maria fida moro aldo

CHI VUOLE TENERE NASCOSTA LA VERITÀ SULLA MORTE DI ALDO MORO? E PERCHÉ? – MARIA FIDA, FIGLIA DELLO STATISTA, ACCUSA LO STATO: "LA SECONDA COMMISSIONE D'INCHIESTA HA TROVATO CIRCA L'80% DELLA VERITÀ, MA HA SECRETATO GLI ATTI PER 50 ANNI. CHE SENSO HA?" - "NON VEDRÒ MAI ‘ESTERNO NOTTE’, PERCHÉ MI DÀ DOLORE, PER NOI È UNA TORTURA, E QUI CI STAREBBE PURE BENE UNA PAROLACCIA. MI FA ORRORE SOLO L'IDEA CHE VITA E MORTE DI MIO PADRE SIANO UN BUSINESS” – “NON CONOSCIAMO TUTTA LA VERITÀ. E IL NODO NON È NEMMENO QUESTO, MA IL FATTO CHE LO STATO USA UN COLPEVOLE SILENZIO SU TUTTO CIÒ CHE RIGUARDA IL VERO ANDAMENTO DELLA VICENDA. FANNO PARLARE SOLO COLORO CHE NON SANNO E MISTIFICANO"

 

 

 

Roberto Faben per “La Verità”

 

 

«Vorrei che nessuno parlasse di mio padre se non è in grado di farlo rispettosamente e dignitosamente e di non considerarlo una specie di vittima inconsapevole».

 

MARIA FIDA MORO - foto Raffaele Marino @ramarino

Maria Fida Moro, figlia primogenita di Aldo Moro, non assisterà alla proiezione del film di Marco Bellocchio Esterno notte. «Non lo vedrò mai, perché mi dà dolore, per noi è una tortura, e qui ci starebbe pure bene una parolaccia, ma mi limito a dire accidentaccio».

 

Ciononostante ha incaricato i suoi legali di visionare il lungometraggio per valutare «se si ponessero risvolti giuridici». «Preferirei il silenzio, perché il silenzio è più rispettoso della parola».

 

Cosa la ferisce di questo film?

«Io, in questa vita incasinata, non mi vorrei più rincrescere. Mi piacerebbe che mio padre non fosse rappresentato come un'entità apparsa sulla faccia della Terra il 16 marzo 1978 e scomparsa il 9 maggio di quell'anno.

 

Non si capirà mai niente delle ragioni profonde della sua morte se non ci si sofferma sulla sua vita. È bene considerare che la sua morte non è servita a fare un colpo di Stato, ma a mettere Italia ed Europa su un declivio che ci ha portato alla situazione in cui ci troviamo ora. Mi fa orrore solo l'idea che vita e morte di mio padre siano un business.

 

fabrizio gifuni aldo moro in esterno notte

I vari registi che hanno ridotto il caso Moro a quei 55 giorni hanno sbagliato e in un certo senso finiscono per essere conniventi con una verità ufficiale che non è vera».

 

Questa verità ufficiale presenta molte crepe, come è trapelato dalle indagini di due commissioni d'inchiesta.

«La seconda Commissione, diretta da Giuseppe Fioroni, ha trovato circa l'80% della verità, ma ha secretato gli atti per 50 anni. Posso comprendere il diritto giuridico per farlo e le ragioni di politica anche internazionale. Ma che senso ha? È come indire un referendum sapendo che i risultati non saranno applicati».

 

aldo moro

Sul vostro sito Web, salviamoaldomoro.it, l'unico film che lei e suo figlio Luca riconoscete è Piazza delle Cinque Lune di Renzo Martinelli, del 2003, in cui aleggiano le ombre dei servizi segreti italiani già il giorno dell'eccidio di via Fani. Ci spiega perché?

«Perché Martinelli ha riconosciuto il concetto fondante del lavoro di Moro e ha raccontato mio padre con umanità. L'ipotesi, nel film, del Super 8 girato da un balcone di via Fani il 16 marzo, si è rivelata vera.

 

Il giudice Imposimato mi disse che una giornalista francese gliene aveva parlato e lui la invitò a consegnarlo a chi di dovere, ma poi è scomparso, così come le foto fatte dai palazzi di via Fani. Guardi, credo che gli italiani sappiano che Moro è stato una vittima sacrificale.

