CHI VUOLE ELIMINARE DONALD TRUMP? - SPARI FUORI DALLA CASA BIANCA, IL PRESIDENTE VIENE SCORTATO NELLO STUDIO OVALE - TRUMP COSTRETTO A INTERROMPERE UNA CONFERENZA STAMPA DAGLI AGENTI DELLA SICUREZZA - A SPARARE UNA PERSONA CHE È STATA FERITA DAGLI AGENTI E PORTATA IN OSPEDALE - È LA PRIMA VOLTA CHE SI VERIFICA EPISODIO DEL GENERE NEI DINTORNI DELLA RESIDENZA PRESIDENZIALE… - VIDEO

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Giuseppe Sarcina per www.corriere.it

 

spari davanti alla casa bianca trump scortato nello studio ovale 5 spari davanti alla casa bianca trump scortato nello studio ovale 5

Spari e allarme alla Casa Bianca. Ieri sera, intorno alle 18, Trump entra nella saletta dei briefing per fare il punto sul Covid-19 con i giornalisti. Passano pochi minuti e gli si avvicina un agente dei servizi segreti, incaricato della protezione personale del presidente. Un bisbiglio, Trump lo guarda sorpreso. Scende dal podio e in fretta lascia la stanza senza dire una parola. Poco dopo eccolo tornare. È lui stesso a spiegare: «C’è stata una sparatoria qui fuori dalla Casa Bianca. Per quello che ne so, una persona armata è stata colpita e portata in ospedale».

 

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I cronisti gli chiedono se ha avuto paura. «Vi sembra che stia tremando per il terrore? Lo sappiamo che il mondo è un posto molto pericoloso. Comunque non ho mai pensato di non tornare qui e terminare la conferenza stampa». Trump ha poi aggiunto: «Non so se il soggetto che ha sparato abbia pronunciato il mio nome. Non so neanche se tutta questa storia abbia a che fare con me». La dinamica dei fatti — nella notte italiana — non è ancora chiara. E gli investigatori non avevano ancora diffuso l’identità del «sospetto». L’incidente, però, ha fatto scattare l’allerta.

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Il leader americano è stato portato nello Studio Ovale, non lontano dalla saletta dei briefing. Tutto il recinto è stato sigillato. È la prima volta che si verifica una sparatoria nei dintorni della residenza presidenziale. Non c’erano stati conflitti a fuoco neanche nelle notti più caotiche, seguite alle proteste per la morte di George Floyd, il 25 maggio scorso a Minneapolis. Anche se il 31 maggio, il presidente, la First Lady Melania e il figlio Barron furono portati per precauzione nel bunker, ricavato nei sotterranei dell’edificio principale, mentre all’esterno i manifestanti lanciavano bottiglie contro il cordone di sicurezza.

 

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Per settimane gli attivisti di «Black Lives Matter» e tanti altri cittadini di Washington si sono dati appuntamento al Parco Lafayette, di fronte alla Casa Bianca. I dipartimenti delle forze dell’ordine federali e locali hanno rinforzato i controlli nella zona. Va anche considerato che negli ultimi giorni, la grande afa e l’emergenza Covid-19 hanno svuotato quasi completamente la città. Difficile pensare a una rapina o a un aggressione criminale. Più probabile che sia il gesto di uno squilibrato.

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