COME E’ FACILE ESSERE DI SINISTRA “CON IL CULO NEL BURRO” – FULVIO ABBATE E BOBO CRAXI SFOTTONO IN UN LIBRO "LA GAUCHE CAVIAR" – “IL MARCHESE” INFILZA SENZA PIETÀ “LE MONTATURA POST ELISABETTIANE” CHE UNA CERTA GIORNALISTA "IDOLO DELLA BELLA GENTE DEL PALAZZO MEDIATICO INDOSSA COME ACCESSORIO DELLA INVIDIABILE RENDITA DI POSIZIONE PROFESSIONALE”. DI CHI SI TRATTA? - INARRIVABILE L’EX MINISTRO FRANCESE JACK LANG CHE BALLA CON BERNARD-HENRI LÉVY IL CHA-CHA-CHA…

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Marina Valensise per “il Messaggero”

 

abbate craxi cover abbate craxi cover

In comune, l'ex sottosegretario agli Esteri e lo scrittore visionario che intrattengono questa corrispondenza surreale hanno non solo l'origine siciliana, ma il sogno di aprire un Chiringuito a Hammamet intitolato alla gauche caviar. Sì avete letto bene, un baretto sul Mediterraneo dove servire Spritz e Tequila, islam permettendo, e tenere in vita ciò che non sembra più sopravvivere.

 

Il progetto tanto fantasioso quanto onirico, ma venato di una sua urgenza politica, è frutto della «sindrome autoironica della gauche caviar», espressione che designa «un certo modo di essere di sinistra ma col culo nel burro» e si riferisce in particolare a quei borghesi che professano idee opposte al loro ceto sociale, adusi come sono a esibire comportamenti e stili di vita apparentemente controcorrente, in ossequio alle tendenze politiche più radicali.

 

LE RIFLESSIONI

jack lang jack lang

Il repertorio è tanto vasto quanto esilarante. Coltivando «il lusso vero del pensiero libero bello», infatti, Bobo Craxi e Fulvio Abbate in Gauche Caviar. Come salvare il socialismo con l'ironia (Baldini+Castoldi) fanno a gara nel rincorrere ricordi, esperienze vissute, provocazioni mentali per arrivare a un qualche barlume di riflessione.

 

Ecco allora il testimonial più convincente della gauche caviar, e il suo eroe eponimo, Jack Lang, già ministro della Cultura di François Mitterrand, che vive a Parigi nel quartiere gay friendly del Marais in una dimora secentesca, con spettacolare tv al plasma fra arazzi Gobelins, e accoglie in kimono i due socialisti italiani che portano in dono una cassata siciliana, e inizia a ballare con loro e con Bernard-Henri Lévy il cha-cha-cha.

 

LA CASTA

abbate craxi abbate craxi

«Era l'espressione massima di ciò che si intende per un esponente della casta» chiosa Bobo Craxi, perplesso all'idea del balletto, ma più attento al senso estetico della gauche caviar versione italica, che implica a dir suo «la conservazione naturale delle cose, la loro originalità, opposta alla contraffazione, nulla di pauperistico e molto di minimalistico e essenziale, e di spontaneistico».

 

Da qui la piega lirica e polemica che assume la conversazione tra i due. Saltando di palo in frasca, i novelli Bouvard&Pécouchet si abbandonano ai lazzi, alla nostalgia, all'idiosincrasia. Massacrano uno dei più illustri prototipi del radical chic italiano, reo di coltivare campi di lavanda e di aver creato con la moglie il profumo solido, contenuto in un prezioso scrigno in legno a forma di ciotolo, per lanciare una fortunata linea di fragranze originali e persino unisex come l'Eau de moi. «Meraviglia inarrivabile» commenta Abbate.

 

bernard henry levy bernard henry levy

GLI ACCESSORI

Ma intanto, sempre in tema di accessori, quantunque opposti, Bobo Craxi si sofferma sulla potenza evocativa degli occhiali rotti e insanguinati del presidente cileno Salvador Allende, rinvenuti nel palazzo de La Moneda e custoditi oggi al Museo Historico Nacional in una vecchia scatola di latta, come il reperto tragico della sconfitta del socialista che sognava la rivoluzione popolare e finì suicida dopo il golpe del 1973.

salvador allende con pablo neruda 1 salvador allende con pablo neruda 1

 

«Al cospetto dei suoi occhiali tutto appare mediocre e piccino, e di fronte a un sacrificio umano offerto in nome di un nobile ideale è difficile restare impassibile», glossa Craxi, mentre Abbate infilza senza pietà «le montatura post elisabettiane» che una certa giornalista «idolo della bella gente del Palazzo mediatico indossa come accessorio della invidiabile rendita di posizione professionale».

 

LA SCOPERTA

Si capisce allora l'intento serio che pulsa dietro il risentimento e lo sfottò di due amici apparentemente alticci: non solo lo smarrimento dei socialisti liberali che hanno scoperto troppo tardi l'ossimoro del comunismo antifascista, ma la vergogna dell'ex giovane comunista anni Settanta, che non avendo potuto dissociarsi dalla culla, all'epoca della repressione sovietica in Ungheria del socialismo riformato da Imre Nagy, trova adesso il coraggio di rimediare davanti all'infamia di Vladimir Putin.

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