 

francesco cossiga aldo moro

Lui faceva politica in quel modo trasfigurante, verso un'umanità amorevole e armonica. È il lavoro dei profeti e dei pacificatori, e per questo finiscono ammazzati, come Gesù. Basti pensare a Gandhi, due Kennedy, e tre Bhutto, Benazir, suo padre e suo fratello.

 

Mio padre li ha ringraziati, i brigatisti, li ha salutati, vorrei sapere chi ringrazia i suoi carcerieri. Moro è stato un padre divertente, un educatore, uno statista, uno stratega, un cristiano, un mistico.

 

Perché dobbiamo parlare solo dei 55 giorni, con relativa agonia? Lo comprende Bellocchio che, per noi, la sua arte, meglio il suo modo di narrare, ci dà dolore, è solo una tortura? Inoltre altri film su Moro contengono errori».

aldo moro

 

Ad esempio?

«Ad esempio nel film Il caso Moro, di Ferrara (1986, ndr). La mattina del sequestro, mia madre, infermiera della Croce Rossa in tempo di guerra, stava facendo catechismo nella chiesa di San Francesco e, dopo l'attentato, accompagnò un sacerdote in via Fani per l'estrema unzione delle vittime.

 

foto in bianco e nero di aldo moro con dedica e firma asta eredita fanfani

Dopo essersi accertata che le persone fossero decedute, lei s' inginocchiò per terra, a pregare tra i bossoli e il sangue. E invece Ferrara che fa? La manda in un bar a prendere un cognac L'avrò vista due volte nella vita, mia madre, entrare in un bar e certamente non per prendere un cognac».

 

Il fatto che la figura di Aldo Moro vada compresa nel suo spessore biografico e storico è sacrosanto. Tuttavia va fatta chiarezza su come andarono davvero le cose in quei 55 giorni e affinché gli italiani siano consapevoli sugli sconcertanti retroscena della vicenda.

«La morte di papà non è finita con la sua morte e la cattiva coscienza di tanti fa sì che il terror panico per le cose perpetrate li tenga sulla difensiva o si difendano attaccando. Quelli che l'hanno voluto morto, lo volevano cancellato. I brigatisti e tutti gli altri hanno profuso parole, ma noi no, noi non siamo stati ascoltati».

 

22 rapimento di aldo moro 16 marzo 1978 ph barillari

Longa manus dell'intelligence, membri dei comitati di crisi di Cossiga legati alla P2, Hyperion, formale scuola di lingue ma raccordo tra servizi segreti internazionali punto di riferimento del br Moretti, la farsa della seduta spiritica di Prodi, il falso comunicato n. 7 del lago della Duchessa commissionato dai servizi a Tony Chichiarelli, la finta ricerca di Moro, gli sconti di pena ai brigatisti. Pressoché un'intera classe politica corresponsabile, compreso il Pci. Ma la Repubblica perché secreta squarci di verità?

GIULIO ANDREOTTI ALDO MORO

«Il giudici istruttori del primo processo Moro, Imposimato e Priore, durante una tavola rotonda in una televisione, hanno dichiarato che, nella vicenda Moro, erano coinvolti almeno 12 servizi segreti di altrettanti Paesi.

 

Non conosciamo tutta la verità. E il nodo non è nemmeno questo, ma il fatto che lo Stato usa un colpevole silenzio su tutto ciò che riguarda il vero andamento della vicenda Moro. Fanno parlare solo coloro che non sanno e mistificano e non hanno alcun afflato d'amore nei confronti di Moro».

aldo moro via caetani

 

Lei crede che si potrà giungere, un giorno, a un chiarimento su tutti gli aspetti oscuri della vicenda?

«Ciò è impossibile, ora. Ci vorranno, forse, 100 anni. C'è tanta, troppa gente coinvolta. Cossiga diceva che almeno 10.000 persone avevano a che fare con il caso Moro. In occasione del film di Valsecchi (Aldo Moro, Il presidente, 2008, ndr), la Camera invitò noi e i familiari della scorta di Moro, aggiungendo: "Sarebbe meglio se non veniste".

 

enrico mattei con aldo moro

Noi, con Giovanni Ricci (figlio di Domenico Ricci, autista della vettura su cui si trovava Moro, ndr), facemmo un duro comunicato e nessuno ci andò. Per il 60° della Costituzione Italiana, a Firenze, invitarono tutti i familiari delle stragi, tranne la famiglia Moro che, guarda caso, oltre a essere una vittima del terrorismo, è stato un Costituente.

