diabolik fabrizio piscitelli lucia gargano

CARA TI COSTA LA PACE TRA I CLAN: DIABOLIK AMMAZZATO, E ORA LA SUA BANDA DI ALBANESI HA PERSO LA PIAZZA DI SPACCIO DI PONTE MILVIO: LA MOVIDA È NELLE MANI DELLE 'NDRINE CALABRESI - IL PIANO DI PISCITELLI ERA CERCARE UN APPOGGIO TRA GLI AVVOCATI DEI VARI CAPIMAFIA ROMANI (SPADA, CASAMONICA, ''BARBONCINO'') PER SIGLARE LA TREGUA E SPARTIRSI IL TERRITORIO SENZA PIÙ AMMAZZARSI TRA DI LORO

 

 

1. LA PACE TRA CLAN, UN SUCCESSO CHE È COSTATO LA VITA A DIABOLIK

Giuseppe Scarpa per ''Il Messaggero''

 

fiori per diabolik foto mezzelani gmt001

Diabolik l' ultras della Lazio, il neofascista e il narcotrafficante. E infine Diabolik il mediatore, seduto a capotavola per negoziare la pax tra clan a Ostia, plenipotenziario di un altro boss, Marco Esposito, soprannominato Barboncino. Il punto di partenza per la scalata al vertice. Fabrizio Piscitelli, 53 anni, assassinato con un colpo di pistola alla nuca il 7 agosto al Parco degli Acquedotti, aveva bruciato le tappe. Arrivato nel gotha del grande crimine romano iniziava a sentirsi, non solo arbitro, ma anche padrone. In una piazza però, quella di Roma, che non accetta re.

 

IL SOCIO

Piscitelli e il suo socio in affari Fabrizio Fabietti, uno capace di scontrarsi in carcere con i mafiosi di Cosa Nostra come Sante Fragalà, volevano estendere il loro dominio su gran parte della Capitale. E del loro ambiziosissimo progetto ne stava iniziando a fare le spese anche Barboncino. Proprio quel Marco Esposito di cui Diabolik, nel summit del 13 dicembre 2017 con Salvatore Casamonica, emissario degli Spada, doveva curare gli interessi.

 

Niente guerra tra la batteria di Esposito e la decimata (dagli arresti) famiglia Spada nel litorale romano. Questo il successo incassato dal Diabolik diplomatico.

Ma mentre El Diablo con una mano aiutava Barboncino, con l' altra gli sfilava gli uomini di peso. Su tutti il pugile, picchiatore e quindi riscossore di debiti di droga, Kevin Di Napoli.

fabrizio piscitelli diabolik 4

D' altro canto lo scenario per il duo Piscitelli-Fabietti era propizio, gli Spada, i Casamonica e i Fasciani indeboliti erano stati decimati dagli arresti.

 

E Barboncino e i suoi uomini, per l' emergente coppia criminale, erano veramente poca cosa. Tenuto conto, tra l' altro, che Esposito vantava debiti di droga (40 mila euro) con Fabietti e aveva accettato che Diabolik ne portasse le istanze nel tavolo della pace tra clan, apparecchiato al ristorante Oliveto a Grottaferrata, con Salvatore Casamonica.

 

LE INTERCETTAZIONI

A fare una spietata analisi, dei nuovi e sempre mutevoli equilibri criminali romani, sono due uomini vicini a Barboncino intercettati dal Gico della Guardia di Finanza. Si tratta di Fabio Di Francesco e Natale Perrulli. I due commentano il successo della negoziazione di Diabolik, nell' incontro con Salvatore Casamonica, capace di raggiungere un accordo con gli Spada ed evitare dei guai ad uno spaventato Marco Esposito: «Romoletto (Spada) gliel' hanno apparato Diabolik e Fabietti.

FABRIZIO PISCITELLI DIABOLIK

 

 Perché (Barboncino) se stava a cacà in mano». Ma dopo il prestigioso successo diplomatico del 13 dicembre 2017 Diabolik cerca di passare subito all' incasso. Il 25 settembre 2018, il duo Piscitelli e Fabietti blandisce uno degli uomini di Esposito: «Controverso avvicinamento del Kevin Di Napoli al gruppo criminale con a capo Fabietti e Piscitelli, con conseguente allontanamento dello stesso dall' organizzazione» guidata dal Barboncino, annota la finanza nell' informativa finale Grande Raccordo Criminale.

 

IL PUGILE

Sono sempre Perrulli e Di Francesco a spiegare i movimenti in atto nella mala romana. «Il 21 aprile 2018 - annotano le fiamme gialle - Perrulli e Di Francesco ritornavano a discutere di Fabietti e Piscitelli e delle vicende che vedevano coinvolti questi ultimi, intenzionati a rompere gli equilibri dei propri rivali.

Di Francesco: Stanno attizza' Kevin a rompere gli equilibri con Marco». E ancora «o vogliono mette su, lo vonno tirà.

