strage di bologna licio gelli francesca mambro giusva fioravanti

COME SI COSTRUISCE UNA STRAGE – A QUARANT’ANNI DALLA BOMBA ALLA STAZIONE DI BOLOGNA RESTANO POCHE CERTEZZE E TANTI MISTERI – LE NUOVE INDAGINI,  I DEPISTAGGI, I MILIONI IN CONTANTI DI LICIO GELLI AI NAR E GLI UNICI DUE CONDANNATI: GIUSVA FIORAVANTI E FRANCESCA MAMBRO. CHE OGGI SONO FUORI DI GALERA… – VIDEO

 

 

 

 

 

Costruzione di una strage Muratori neofascisti al servizio dei massoni

Giuseppe Salvaggiulo per “la Stampa”

 

strage di bologna

Chi non c' era, deve sapere. Chi era troppo piccolo per capire, deve sforzarsi di farlo. Chi c' era ma ha perso il filo della memoria, anche. Tramortiti da bugie, segreti e depistaggi, dopo quarant' anni rischiamo di non accorgerci che della strage alla stazione di Bologna, la più cruenta della Repubblica, sappiamo non tutto, ma quanto basta.

 

È tutta questione di connessioni. Di contesto, direbbe Leonardo Sciascia. L' eco plumbea degli Anni 70 non ha esaurito la sua carica di violenza. Nei primi mesi del 1980 vengono uccisi Mattarella, Bachelet, Galli, Walter Tobagi. A fine giugno la strage di Ustica. Il 2 agosto è sabato. Primo giorno di ferie per parlamentari e operai. Alla stazione di Bologna i treni sono in ritardo.

strage alla stazione di bologna

 

Alle 10,25 un' esplosione distrugge l' intera ala sinistra della stazione, le sale d' aspetto di prima e seconda classe, gli uffici dell' azienda di ristorazione al piano superiore e parte della pensilina, investendo anche il treno Ancona-Chiasso in sosta sul primo binario e i taxi parcheggiati sul piazzale.

 

Tutte le ambulanze della città non bastano per trasportare gli oltre 200 feriti. Quanto agli 85 morti, come carro funebre viene usato anche l' autobus della linea 37. Si pensa a una caldaia, per ore. Nel pomeriggio arriva il presidente della Repubblica Sandro Pertini. Alle due di notte Bruno Vespa, inviato del Tg1, parla di una bomba mentre si estrae delle macerie l' ottantacinquesimo morto.

 

 

strage di bologna archivio alberto coppo

C' è strage e strage, sul piano criminologico. Questa è roba da professionisti, politica e senza rivendicazione. Chi deve capire, non ne ha bisogno. Le indagini prendono subito la pista nera.

 

Fra il 1975 e il 1980 l' estrema destra è responsabile di tremila degli 8400 attentati contro cose o persone in Italia e uccide 115 delle 270 vittime del terrorismo. Il giudice Mario Amato è uno di loro.

 

Ucciso con 32 colpi di pistola 40 giorni prima della strage di Bologna dopo aver detto al Consiglio superiore della magistratura: «Siamo sull' orlo della guerra civile».

 

strage alla stazione di bologna

 

Condannati per il suo omicidio come per la strage Giuseppe Valerio Fioravanti, la fidanzata e futura moglie Francesca Mambro (raccontano di aver festeggiato l' uccisione di Amato a ostriche e champagne), Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini. Condanne definitive tranne quella di Cavallini per la strage, in primo grado.

 

Lo storico Miguel Gotor usa una metafora. Dice che una strage è come una casa.

strage alla stazione di bologna

Per realizzarla servono operai, geometri, ingegneri, uno o più committenti.

Per la giustizia italiana, i Nar sono gli operai della strage alla stazione di Bologna.

Forse non gli unici, ma questo non si sa. In compenso, le sentenze definitive non si fermano al primo livello.

 

Condannano per depistaggio anche i geometri, secondo la metafora di Gotor: due alti esponenti del servizio segreto militare, il faccendiere Francesco Pazienza e soprattutto Licio Gelli, capo della loggia massonica segreta P2. «Avevamo l' Italia in mano», dirà Gelli nel 2008. Ma la ricerca della verità non si ferma. E la caccia agli ingegneri della strage riparte negli ultimi anni.

 

murale a parma per ricordare la strage di bologna

Accade grazie a tre circostanze singolari: la determinazione e la lucidità dell' associazione parenti delle vittime, la digitalizzazione degli archivi sulle stragi, l' avocazione dell' inchiesta da parte della Procura generale di Bologna, che la tratta come se la strage fosse avvenuta ieri.

 

Mette al lavoro la Guardia di finanza, convoca e riconvoca i testimoni, li intercetta prima e dopo per valutarne attendibilità e contraddizioni. Fa, come dice l' avvocato di parte civile Andrea Speranzoni, «l' indagine che aspettavamo da quarant' anni».

