joe biden volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

IL COLPO GOBBO DI JOE BIDEN IN CULO A PUTIN E TRUMP: VUOLE FAR AVANZARE LA RICHIESTA DI ADESIONE DELL’UCRAINA ALLA NATO – L’OCCASIONE SAREBBE L’INCONTRO DEL “GRUPPO DI CONTATTO” CHE SI TERRÀ IL 12 OTTOBRE IN GERMANIA – È UN MODO PER “NEUTRALIZZARE” IL POSSIBILE CAMBIO DI STRATEGIA DEGLI USA DOPO UN’EVENTUALE VITTORIA DEL TYCOON, GRANDE "AMICO" DI PUTIN (LO HA DETTO LUI), CHE ABBANDONEREBBE ZELENSKY AL SUO DESTINO

FT,BIDEN POTREBBE FAR AVANZARE ADESIONE DI KIEV ALLA NATO

JOE BIDEN E ZELENSKY

(ANSA) - In una delle sue ultime decisioni di politica estera come presidente degli Stati Uniti, Joe Biden potrebbe accettare di far avanzare la richiesta di adesione di Kiev alla Nato nell'incontro del gruppo di contatto per l'Ucraina a livello di leader che si terrà il 12 ottobre in Germania.

 

Lo scrive il Financial Times citando una fonte informata sui colloqui di Biden con Volodymyr Zelensky a Washington la scorsa settimana, secondo cui ci sono "timidi segnali" in questa direzione. Biden, secondo un analista dell'European Council on Foreign Relations, potrebbe ricorrere al cosiddetto "modello tedesco-occidentale" di adesione alla Nato.

 

MARK RUTTE - JENS STOLTENBERG - PASSAGGIO DI CONSEGNE ALLA NATO - FOTO LAPRESSE

Jeremy Shapiro, dell'European Council on Foreign Relations, ha detto al Ft che la Casa Bianca, finora "scettica" sull'adesione dell'Ucraina alla NATO, potrebbe prendere in considerazione il cosiddetto "modello tedesco-occidentale" di adesione alla Nato, secondo il quale Bonn si è unita all'Alleanza nel 1955 per garantire la propria sicurezza, nonostante la sua mancanza di integrità territoriale dovuta all'esistenza della Germania dell'Est. "I russi lo odierebbero, ma almeno potrebbe essere un tentativo di apertura per un compromesso", ha detto Shapiro.

 

NATO: IL GIORNO DI RUTTE, FRA MAGGIORI INVESTIMENTI, SOSTEGNO CONTINUO A KIEV E IL RAFFORZAMENTO DELL'ASSE EUROATLANTICO

(Nova) - Il giorno di Mark Rutte alla Nato. L'ex premier dei Paesi Bassi e' ufficialmente il nuovo segretario generale della Nato, succedendo a Jens Stoltenberg, da dieci anni alla guida dell'Alleanza Atlantica.

 

Trump e Putin

"Mark e' un buon amico, conosce bene l'Alleanza, e' stato primo ministro per 14 anni guidando diverse coalizioni e sa bene come arrivare ai compromessi e creare consenso", ha detto proprio Stoltenberg al quartier generale Nato di Bruxelles, parlando alla stampa assieme a Rutte nella mattinata di oggi.

 

"E' fantastico essere qui, non vedo l'ora di mettermi a lavoro. Lei ha mantenuto la rotta di questa grande alleanza in tempi turbolenti e posso solo ringraziarla. Grazie a lei, la Nato e' ora piu' grande, piu' forte e piu' unita che mai.

 

biden zelensky vertice nato

Per me e' un grande onore seguirla come segretario generale", sono state invece le prime parole di Rutte, che poi e' passato a chiarire quali saranno le priorita' sotto il suo mandato. Il primo punto, ovviamente, rimane il sostegno all'Ucraina, con l'assistenza a Kiev che dovra' continuare e, se possibile, aumentare ulteriormente.

 

 "Non ci puo' essere una sicurezza duratura in Europa senza un'Ucraina forte e indipendente. Dobbiamo quindi fare la nostra parte e far diventare realta' il pacchetto concordato al vertice di Washington: il comando, l'impegno finanziario e il percorso irreversibile dell'Ucraina verso l'adesione. E dobbiamo continuare con il sostegno anche in futuro, perche' il posto che spetta all'Ucraina e' nella Nato", ha spiegato il neo segretario generale.

 

L'altra priorita' sara' il mantenimento e la garanzia che la Nato rimanga "forte e unita", con "difese efficaci e credibili contro tutte le minacce". Per questo, ha spiegato Rutte, "abbiamo bisogno di piu' forze, con capacita' migliori e un'innovazione piu' rapida. Cio' richiede maggiori investimenti. Perche' per fare di piu', dobbiamo spendere di piu'.