Si, lo vonno portà dalla parte loro, come con Lorenzo. Eh però, portandose Kevin pensano che pure Lorenzo poi capito?».

 

lucia gargano

A quel punto un Di Francesco infuriato riferiva a Perrulli che il pugile Di Napoli avrebbe dovuto rimanere con loro. E che anzi si sarebbe dovuto fare portatore di un messaggio bellicoso nei confronti di Diabolik e soci, dopo avergli pagato un debito di droga. «No però senti, da Kevin che arriva là con i dieci sacchi e gli dice: noi abbiamo i conti diversi però se succede qualche cosa scendiamo tutti per strada».

 

Il 27 aprile 2018 ogni progetto di guerra è messo da parte, ed un più accondiscendente Di Francesco dice «io voglio crea' una pace globale». Ma né per la pace né per la guerra ci sarà il tempo sufficiente. Di Francesco, Perrulli e Barboncino vengono arrestati ad ottobre del 2018 dai carabinieri di Ostia. Diabolik muore il 7 agosto scorso assassinato da un killer e l' altro ufficiale del crimine romano, Fabietti, viene arrestato tre mesi fa.

 

 

2. NELLE CARTE IL PIANO DI PISCITELLI: CERCARE UN APPOGGIO TRA I LEGALI

Valentina Errante per ''Il Messaggero''

 

 

fabrizio piscitelli diabolik 3

Sosteneva Fabrizio Piscitelli di averne parlato anche con Angelo Staniscia. Il dominus dello studio legale dove Lucia Gargano, finita venerdì ai domiciliari con l' accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, era cresciuta professionalmente fino a stringere rapporti extra mandato con i clienti più importanti, da Spada a Casamonica allo stesso Diabolik, secondo l' ultrà laziale sarebbe stato interessato della mediazione tra i clan. Così afferma Piscitelli nelle intercettazioni.

 

Angelo Staniscia, secondo le parole di Diabolik, sarebbe stato sollecitato a parlare con Ottavio Spada per convincerlo che una tregua, nella guerra scoppiata a Ostia tra il suo clan, indebolito dagli arresti, e quello emergente di Marco Esposito, sarebbe stata utile a tutti. Il matto, così Piscitelli chiama l' avvocato e allo stesso modo lo indica Lucia Gargano nelle intercettazioni.

 

Non ci sono, però, riscontri sul fatto che Staniscia abbia dato seguito a quell' invito.

lucia gargano

Ma l' ordinanza che ha portato ai domiciliari l' avvocatessa sembra un frammento di un' indagine assai più ampia: mancano dei pezzi nelle contestazioni, a cominciare dal telefono che la Gargano consegna a un cliente ai domiciliari, che riesce poi a mettersi così in contatto con ambienti criminali.

 

LE INTERCETTAZIONI

Il 13 dicembre 2017, al ristorante Oliveto di Grottaferrata, all' incontro organizzato per parlare di un carico di droga e della pace tra i clan, Lucia Gargano era attesa. «L' avvocato? Deve ancora arrivare?», chiede Piscitelli. Da lì a breve la giovane donna raggiunge gli altri commensali. A tavola siedono Salvatore Casamonica, Diabolik, il francese, che si rivelerà essere un agente infiltrato della Finanza, e poco dopo anche Dori Petoku, leader del gruppo di albanesi che hanno investito nel traffico di droga sul litorale.

 

lucia gargano

Diabolik introduce la Gargano ai presenti: «È il nostro avvocato di fiducia». La missione di Gargano è andare in carcere e chiedere il placet di Ottavio Spada per siglare la tregua. Annotano i finanzieri: «Piscitelli affermava di aver già comunicato al matto che questa cosa qui di Ostia è importante e che lui (Piscitelli) e Salvatore (Casamonica) si stavano esponendo».

 

L' avvocatessa annuisce e Diabolik torna a parlare di Staniscia: «Il matto parlasse con Ottavio perché questo Ottavio che ci sta in mezzo, se volete noi possiamo mettere di tutto e fate la pace... però deve essere la pace».

 

«Mo' riarresteranno pure il mio Diabolik», commentava Lucia Gargano nel novembre 2018. In carcere era appena finito Barboncino e il fatto che Piscitelli, ritenuto responsabile di una cessione di droga da 40mila euro, non fosse stato arrestato, le faceva capire che l' inchiesta dovesse essere più ampia. Annotano i militari del Gico: «Lucia Gargano riferiva a Piscitelli di essersi procurata l' intera informativa con le intercettazioni integrali e che c' era qualcosa in più, ma le frasi più importanti erano quelle, diceva. Su sollecitazione di Piscitelli, comunque, avrebbe riletto tutto per controllare meglio il contenuto».

 

ottavio spada 5

LA POSTINA

È novembre 2018, quando Lucia Gargano, si legge nell' ordinanza, «si è prodigata per consegnare personalmente un telefono ad Alessio Lori, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari presso il centro di solidarietà Don Guerrino Rota di Spoleto, incontrandolo fuori dalla comunità e ricevendo della documentazione da consegnare a terze persone, tra cui Mimoza Zogu, sorella di Arben Zogu».

