luca di donna giuseppe conte

CHI E' IL GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA CHE SI FECE TROVARE CON LUCA DI DONNA, ALLO STUDIO ALPA, PER INCONTRARE UN IMPRENDITORE CHE SPERAVA DI VEDERSI RINNOVARE L'ACCORDO PER LA FORNITURA DI MASCHERINE? - E COME MAI L'IMPRENDITORE FU SILURATO DALLA STRUTTURA COMMISSARIALE QUANDO, STUPITO DALLE "MODALITA' OPACHE", DECISE DI SFILARSI DALL'AFFARE CON DI DONNA? - MORALE DELLA FAVA: TRA SEDICENTI INTERMEDIARI E FANTOMATICI MEDIATORI, LA STRUTTURA COMMISSARIALE GESTITA DA ARCURI E' STATA PRESA D'ASSALTO...

Giacomo Amadori per “La Verità”

 

luca di donna

L'ex commissario all'emergenza Domenico Arcuri è più «trafficato» del Grande raccordo anulare nelle ore di punta. Dopo la vicenda della maxi commessa da 1,2 miliardi di euro di mascherine cinesi fornite da Mario Benotti & c., adesso è il turno di altri soggetti privati che attraverso tre legali e un imprenditore, avrebbero avvicinato illecitamente uomini chiave della struttura commissariale, del Ministero dello sviluppo economico e di Invitalia per vendere attrezzature mediche e ottenere finanziamenti.

 

giuseppe conte foto di bacco (7)

Figura centrale dell'inchiesta della Procura di Roma è un amico ed ex collega nello studio Alpa di Giuseppe Conte. Si tratta dell'avvocato Luca Di Donna, indagato per traffico di influenze illecite come anticipato nei giorni scorsi da Verità e Panorama. Nel decreto di perquisizione consegnato ieri a tredici indagati (la maggior parte imprenditori) si leggono i reati contestati.

 

Di Donna, il collega Gianluca Esposito, e l'imprenditore Pierpaolo Abet, cinquantenne romano, sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al compimento di «più delitti contro la pubblica amministrazione». I tre avrebbero sfruttato e messo «a disposizione reciproca le relazioni di ciascuno di loro con soggetti incardinati ai vertici di istituzioni pubbliche e stazioni appaltanti»; ripartito tra di loro i proventi ricevuti e giustificato le movimentazioni tra di loro con mandati di collaborazione professionale.

 

luca di donna.

In particolare «si associavano allo scopo di ricevere utilità da soggetti privati interessati ad affidamenti o finanziamenti o appalti» pubblici per gli interventi effettuati «presso i pubblici ufficiali», ma anche per «remunerare i pubblici ufficiali che mettevano a disposizione le loro funzioni in favore della segnalazione ricevuta».

 

Quest' ultimo passaggio fa intuire che l'ipotesi di corruzione, già anticipata dalla Verità, resti sullo sfondo, anche se nel decreto di perquisizione non compare tra le contestazioni. Gli avvocati Di Donna ed Esposito insieme a Valerio De Luca, altro cinquantenne romano, e cinque tra imprenditori e manager della Adaltis e di una società collegata sono, invece, accusati di traffico di influenze illecite.

giuseppe conte foto di bacco (6)

 

Cioè di «raccomandazioni» a pagamento. Anche in questo caso gli avvocati avrebbero messo a disposizione «relazioni personali» con pubblici ufficiali della struttura commissariale («tra i quali il commissario Arcuri e il dottor Ventriglia», Rinaldo, colonnello dei Carabinieri in pensione, già «advisor alla logistica» della struttura) per far ottenere alla Adaltis commesse per la fornitura di test molecolari. Gli indagati, grazie alla «mediazione illecita», avrebbero incassato denaro «al di fuori di un ruolo professionale/istituzionale».

 

domenico arcuri

Nel giugno '20 la Adaltis ha ottenuto l'affidamento di una fornitura di 100.000 test per un importo di 800.000 euro. In cambio i tre avvocati hanno percepito, secondo l'accusa, 65.500 euro. Nel dicembre la Adaltis ha ricevuto un secondo affidamento da 2,55 milioni di euro e i legali si sono assicurati tre pagamenti da 90.000 euro ciascuno.

 

Non basta. Di Donna, De Luca e Abet (gli ultimi due presidente e ad di Universal Trust) sfruttando i rapporti del primo presso Invitalia «che agiva per conto del Mise» si sarebbero fatti promettere consulenze da clienti privati «interessati a ottenere il finanziamento di alcuni progetti [] in fase di valutazione da parte di Invitalia per conto del Mise».

