giuseppe ghirardini bozzoli

CHE FINE HA FATTO GIACOMO BOZZOLI? – IERI IL 39ENNE E’ STATO CONDANNATO IN VIA DEFINITIVA ALL’ERGASTOLO PER AVER AMMAZZATO LO ZIO MARIO, E AVER GETTATO IL CADAVERE NELL’ALTOFORNO DELLA LORO FONDERIA, NEL 2015 – DOPO LA DECISIONE DEI GIUDICI, I CARABINIERI SONO ANDATI A CASA DI BOZZOLI, SUL LAGO DI GARDA, NON L’HANNO TROVATO - LA FUGA E' FORSE UN GESTO DETTATO DALLA DISPERAZIONE DOPO LA CONDANNA...

Estratto dell’articolo di Mara Rodella per www.corriere.it

 

giacomo bozzoli

Ancora senza esito, per ora, le ricerche continuate tutta la notte di Giacomo Bozzoli, 39 anni, condannato in via definitiva all'ergastolo nel tardo pomeriggio di lunedì in Cassazione per l'omicidio dello zio Mario. A nove anni dai fatti.

 

Attorno alle 20 di lunedì sera, Giacomo Bozzoli non era nella sua casa sulla sponda bresciana del Lago di Garda dove risulta residente. Lo hanno constatato i carabinieri che si sono presentati nell'abitazione ma non hanno trovato nessuno poche ore dopo la pronuncia della Cassazione.

 

Non si esclude si sia trattato di un momento di confusione, cedimento e disperazione, unito al desiderio di «godersi» le ultime ore di libertà. E che quindi a stretto giro possa decidere di costituirsi.

 

Poco prima delle 18 di lunedì era arrivato il verdetto. Destinato a cambiargli la vita, dopo nove anni di accuse - ma anche di libertà. La prima sezione della Corte di Cassazione — presidente Giuseppe Santalucia — ha confermato, rendendolo definitivo, l’ergastolo a carico di Giacomo Bozzoli: 40 anni il prossimo 19 luglio, è stato condannato in primo, secondo e ora terzo grado per l’omicidio aggravato e la distruzione del corpo dello zio Mario, 52 anni, sparito la sera dell’8 ottobre 2015 dalla fonderia di famiglia, a Marcheno, che gestiva con il fratello e i nipoti.

fonderia bozzoli

 

[…] Il sostituto procuratore generale in Cassazione, Assunta Cocomello, aveva chiesto la conferma della condanna all’ergastolo a carico di Giacomo. Secondo l’accusa, in termini di legittimità, non si registra alcuna violazione di legge nella doppia sentenza conforme di condanna a carico dell’imputato, così come non ci sarebbero vizi di motivazioni, sia sotto il profilo formale che logico.

 

Senza ombra di dubbio, quindi, Mario Bozzoli è morto. Ed è morto proprio dentro la sua fabbrica: «Le piste alternative sono accreditabili solo nel campo della magia» ha detto senza mezzi termini il pg. Che ha tenuto a precisare come le indagini, «lunghe», non siano state «un’ostinata ricerca di un colpevole, ma un’ostinata ricerca delle prove che a quel colpevole hanno portato». Cioè Giacomo.

bozzoli

 

Che sia lui il responsabile, per la pg, lo conferma una serie di elementi di prova già vagliati non certo in modo superficiale, come le telecamere all’interno della fonderia che sarebbero state spostate ad hoc prima del delitto in modo da non immortalarlo; il rientro in azienda del 39enne, la sera dell’8 ottobre 2015, dieci minuti dopo la sua uscita (ci rimase per altrettanti dieci minuti) che lui stesso spiegò sarebbe dipeso da un cambio di produzione da impartire: senza senso per l’accusa secondo cui, piuttosto, Giacomo Bozzoli sarebbe tornato in fonderia per finire il lavoro di occultamento del cadavere o cancellare tracce.

 

scorie dell altoforno fonderia bozzoli

Infine, l’odio «ostinato e incontenibile» verso lo zio — «colpevole a suo avviso sia di lucrare dalla società dei proventi sia di intralciare i suoi progetti imprenditoriali» scrissero i giudici bresciani — che non avrebbe nascosto a conoscenti e all’ex fidanzata (alla quale anni prima avrebbe confidato un piano per ucciderlo), sentita in aula in primo grado. […]

 

Per la Corte d’assise d’appello di Brescia «l’omicidio è stato commesso in un ristretto ambito spaziale e temporale in cui gravitavano, oltre all’imputato, unicamente Giuseppe Ghirardini e Oscar Maggi».

 

Tra le 19.15 (dopo che Mario chiamò la moglie Irene) e le 19.18 (quando invece si verificò la «fumata anomala» al forno grande, dove per i giudici il suo corpo fu gettato).

 

alla ricerca di tracce biologiche nella fonderia bozzoli

Il primo, Ghirardini, addetto al forno grande, morì suicida in Valcamonica sei giorni dopo la scomparsa del suo titolare.  A carico del secondo, Oscar Maggi, le indagini sono state chiuse: la Procura di Brescia chiederà a giorni il rinvio a giudizio per concorso in omicidio dopo il rinvio degli atti.

 

Di falsa testimonianza, invece, rispondono Alex Bozzoli, fratello di Giacomo, e un altro operaio, Aboyage «Abu» Akwasi: avrebbero mentito «per allontanare Mario dal forno al momento della fumata» e favorire Giacomo.

adelfio bozzoli

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…