 

L' avvocatessa, annota ancora il gip, «ha provveduto anche ad effettuare le ricariche telefoniche richieste da Lori che nelle settimane seguenti è così riuscito a intrattenere rapporti con soggetti inseriti in contesti criminali, in particolare, tramite la sorella Mimoza, con Arben Zogu». Fatti non contestati all' avvocatessa che inducono a pensare che l' inchiesta dei pm Ilaria Calò, Giovanni Musarò e Mario Palazzi avrà presto nuovi sviluppi.

ottavio spada 6

 

 

3. DIABOLIK, LA BANDA PERDE IL CONTROLLO DELLA MOVIDA

Marco De Risi e Alessia Marani per ''Il Messaggero''

 

 

A Ponte Milvio gli albanesi amici di Diabolik sono spariti. Da quando il capo ultras della Lazio è stato ucciso il 7 agosto scorso con un colpo alla nuca nel Parco degli Acquedotti, a Cinecittà, anche la geografia criminale di Roma sembra cambiata. In realtà, almeno a Ponte Milvio, dove il Diablo era di casa, il panorama era iniziato a variare già qualche tempo prima. Con un' escalation di bar, ristoranti, alberghi, locali della movida, coiffeur e bar-berie, finiti nell' arco degli ultimi anni nell' orbita dei clan calabresi o di loro epigoni, tutte attività aperte nel raggio di poche centinaia di metri, sino al Fleming.

 

Nomi come Rizzuto o i Pelle originari di San Luca, dove ha base una delle ndrine più feroci del pianeta, hanno preso indirizzo in zona o spuntano improvvisamente nei libri paga dei locali più in voga.

 

MISTERI

ottavio spada 2

A gennaio uno strano episodio: due auto finiscono incendiate nei pressi di Corso Francia. Apparentemente non c' è nulla che desti sospetti, se non che una delle utilitarie era parcheggiata sotto casa, si scoprirà, del figlio di un calabrese di rango. La macchina era intestata a un' altra persona ma, di fatto, a usarla era proprio il ragazzo che, di recente, aveva avviato un' attività nel settore beauty a Ponte Milvio.

 

Uno strano corto circuito o qualcuno ha dato fuoco all' auto dell' imprenditore? Mistero. Martedì scorso le forze di polizia vengono chiamate per dare esecuzione allo sfratto di un albergo in via della Farnesina. La gestione dell' hotel, poco più di un anno fa, era stata ceduta dai proprietari a una società composta da tre pregiudicati per droga di Crotone che avevano deciso di trasferire business e residenza a Roma.

 

I primi tre-quattro mesi di canone erano stati regolarmente pagati, poi ogni versamento era stato interrotto. Ma a fare precipitare le cose erano state le continue liti interne fra i tre soci, visti girare più volte per Ponte Milvio accompagnati da avvocati e guardaspalle. Ormai il sodalizio era minato e i proprietari delle mura ne hanno approfittato per chiedere lo sfratto, eseguito senza problemi. Ma chi hanno ospitato in tutto questo tempo i gestori morosi nelle loro stanze? Tutti gli ospiti sono stati regolarmente registrati? Chissà. Non si potrà mai sapere.

 

LE RESIDENZE

SALVATORE CASAMONICA

Gli investigatori stanno scandagliando indizi, visure camerali e certificati anagrafici, che confermerebbero l' ascesa delle 'ndrine in questo angolo esclusivo di Roma Nord dove la movida crea un indotto da milioni di euro all' anno. Insomma, una gigantesca e ottimale lavatrice in cui arrivare persino a potere vendere la cocaina (che qui, secondo i beninformati, gira a fiumi) con tanto di scontrino: il cliente entra, consuma, e paga. Dalla Calabria, intanto, fioccano le nuove residenze nel quartiere.

 

carminati

C' è persino chi ha appena deciso di scontare gli arresti domiciliari a due passi dalla Chiesa della Grande Madre di Dio, come nel caso di un pluripregiudicato che annovera precedenti per droga, istigazione alla corruzione e associazione a delinquere di stampo mafioso. È qui che sta scontando la sua pena.

 

Se le indagini sul Mondo di Mezzo avevano disegnato una pacifica convivenza nella piazza tra i romani di Carminati e i fratelli napoletani Esposito con gli albanesi amici di Fabrizio Piscitelli, questi ultimi operanti sotto l' ala protettiva di Michele Senese O' Pazz', adesso a Ponte Milvio gli equilibri sembrano mutati. Da quando Diabolik è morto, poi, gli albanesi sarebbero spariti del tutto, complici anche le inchieste giudiziarie che ne hanno portati dietro le sbarre un bel po'. Ma tanti altri restano arroccati tra Acilia, Fonte Nuova e i Castelli, senza più mettere piede a Roma Nord.

 

 

ottavio spada 1

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…