dadone droghe leggere

CON IL CASINO DEI VACCINI E DELLA PANDEMIA CI MANCAVA SOLO IL DIBATTITO DA ASSEMBLEA LICEALE SULLE DROGHE LEGGERE – SORGI: "DRAGHI HA AFFIDATO ALLA MINISTRA DADONE LA DELEGA PER RISOLVERE IL DELICATO PROBLEMA DELLA LEGALIZZAZIONE DELLE DROGHE LEGGERE A SCOPO TERAPEUTICO. QUANDO IL PREMIER ASSEGNA UN COMPITO, SI ATTENDE CHE VENGA RISOLTO" – FABIO ANIBALDI, EX OSPITE DI SAN PATRIGNANO: "I DIVIETI DA SOLI NON FUNZIONANO"

Marcello Sorgi per la Stampa

 

FABIANA DADONE

Dopo quello sulla legge Zan, che dovrebbe introdurre nuove sanzioni contro l'omotransfobia, è in arrivo un nuovo scontro sulla liberalizzazione della marijuana, ciò che ormai è consentito da tempo in numerosi stati europei e americani, ma che qui in Italia, come accade spesso in materia di diritti civili, sta sollevando tensioni dentro e fuori la larga maggioranza del governo di unità nazionale. Motivo dello scontro, la decisione di Draghi di affidare alla ministra delle politiche giovanili Fabiana Dadone, la delega per risolvere il delicato problema della legalizzazione delle droghe leggere a scopo terapeutico.

 

marijuana

Dadone, cuneese, 37 anni, 5 stelle, non è nuova a polemiche. L'ultima, per la sua decisione di diffondere sui social l'8 marzo, in occasione della Festa delle donne, una sua foto con un elegante paio di scarpe rosse e i piedi appoggiati sulla sua scrivania di ministro, accompagnata da una dichiarazione in cui rivendicava il fatto di non essere sposata e aver avuto lo stesso due figli fuori dal matrimonio. Una combattente, che c'è da aspettarsi si applicherà con lo stesso spirito al compito che Draghi le ha dato.

 

Ma se contro la legge sull'omotransfobia, approvata una prima volta alla Camera il 5 novembre e bloccata, o almeno fortemente rallentata al Senato, si era coagulato un largo fronte, dalla Conferenza dei vescovi alle femministe, contrarie alla definizione di un'identità di genere, sulle droghe leggere rischia di spaccarsi l'intera maggioranza di governo.

fabiana dadone

 

Dal centrodestra, trascinato dalla Meloni, che dall'opposizione promette battaglia in Parlamento contro qualsiasi ipotesi, anche limitata di legalizzazione della marijuana, al centrosinistra, dove, accanto a una parte dichiaratamente favorevole (a cominciare dal renziano ed ex radicale Giachetti), non è un mistero che ci sia un partito trasversale che parte dall'interno del Pd, si preoccupa dei propri elettori anziani, ed è pronto a opporsi e a bloccare l'iter di qualsiasi testo alle Camere.

 

Ma Dadone e i 5 stelle, pur sapendo che li aspetta un compito difficile, non demordono. D'altra parte, ci dev' essere una ragione se Draghi ha deciso di affidare alla giovane ministra la delega. In genere, quando assegna un compito, il premier si attende che venga risolto.

 

 

"RIVEDO POLEMICHE DI 30 ANNI FA I DIVIETI DA SOLI NON FUNZIONANO"

Franco Giubilei per la Stampa

 

piantagione di marijuana lungo il tevere 2

 «Bisogna avere il coraggio di ammettere che i divieti non possono bastare. Il proibizionismo è solo una foglia di fico ipocrita e inutile, ma intanto le mafie hanno acconsentito ad abbassare i prezzi delle droghe e sa perché? Perché sono aumentati i tossicodipendenti».

 

Fabio Anibaldi parla di una materia che conosce molto bene perché ha trascorso a San Patrignano dodici anni di vita: entratoci nel 1983, ne è uscito il 17 settembre del 1995, due giorni prima della morte di Vincenzo Muccioli. La delega delle politiche antidroga alla ministra Dadona sta già facendo litigare per le sue posizioni antiproibizioniste.

fabiana dadone

 

«Rivedo le stesse polemiche di trent' anni fa, con le stesse contrapposizioni fra proibizionisti e antiproibizionisti, non c'è stata alcuna evoluzione culturale e si continua ad affrontare la questione con lo stesso paradigma del permettere o vietare».

 

Chi porta la responsabilità di questi ritardi?

«La questione vera è un'altra: sarebbe necessaria una riflessione radicale e seria sulle questioni che sono alla base della tossicodipendenza, che in realtà è un sintomo di qualcos' altro. Intanto però, nel silenzio generale, i tossicomani sono aumentati, anche se non si sentono più. Nel famoso bosco di Rogoredo si trova eroina a cinque euro. Se io ci fossi dentro oggi farei molta più fatica a uscirne: ai miei tempi dovevi rubare o scippare per procurarti le somme ingenti che servivano a farsi».

salvini meloni

 

In tutto questo, la criminalità organizzata continua a prosperare sulle sostanze.

«Le mafie hanno acconsentito ad abbassare i prezzi e i tossici sono aumentati. Riescono comunque a fare profitti alti tenendo i prezzi bassi. Il fatto è che bisogna chiedersi cosa c'è dietro il bisogno di stupefacenti, e dietro c'è la ricerca di benessere e felicità che accomuna tutti gli esseri umani».

 

Ma cosa garantisce interventi più efficaci, l'approccio proibizionista o quello antiproibizionista?

la ministra della pa Fabiana Dadone

«Penso che la discriminante sia fra le droghe leggere e quelle pesanti, cioè la dipendenza creata da queste ultime. Ecco, sugli stupefacenti pesanti uno Stato non può permettersi di essere lassista. E comunque non basta, perché il problema è culturale ed educativo».

 

C'è chi dice che è sbagliato fare differenze perché le leggere preparerebbero alla dipendenza dalle droghe più pericolose.

Mario Draghi

«Stando a San Patrignano ho conosciuto migliaia di tossicomani e tutti hanno iniziato dalle droghe leggere, ma queste restano governabili perché non danno una dipendenza vera, che si esprima con le crisi d'astinenza dell'eroina. Comunque il punto non è la sostanza in sé, quanto la spinta che innesca il consumo. E' mitologia che un tossicomane si autodistrugga, perché per lui la droga è sorgente di vita».

 

E' stata questa la sua esperienza?

«Il nostro spavento vero era la crisi d'astinenza, quella era la morte, la droga per noi era la vita».

In ogni caso si torna a parlare di sostanze.

«Sono contento che il documentario su San Patrignano abbia riacceso la discussione, purché porti a un ripensamento. La droga non se n'è andata, ce n'è più di prima, ma si fa finta di niente perché i tossici non danno fastidio: non rubano, non scippano, ma è solo perché la roba costa pochissimo».

 

FABIANA DADONEla ministra fabiana dadone

Ultimi Dagoreport

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”