 

È come se il caso Moro non riguardasse i Moro e non sono io che sono una cretina, sono loro che non capiscono che tutto quello che riguarda il caso Moro mi dà dolore. L'Italia non ha fatto ciò che ha fatto la Germania dopo il nazismo. Dovrebbe assumersi almeno la responsabilità etica collettiva, anziché nascondersi dietro le Br e basta. Il delitto Moro è stato un delitto d'abbandono e da omissione di soccorso. Vogliono dire, almeno, che Moro è stato lasciato morire?».

ALDO MORO

 

Furono posti dubbi sull'equilibrio mentale di Moro, che faceva pervenire lettere dalla prigionia. Carlo Gaudio, in un libro, osserva che alcune sue frasi sono perfetti anagrammi dove avrebbe rivelato il luogo in cui era recluso.

«I principi giuridici che papà segnalava nelle lettere erano gli stessi che insegnava ai suoi studenti da sempre. Che quelle lettere fossero assolutamente lucide e autentiche l'ha sempre detto e scritto ad esempio anche Giuliano Vassalli (è stato ministro di Grazia e Giustizia e presidente della Corte Costituzionale, ndr), amico e collega di papà, che per questo ha pagato: non è diventato presidente della Repubblica. I pochi che si sono esposti durante il sequestro per salvare davvero Moro hanno pagato un prezzo altissimo».

aldo moro in giacca e cravatta a terracina

 

Qualcuno degli amici di partito di suo padre le fu vicino dopo la tragedia?

«No. Ma Andreotti, notoriamente avversario politico di mio padre, fu l'unico del mondo democristiano a essere stato gentile con me e mio figlio, non una, ma decine di volte. Se gli avessi chiesto aiuto a tempo debito, avrei risolto tutti i problemi.

Ad esempio l'unico democristiano che si congratulò con me per la mia elezione al Senato, nella Dc, fu Andreotti».

 

Com' è possibile che il gruppo «P38» sia stato autorizzato a esibirsi in passamontagna in alcuni concerti, come quello organizzato il 1° maggio 2022 da un circolo Arci di Reggio Emilia, inneggiando alle Br e infierendo pesantemente sul dramma di Moro?

aldo moro

«Attraverso il mio avvocato, Angelo Andreatta, del foro di Venezia, li ho denunciati» (il legale specifica di aver depositato la querela presso la Procura di Reggio Emilia, con ipotesi di violazione art. 597 del Codice penale, «offesa alla memoria» e 414, «istigazione a delinquere e apologia di reato», ndr).

 

La sua lettera inviata a Bergoglio, nella quale ha chiesto di interrompere la causa di beatificazione in corso per suo padre, a suo avviso offesa da liti per motivi di business, ha avuto risposta? «Il Papa mi ha ricevuto assicurandomi che, finché c'è lui, nessuno approfitterà dell'agonia di mio padre». Pensa che suo padre e Giovanni Battista Montini, Paolo VI, stiano dialogando nell'Oltre? «Certo! Ma papà ora è in salvo, e questo solo conta».

renato rascel, francesco cossiga e aldo moro 22 rapimento di aldo moro 16 marzo 1978 ph barillari ALDO MORO 12L AGGUATO DI VIA FANI DELLE BRIGATE ROSSE PER RAPIRE ALDO MOROL AGGUATO DI VIA FANI DELLE BRIGATE ROSSE PER RAPIRE ALDO MOROL AGGUATO DI VIA FANI DELLE BRIGATE ROSSE PER RAPIRE ALDO MOROaldo moroaldo moroaldo moroaldo moro pier paolo pasolini venezia 1964mostra fotografica su aldo moro (11)ALDO MORO 8AGGUATO DI VIA FANI - UNO DEGLI AGENTI DI SCORTA DI ALDO MOROALDO MORO CARTOLINA POSTALEmostra fotografica su aldo moro (2)ritrovamento corpo aldo moroGLI UOMINI DI SCORTA DI ALDO MOROmostra fotografica su aldo moro (8)LA RENAULT 4 ROSSA IN CUI FU TROVATO IL CADAVERE DI ALDO MOROENRICO BERLINGUER ALDO MORO 1aldo moroAldo Moro e Pasolini alla Biennalewalter tobagi aldo moroaldo moroFrancesco Cossiga in via Caetani, davanti alla R4 con il cadavere di Aldo Moro

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…