 

luca di donna 1

Agli atti c'è anche un altro episodio di traffico di influenze illecite e coinvolge il gruppo Barletta. Questa volta il protagonista sarebbe Esposito che avrebbe utilizzato le sue conoscenze in Invitalia e al Mise, dove in passato «aveva ricoperto incarichi dirigenziali». Il legale si sarebbe fatto promettere una ricca consulenza (60.000 euro all'atto della firma e 300.000 sotto forma di incarico progettuale per il fratello architetto) per far ottenere al gruppo un finanziamento da 30/40 milioni di euro per la ristrutturazione dell'hotel Santavenere di Maratea.

 

L'inchiesta nasce dalla denuncia dell'imprenditore G. B., titolare di società produttrici di dispositivi di protezione individuale.

 

domenico arcuri e i banchi monoposto

Tra fine marzo e aprile 2020, effettua una prima fornitura con la struttura commissariale. Il suo intento è continuare la collaborazione e allora un amico lo mette in contatto con Di Donna ed Esposito, presentati «quali soggetti in grado di assicurargli entrature presso la struttura commissariale». In effetti i due, in un incontro del 30 aprile 2020, si accreditano come tali. In questa occasione la coppia di avvocati fa «sottoscrivere a G. B., senza rilasciargliene copia, un accordo per il riconoscimento in loro favore di somme di denaro, in percentuale sull'importo degli affidamenti». Durante il colloquio i due non mancano «di rimarcare la vicinanza di Di Donna con ambienti istituzionali governativi». In pratica la sua amicizia con l'allora premier Conte.

 

GUIDO ALPA

A questo punto per G. B. la situazione inizia a diventare sospetta: il 5 maggio 2020 «presso lo studio Alpa Di Donna si era fatto trovare in compagnia di un generale della Guardia di finanza», il quale avrebbe rappresentato la necessità, da parte della struttura, di reperire mascherine. Di fronte a queste «modalità opache», l'imprenditore, due giorni dopo, recede formalmente dall'accordo concluso con Di Donna ed Esposito.

 

luca di donna 3

E che cosa succede? «In singolare concomitanza con l'interruzione dei rapporti» con i due avvocati G. B. avrebbe «ricevuto una mail da parte di Antonio Fabbrocini (responsabile unico del procedimento, ndr) con la quale la struttura commissariale gli comunicava il mancato perfezionamento del contratto di fornitura di ulteriori quantitativi di mascherine e addirittura la restituzione per sopravvenute mutate esigenze della struttura commissariale delle 500.000 mascherine precedentemente già consegnate».

 

MARIO BENOTTI

Una coincidenza davvero inquietante.I carabinieri del Nucleo investigativo di Roma hanno trovato diversi riscontri alle dichiarazioni di G. B. e anche un altro imprenditore, titolare di una società informatica, ha raccontato di essere stato contattato dai due avvocati che gli avrebbero proposto «di entrare a far parte di un progetto, finanziato con soldi pubblici, per la realizzazione di un polo strategico per la salute in Calabria e per altri progetti» in cambio del «riconoscimento in loro favore di una percentuale pari al 5%o dell'importo complessivo delle operazioni».

 

Gli investigatori dell'Arma, durante le indagini, hanno verificato «l'inserimento di fatto di Di Donna e di Esposito all'interno della struttura di comando gerente gli affidamenti per l'emergenza Covid e la loro concreta possibilità di garantire ai privati affidamenti diretti e forniture dietro il riconoscimento di compensi per l'attività di intermediazione».

 

luca di donna

E i legali contrabbandavano con i privati questo loro accreditamento presso la struttura e il Mise come «necessario passe-partout» per l'ottenimento di nuove commesse. I tabulati telefonici hanno evidenziato «contatti frequentissimi tra Esposito e il commissario Arcuri» e «plurimi contatti tra Di Donna e Arcuri», oltre che di entrambi con «utenze intestate a Invitalia». Anche in questa indagine la prima ipotesi di reato è stata la corruzione (grazie a cui è stato possibile effettuare le intercettazioni), anche se successivamente, come nel caso di Benotti & C., la Procura, non avendo (ancora) rintracciato le presunte tangenti ai pubblici ufficiali, ha riqualificato il reato in traffico di influenze. Certo, di fronte a questo quadro probatorio, risulta difficile credere che da questa inchiesta non usciranno altre sorprese.

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)