1999 e il 2020 ha incrementato le spese militari di 9,5 volte. Sulla Cina, le informazioni sono nebulose, ma il riarmo è plateale: si stima che la spesa militare cinese sia stata di 252 miliardi di dollari nel 2020, con un aumento del 76% rispetto al 2011. E poi c'è la gigantesca spesa statunitense, che l'anno scorso ha raggiunto gli 800 miliardi di dollari.

 

esercito russo

La strategia russa e cinese ha innescato una forsennata rincorsa sia in Europa che in Asia. È un fatto che gli europei avessero frenato sulle spese militari, confidando sul famoso dividendo della pace. Negli ultimi quaranta anni, i Paesi Nato (esclusi gli Stati Uniti) erano lentamente scesi dal 3% del Pil a meno del 2%. Ora però si è rovesciato il trend. Lo stesso accade nell'Indo-Pacifico, dove Giappone, Corea del Sud, Vietnam, Indonesia, e anche Australia e India stanno stanziando cifre sempre più imponenti.

 

vladimir putin fucile

Emblematico è il caso giapponese, che ha archiviato la sua impostazione solo difensiva: ha ordinato i costosissimi aerei caccia F-35, ma anche annunciato l'ingresso nel progetto italo-britannico Tempest per un jet di sesta generazione che vedrà la luce tra quindici anni, e mira a un avveniristico sistema di missili e ai bombardieri strategici.

 

L'arrivo dei giapponesi nel progetto Tempest, preparato a livello di governi per due anni, è stato salutato con entusiasmo dall'amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo. «Ci aprirà la porta dei mercati dell'Estremo Oriente», ha confidato qualche giorno fa al Financial Times. Leonardo è in questa partita, come in altre grandi industrie del settore. La corsa al riarmo, ad esempio, per Leonardo significa che una commessa della Polonia per 32 elicotteri militari, pari a 1,7 miliardi di euro, in discussione da tempo, è stata anticipata il più possibile. I polacchi, infatti, osservano sgomenti le mosse di Putin e non intendono farsi trovare sguarniti. Stessi ragionamenti si fanno nei Paesi Baltici o tra gli Scandinavi. E si veda la Germania che spenderà 100 miliardi di euro in pochi anni.

ESERCITO RUSSO IN UCRAINA

 

Anche Fincantieri, l'altro colosso italiano, è in pista. È stato approvato il nuovo Piano Industriale 2023-2027, che porta la firma del nuovo amministratore delegato Pierroberto Folgiero. «La spesa per mezzi navali - scrivono - è prevista crescere in linea con la spesa globale per la difesa, trainata dagli investimenti delle nazioni dell'Europa occidentale e dell'Asia-Pacifico. Il Gruppo intende potenziare la propria efficacia commerciale verso marine militari di primario rilievo nello sviluppo anche di nuovi progetti in mercati esteri accessibili, quali l'area asiatica e il Medio Oriente».

esercito polacco

 

È in crescita, poi, un terzo player dell'industria nazionale, la Mbda, società italo-franco-britannica specializzata nella missilistica, che solo in Italia vanta ordini per 17 miliardi di euro. Una delle decisioni più onerose dell'ex ministro Lorenzo Guerini riguardava appunto un sistema di contraerea e contromissile, il "Camm-er", che si è dimostrato in grado di intercettare e abbattere ogni tipo di minaccia. Visti gli sviluppi in Ucraina, Mbda sta preparando anche nuovi missili portatili per la fanteria, gli Akeron, che permettono al soldato di colpire a distanza e senza essere identificato.

 

GUIDO CROSETTO VISITA I MILITARI ITALIANI A HERAT, IN AFGHANISTAN - SETTEMBRE 2010

Dicevamo dell'Italia. Pur duramente contrastati dai pacifisti di casa e ora dal M5S di Giuseppe Conte, gli stanziamenti crescono. Per il 2021 ci siamo attestati ad una spesa di 24,4 miliardi di euro (1,37 per cento del Pil); nel 2020 l'Italia si collocava al centoduesimo posto su centoquarantasette Paesi per spesa militare su Pil, e sotto la mediana Ue (1,6 per cento) e Nato (1,8 per cento).

 

I nostri ministri della Difesa devono fare scelte ardue perché ci sono falle un po' dappertutto. L'ultimo a dannarsi è Guido Crosetto, che conosce benissimo la materia in quanto da 10 anni se ne occupava come manager. Nei giorni scorsi ha polemizzato duramente con i grillini: «L'accordo Tempest (che un deputato M5S gli aveva rinfacciato, ndr) è stato firmato nel governo Conte I da Elisabetta Trenta, ministro che stimo e considero amico: ero accanto a lei quando lo ha fatto, e ci sono le foto a documentarlo. Vorrei poi ricordare che l'impegno del 2% della Nato è stato firmato nel 2014, non dal governo Meloni, in un vertice Nato in Galles ed è stato ribadito in tutti i vertici Nato successivi, compresi quelli in cui ha partecipato Conte come premier».

soldati esercito tedesco 3esercito ucrainoesercito ucraino ESERCITO RUSSO IN UCRAINARECLUTE ESERCITO USA RECLUTE ESERCITO USA soldati esercito tedesco 4

Ultimi Dagoreport

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…