 

Si scoprono due documenti di Gelli, uno dei quali con l' intestazione «Bologna» mai visto prima perché, fotocopiato dopo il sequestro nel 1982, era stato piegato in modo tale da nasconderla. Dai documenti emergono pagamenti di Gelli, con fondi arrivati dal Banco Ambrosiano, per diversi milioni di dollari prima e dopo la strage. Beneficiari, sospettano i magistrati, in parte i neofascisti dei Nar, in parte Federico Umberto D' Amato, alto funzionario del Viminale, piduista, protagonista della strategia della tensione dai tempi della strage di piazza Fontana.

licio gelli a villa wanda 2

 

 La storia è ricostruita minuziosamente nel libro L' oro di Gelli (Castelvecchi) da Roberto Scardova. Che traccia questa ipotesi: Gelli, D' Amato e altri personaggi degli apparati di sicurezza non sono solo geometri, ma anche ingegneri della strage. Non si sono limitati a depistare e proteggere i terroristi, ma li hanno finanziati, organizzati, indirizzati, istigati.

 

autobus 37 strage di bologna

Se così fosse, esisterebbe una continuità tra il primo e il secondo tempo dello stragismo nero, per provocare uno spostamento dell' equilibrio politico del Paese. Dieci anni prima, ai tempi di piazza Fontana, l' obiettivo era scongiurare l' avanzata comunista. All' alba degli Anni 80, l' obiettivo era un più sottile controllo dello Stato dall' interno (politica, magistratura, apparati di sicurezza, mass media) mantenendo una vernice democratica ma imbrigliando le spinte progressiste.

 

gilberto cavallini 1

Lo spiega l' ex magistrato Claudio Nunziata nel libro L' Italia delle stragi (Donzelli). La deputata democristiana Tina Anselmi, presidente della commissione parlamentare sulla P2, conierà la definizione «golpe strisciante». La tesi ha una sua verosimiglianza storica, il processo dirà se anche una certezza giudiziaria. I magistrati di Bologna, oltre a interpellare il figlio di Calvi, hanno recuperato un altro episodio. Nell' ottobre del 1987 l' avvocato di Gelli, il professor Fabio Dean, chiede un colloquio col capo della Polizia, Vincenzo Parisi.

 

Ricevuto da un funzionario, chiede per Gelli un trattamento penitenziario privilegiato paventando che, «se la vicenda viene esasperata e lo costringono necessariamente a tirare fuori gli artigli, allora quei pochi che ha li tirerà fuori tutti». Artigli da ingegnere, non da geometra, secondo la Procura generale di Bologna. Molti dei protagonisti - Gelli in primis, nel 2015 - sono morti. Altri no.

LICIO GELLI

 

Questo consente alla magistratura di proseguire le indagini. Giuseppe Valerio Fioravanti è stato condannato a otto ergastoli, 134 anni e 8 mesi di reclusione per diversi reati. Arrestato nel 1981, primi permessi premio nel 1998. Nel 1999 l' ammissione al lavoro esterno al carcere, nel 2001 la semilibertà, nel 2004 la liberazione condizionale, beneficio previsto anche per i condannati all' ergastolo che abbiano tenuto «un comportamento tale da farne ritenere sicuro il ravvedimento».

 

 

strage di bologna soccorsi dopo l'esplosione

Cinque anni di prova, senza rientrare in carcere nemmeno la notte, al termine dei quali la pena viene dichiarata «estinta». Dal 2009 la pena è estinta. Francesca Mambro è stata condannata a nove ergastoli, 84 anni e 8 mesi di reclusione per diversi reati.

 

Arrestata nel 1982, primo permesso premio nel 1997. Nel 1998 ammessa al lavoro esterno presso l' associazione «Nessuno tocchi Caino», che si batte contro la pena di morte.

 

Nel 2002, dopo un periodo di sospensione dell' esecuzione della pena per gravidanza e maternità, le viene concessa la detenzione domiciliare speciale e nel 2009 ottenne la libertà condizionale. Dal 2013 la pena è estinta, per la Cassazione «il ravvedimento è presente». Hanno confessato molti delitti, non la strage. Oggi sono liberi.

 

giusva fioravanti francesca mambro 2

La vittima più anziana della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, la più cruenta della Repubblica, era Antonio Montanari, 86 anni mezzadro in pensione. Sposato da 60 anni, due figli. Amava giocare a briscola e leggere i fumetti. Quella mattina era andato a informarsi sugli orari delle corriere e stava ritornando a casa.

 

giusva fioravanti

Perse l' autobus per un soffio e riparò sotto i portici per aspettare il successivo. Prima di morire in ospedale ebbe la forza di dire al figlio: «Ho fatto la prima guerra mondiale, durante la seconda la nostra casa era sulla linea del fronte e me la sono cavata. Vado a prendere una bomba in tempo di pace». Altro che non si sa niente. Si sa, si sa.

LICIO GELLI CARTA IDENTITA strage alla stazione di bolognavittime della strage di bolognastrage di bologna 5strage di bologna 2LICIO GELLI strage di bologna 3LICIO GELLI TESSERA PDUE LICIO GELLI LA STANZE CON LARCHIVIO DI LICIO GELLI strage di bologna 1strage di bologna 4strage di bologna 7strage di bologna 8strage di bologna 6strage alla stazione di bolognagilberto cavallinistrage alla stazione di bologna 2 agosto 1980 9strage alla stazione di bologna 2 agosto 1980 8strage alla stazione di bolognastrage alla stazione di bologna 2 agosto 1980 5strage alla stazione di bologna 2 agosto 1980 4strage alla stazione di bologna 2 agosto 1980 10camera ardente vittime strage della stazione di bolognastrage alla stazione di bologna 2 agosto 1980 3strage alla stazione di bolognastrage alla stazione di bolognastrage alla stazione di bolognagiusva fioravanti francesca mambro 1

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...