 

MARK RUTTE - JENS STOLTENBERG - PASSAGGIO DI CONSEGNE ALLA NATO - FOTO LAPRESSE

Non c'e' alternativa senza costi se vogliamo essere all'altezza delle sfide che ci attendono e mantenere al sicuro il miliardo di persone" protetto dall'Alleanza, ha aggiunto. La terza priorita' sara' quella di rafforzare i partenariati con l'Unione europea e con i Paesi del mondo che condividono gli interessi comuni all'Alleanza. "In un mondo globale e interconnesso, la nostra sicurezza deve essere un lavoro di squadra, e non vedo l'ora di lavorare a stretto contatto con tutti gli alleati", ha concluso nel corso di un suo intervento in conferenza stampa.

 

Lascio un'Alleanza Atlantica "forte e rafforzata", ha invece detto Stoltenberg analizzando i dieci anni alla guida Nato, citando fra i suoi successi l'incremento delle truppe militari e la loro preparazione, il grande salto di qualita' fatto nel sostegno a Kiev (a differenza di quanto accaduto nel 2014) e il raggiungimento, da parte di 23 alleati, della spesa minima del 2 per cento del Pil in spese militari, oltre che all'ingresso di quattro nuovi Paesi alleati e il rafforzamento delle relazioni con i partner dell'Indo-Pacifico.

 

Mark Rutte - foto lapresse

Al centro delle azioni del nuovo segretario generale dovra' esserci anche il mantenimento e il rafforzamento dell'Europa con gli Stati Uniti, ormai prossimi alle elezioni, e i rapporti sempre piu' difficili con la Cina, anche per il sostegno di Pechino alla guerra del Cremlino in Ucraina.

 

"La Cina non puo' continuare ad alimentare il piu' grande conflitto in Europa dalla seconda guerra mondiale senza che questo abbia un impatto sui suoi interessi e sulla sua reputazione", ha infatti dichiarato Rutte in conferenza stampa rispondendo alle domande dei giornalisti presenti.

 

biden zelensky vertice nato

Un problema, quello cinese, che l'ex premier olandese ha sottolineato piu' volte nel corso della giornata, citando la consegna di componenti di microelettronica e di materie prime, ma anche gli altri aiuti forniti a Mosca da parte di Iran e Corea del Nord.

 

"Tutto questo deve finire", ha chiosato Rutte, precisando che gli aiuti a Mosca arrivano comunque in cambio di aiuti del Cremlino nello sviluppo dei programmi dei Paesi amici, compresi i programmi missilistici e nucleari. Proprio per questo, ha poi ribadito il nuovo segretario generale, la collaborazione con i partner dell'Indo-Pacifico rimane di fondamentale importanza.

 

Il maggior teatro di tensione geopolitico della Nato, pero', rimane l'Ucraina, con il campo di battaglia che continua a mostrare una situazione "difficile", come precisato dallo stesso Rutte, ma con la Russia che registra circa mille fra morti e feriti al giorno.

Mark Rutte - foto lapresse

 

L'Ucraina, ha poi precisato l'ex premier neerlandese, "ha il diritto di difendersi e, secondo il diritto internazionale, questo diritto non finisce al confine. Cio' significa che sostenere il diritto di Kiev all'autodifesa significa anche rendere possibile colpire obiettivi legittimi sul territorio degli aggressori". La scelta finale, ha poi ribadito, spetta a ogni singolo alleato, che deve definire i propri rapporti con Kiev nella fornitura e l'utilizzo di armi.

 

vladimir putin donald trump

Nessuna preoccupazione, invece, per quanto riguarda il futuro delle elezioni statunitensi. "Non sono preoccupato. Conosco molto bene entrambi i candidati. Ho lavorato per quattro anni con Donald Trump ed e' stato lui a spingerci a spendere di piu'. Al momento, infatti, siamo a un livello di spesa molto piu' alto di quando e' stato presidente all'inizio del 2017. Ci stava anche spingendo ad agire sulla Cina, e penso avesse ragione", ha ribadito in un punto stampa.

 

biden zelensky vertice nato

"Ovviamente, Kamala Harris ha un grande passato come vicepresidente ed e' una leader molto rispettata. Saro' in grado di lavorare con entrambi, qualunque sia l'esito del voto. Vedremo cosa accadra'", ha concluso. L'Alleanza e' comunque forte, ha chiarito il nuovo segretario alla fine della sua prima conferenza stampa, tornando a ribadire la necessita' di un aumento di investimenti in futuro.

 

"Dobbiamo difendere la nostra alleanza. Dobbiamo assicurarci che le nostre nazioni, i nostri popoli, i nostri valori siano difesi. In questo momento questo e' assolutamente cosi'. Se qualcuno attaccasse la Nato, saremmo pronti a reagire e vinceremmo. Ma dobbiamo assicurarci che sia cosi' anche nei prossimi anni".

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...