mordashov timchenko yacht

CORNUTI E MAZZIATI – LO SAPETE CHE PAGHIAMO IL MANTENIMENTO DEGLI YACHT DEGLI OLIGARCHI? LA STAMPA STROMBAZZA I SEQUESTRI A DANNO DEI MAGNATI RUSSI IN ITALIA. MA LA LEGGE ITALIANO STABILISCE CHE I BENI CONGELATI DEBBANO ESSERE MANTENUTI DALLO STATO (CIOE’ DA NOI). NEL CASO DELLE MEGABARCHE IL CODICE NAUTICO IMPONE IL COMANDANTE A BORDO: SOLO LUI, CI COSTA 15 MILA EURO AL MESE

Sarina Biraghi per “La Verità”

 

yacht lena di timchenko

«Cornuti e mazziati» direbbero in modo colorito a Napoli, ma in effetti la russofobia ha colpito il nostro Paese, dai libri al teatro, dalle mostre di gatti a quelle di fotografia. E ora i sigilli sui beni patrimoniali dei Paperoni moscoviti rischiano di farci cadere nel paradosso. L'Italia, che si sta muovendo nel solco delle sanzioni durissime decise dall'Unione europea, comincia infatti a vedere in soldoni i primi risultati.

 

Che non sono le macro conseguenze del conflitto Ucraina-Russia legate al rincaro di gas, grano o petrolio, ma quelle più immediate che costringono il governo a sborsare subito danaro contante, dopo aver intrapreso la campagna sequestri dei beni degli oligarchi russi. Sabato il nostro ministero dell'Economia, come accaduto in Francia e Germania, ha annunciato il via ai provvedimenti di sequestro di yacht e ville di proprietà di uomini super ricchi molto vicini allo zar come Alexei Mordashov, Gennady Timchenko e Alisher Usmanov, oltre al presentatore della televisione russa Vladimir Soloviev.

 

lady m yacht di mordashov

Lucchetti alle ville in costa Smeralda o sulle colline di Capannori, sigilli ai maxi-yacht nel porto di Sanremo o di Imperia in un'operazione da 140 milioni di euro. Obbligo di uno Stato che sequestra un bene è non farlo deprezzare, sia nel caso che venga restituito sia nel caso venga venduto.

 

Epperò bloccare in porto una mega imbarcazione di lusso, come ha raccontato ieri Il Messaggero, ha dei costi non indifferenti che alla fine della fiera paga lo Stato, ovvero paghiamo noi. Infatti mentre una norma del 2007, già applicata dal Comitato di sicurezza finanziaria, presieduto dal direttore generale del Tesoro come misura di contrasto del terrorismo, che viene eseguita dalla Guardia di Finanza, il decreto legislativo 109 disciplina tutto l'iter ma anche la gestione, la custodia e l'amministrazione del bene congelato. Ovvero, spese vive.

 

Lo yacht Dilbar di Alisher Usmanov

Nel caso degli yacht, il primo costo è l'ormeggio nel porto, che per imbarcazioni che vanno dai 50 ai 90 metri, (dai 50 ai 70 milioni di valore) ha un prezzo tra i 400 e i 500 euro al giorno senza considerare le utenze. Inoltre, non essendo delle «pilotine», c'è un problema di sicurezza che va gestito, secondo le norme nautiche, dal personale di bordo.

 

In particolare deve sempre essere presente un capitano, che in caso di natanti superiori alle 500 tonnellate deve avere una specializzazione e percepisce uno stipendio medio tra i 12.000 e i 15.000 euro al mese; poi un direttore di macchina, anche lui abilitato per motori superiori ai 500 Kw, con uno stipendio di circa 8.000 euro al mese; infine quattro uomini di equipaggio, che hanno uno stipendio medio mensile di circa 4.000 euro.

 

lady m yacht di mordashov

Gestione e custodia del bene sono compito dell'Agenzia del demanio che può provvedere direttamente o nominare un amministratore, affrontando le spese in due modi: se il bene sequestrato è redditizio si usano quei fondi, se invece dal fermo non si ricava denaro allora il Demanio o l'amministratore attingeranno ad un apposito fondo nel bilancio dello Stato «con diritto di recupero nei confronti del titolare del bene in caso di cessazione della misura di congelamento». Nella speranza che la guerra finisca al più presto, quei circa 60.000 euro al mese di spese dei super yacht russi ormeggiati le paga l'Italia.

 

Pagare panfili rischia di essere una specialità italiana visto cosa accaduto con lo yacht di Flavio Briatore, 63 metri, tre piani, 200.000 euro di affitto a settimana, sequestrato a maggio del 2010 dalla guardia di finanza perché l'imprenditore era accusato di frode fiscale. Senza aspettare la sentenza, arrivata dopo 12 anni per la verità, che ha assolto Briatore, il «Force Blue» è stato svenduto un anno fa per 7,5 milioni di euro contro un valore di mercato di circa 20 milioni.

ALEXEY MORDASHOV YACHT 55

 

Ad aggiudicarselo una vecchia conoscenza di Briatore: Bernie Ecclestone, ex patron della Formula 1. Ora Briatore avrà diritto ai 7,5 milioni di euro di ristoro ma non è detto che riesca a recuperare la differenza rispetto al valore di mercato. Tornando ai russi ricconi, paghiamo subito il «salvataggio» di un oligarca (uno dei 26 nel mirino delle sanzioni) in fuga nel Mediterraneo a bordo del suo Quantum Blue.

 

ALEXEY MORDASHOV YACHT 5

Il russo Sergei Galitsky, fondatore di Magnit, una delle più grandi catene di supermercati in Russia, per sfuggire alle sanzioni europee ed americane era scappato qualche giorno fa dal porto di Monaco. Da sabato sera, però, Alarm Phone, la piattaforma che aiuta i migranti nel Mediterraneo, ha lanciato un Sos per una imbarcazione «alla deriva da 10 ore» nel Mediterraneo con 26 migranti a bordo affiancata alla «Quantum Blue». La Ong ha chiesto alle autorità di coordinare il salvataggio perché «l'imbarcazione è ancora a rischio di ribaltarsi al largo della Libia» a causa di «grandi onde». Chissà se il porto di Lampedusa può accogliere il Quantum Blue.

TIMCHENKO YACHTlo yacht di alishar usmanov lo yacht di alishar usmanov ALEXEY MORDASHOV YACHT

Ultimi Dagoreport

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - OGGI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE…

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?