vasco trento

CHE EFFETTO AVRA’ LA MUSICA DI VASCO ROSSI SULL’ORSO PAPILLON? SALE LA FEBBRE PER IL CONCERTON DEL "BLASCO" VENERDÌ A TRENTO - I TIMORI DELLA CITTÀ PER L'ARRIVO DI 120 MILA FAN E PER L’ORSO PAPILLON CELEBRE PER ESSERE EVASO DUE VOLTE: LUCI E SUONI LO DISTURBEREBBERO, QUINDI È STATO RACCOMANDATO DI SEDARLO – POLEMICHE ANCHE CONTRO IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA, IL LEGHISTA FUGATTI, ACCUSATO DI ESSERSI ORGANIZZATO LO SPOTTONE IN VISTA DELLE ELEZIONI DELL'ANNO PROSSIMO. E SULLA SICUREZZA…

Alberto Mattioli per La Stampa

 

Come al solito, sarà più di un concerto.

vasco trento

Semmai, una via di mezzo fra il rito sacro, la grande migrazione, l'invasione barbarica e il culto della personalità. Insomma, è la prima data del nuovo tour di Vasco Rossi, 70 anni e non sentirli, mentre gli altri sentiranno benissimo, con i 750 mila watt dell'impianto di amplificazione.

 

Venerdì, a Trento, arriveranno in 120 mila, con una fame di Vasco arretrata di due anni, ultimo concerto il 19 giugno '19 a Cagliari, poi tutti in crisi d'astinenza a causa Covid, vita spericolata solo quando si faceva il tampone. Poca roba, certo, rispetto ai 225.173 paganti di Modena nel 2017, record mondiale di spettatori a un concerto solista. Ma sempre tanti per Trento, una città che di abitanti ne fa meno, 118 mila e rotti e che per un giorno raddoppia la popolazione.

 

vasco trento

Molto divisa, peraltro: negli occhi di ristoratori e albergatori è comparso il simbolo del dollaro come nei cartoni animati; altri cittadini sono scettici o infastiditi. Da giorni, alle ansie private (una media di 1.500 telefonate quotidiane al centralino della Polizia municipale) rispondono i pubblici poteri: il capo dei vigili, Luca Sattin, per venerdì raccomanda di non prendere l'auto, di muoversi il meno possibile e di lavorare in smart working: «Se andate fuori città è meglio, ma non tornate sabato mattina: il deflusso sarà lungo». Venerdì è stata proclamata la notte bianca.

 

 

Si suppone che i fan tireranno mattina, anche perché si calcola che per andare e tornare dal concerto serviranno dai 50 ai 70 minuti (a piedi: le navette arrivano fino a un certo punto, poi sono comunque quattro o cinque chilometri di scarpinata), mentre si stima che dalla stazione transiteranno almeno in 15 mila. Qualche trentino più montanaro è francamente seccato: «Macché Vasco! Venerdì andrò a funghi e poi a dormire nella seconda casa», sbotta un amico locale. Però si sono trovati duemila volontari, in prima fila i soliti alpini di pronto intervento.

vasco trento

 

Tutto è grande, anzi no: enorme, meglio: colossale.

Si stanno dando i numeri, e non solo in senso figurato.

Eccoli, allora: la Trentino Music Arena, che poi è in sostanza un pratone a sud della città, si estende su 27 ettari, equivalenti a 38 campi da calcio. Il palco è alto 28 metri, come un palazzo di nove piani, lungo 90 e profondo 28; totale, 2.330 metri quadrati. Per far arrivare tutto il materiale ci sono voluti 137 Tir. Il tour, per inciso, proseguirà con altre undici date in dieci città (a Roma si bissa) per le quali sono già stati staccati 650 mila biglietti. Se si muove lui, ormai lo sappiamo, è subito evento, mania, delirio, fanatismo: c'è Vasco e ci sono gli altri (fanno notare i maligni - l'ambiente, com' è noto, non ne è privo - che nella ripartenza Rossi ha battuto l'eterno rivale Ligabue, che ricomincia il 4 giugno, a Campovolo).

CONCERTO VASCO

 

Intanto, lui, il "Blasco", è da giorni in zona, blindatissimo al Fai della Paganella o forse a Levico, mistero. Posta foto abbracciando abeti con didascalia: «Sono il re del bosco», e va alle prove su un elicottero della Protezione civile gentilmente offerto dalla Provincia autonoma.

 

Come tutto il resto, per la verità: il concerton de' concertoni è stato voluto, fortissimamente voluto, dal suo presidente leghista, Maurizio Fugatti, che ha messo il Comune, a guida a sinistra, di fronte al fatto compiuto. Sono quindi kolossal anche le polemiche. L'opposizione accusa Fugatti di essersi organizzato lo spottone in vista delle elezioni dell'anno prossimo, con spese folli (più di 6 milioni solo per sistemare l'area) superiori all'indotto previsto, e senza che sugli incassi privati ci sia una percentuale pubblica. Anzi, all'inizio si disse pure che per convincere Vasco gli avrebbero dedicato una via o una piazza o almeno una lapide, la statua no, pareva eccessivo, anche se poi non se n'è fatto nulla.

 

Altre risse sulla sicurezza: l'area dove si svolge il concerto, terreno vago espropriato dalla Provincia più di vent' anni fa per farci l'ospedale oppure per trasferirci le caserme dell'esercito e fare l'ospedale al loro posto, tutti progetti che non hanno mai quagliato, è lunga e stretta fra le montagne, l'Adige, la ferrovia e l'autostrada del Brennero, quindi si entra e si esce soltanto da sopra o da sotto. Un funzionario che non firmava i permessi è stato rimosso, l'ultimo timbro manca ancora e dovrebbe arrivare oggi.

orso papillon

 

E poi, per finire, il caso Papillon. Una consigliera verde, Lucia Coppola, fa notare che l'Arena è vicinissima, meno di un chilometro, alla gabbia di M49 alias Papillon, l'orso bruno celebre per essere evaso due volte beffando reti e ricercatori. Luci e suoni lo disturberebbero, quindi la consigliera ha raccomandato di sedarlo, e insomma per l'orso «non veder, non sentir m' è gran ventura», come dice Michelangelo in un sonetto: come per il signore che andrà a funghi. Tutti gli altri, invece, sono eccitatissimi.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”