brescia coronavirus

COSA È SUCCESSO A CODOGNO, BERGAMO E BRESCIA? – LA VIROLOGA ILARIA CAPUA: “DOBBIAMO ESSERE CERTI CHE IL VIRUS NON SIA ENTRATO NEGLI IMPIANTI DI AREAZIONE. IN QUESTA FASE POSSIAMO SOLTANTO FARE DELLE IPOTESI, MA CI SONO DEI FATTORI LEGATI ALLE STRUTTURE OSPEDALIERE CHE POSSONO FAVORIRE LA DIFFUSIONE. IL VIRUS SARS ERA CIRCOLATO ATTRAVERSO LA CONDOTTA DELL’ARIA DI UN HOTEL” – “ANCHE LA LETALITÀ POTREBBE ESSERE LEGATA A…”

 

 

Raffaele Alberto Ventura per “Le grand continent”, pubblicata da www.fanpage.it

 

ILARIA CAPUA

Lei è stata una delle prime, in un’intervista rilasciata in gennaio, ad attirare l’attenzione sulle conseguenze economiche e sociali del coronavirus. “Questa sarà un'epidemia che costerà tantissimo” scriveva. Dando già per probabile che si sarebbe arrivati alla pandemia globale, come confermato dall’OMS oltre un mese dopo, lei anticipava il rischio di una quarantena forzata per gran parte della popolazione, di un blocco dei servizi essenziali e di un’interruzione della catena di distribuzione alimentare. Era tutto già scritto?

coronavirus, a bergamo l'arrivo dei carri funebri al cimitero e' non stop

 

L’esperienza delle precedenti pandemie bastava a immaginare questo scenario. Tuttavia si tratta di fenomeni che toccano una tale quantità di sfere, da quelle naturali a quelle sociali, con innumerevoli ramificazioni, che per affrontarli un approccio interdisciplinare è fondamentale. Io l’ho acquisito attraverso un percorso professionale atipico: prima da virologa, successivamente da parlamentare, e infine da direttrice di un centro di studi interdisciplinare in Florida. Nel mio libro Salute Circolare mi ero precisamente concentrata sugli squilibri globali che rendono sempre più probabili simili scenari. In un certo senso, questa pandemia la stavamo tutti aspettando.

ospedale bergamo coronavirus

 

Come si spiegano allora i tentennamenti e i continui cambi di strategia da parte dei governi?

 

La pandemia ha mostrato alla luce del sole l’assoluta impreparazione dei governi occidentali: sono situazioni in cui non si può discutere di ogni scelta, ci vuole una catena di comando chiara e questo non significa adottare il modello cinese ma far funzionare più efficacemente il nostro. Il panico sui mercati è stata la logica conseguenza.

 

reparto di terapia intensiva brescia 22

Il problema è la lentezza del nostro sistema?

 

Al contrario questa emergenza ha rivelato che è il vero punto di fragilità del sistema è la sua velocità. Attraverso le infrastrutture di comunicazione siamo riusciti ad accelerare (e quindi a trasformare qualitativamente) dei fenomeni che prima mettevano millenni ad accadere. Pensiamo al virus del morbillo: non era altro che una mutazione della peste bovina che si è trasmessa all’essere umano quando abbiamo iniziato ad addomesticare la mucca. Il morbillo ha invaso il mondo camminando, a piedi.

 

ILARIA CAPUA A DIMARTEDI'

Pensiamo all’influenza spagnola, che un secolo fa ci ha messo ben due anni per diffondersi. Questa volta invece sono bastate un paio di settimane. Un virus che stava in mezzo a una foresta, in Asia, è stato improvvisamente catapultato al centro della scena, passando da un mercato in cui venivano radunati animali provenienti da aree geografiche molto diverse. Siamo noi ad aver creato l’ecosistema perfetto per generare spontaneamente delle armi biologiche naturali.

 

Insomma le infrastrutture della globalizzazione funzionano come un ripetitore epidemico, un amplificatore di ogni minimo rischio biologico.

reparto di terapia intensiva brescia 2

 

Esattamente. Nel ciclo naturale, se pure il virus usciva dalla foresta andava a finire in un villaggio di cento persone e lì esauriva il suo ciclo di vita. Noi stiamo vivendo un fenomeno epocale, ovvero l’accelerazione evolutiva del virus. La tecnologia è troppo veloce per quello che la biologia è in grado di assorbire.

 

A proposito di ripetitori epidemici, qui si pone un interrogativo persino più spinoso: ovvero il ruolo che possono avere avuto le strutture sanitarie nella diffusione del virus.

 

reparto di terapia intensiva brescia 9

Di fronte alla catastrofe attualmente in corso in Lombardia, con i suoi elevatissimi tassi di contagio e di letalità rispetto agli altri focolai, è urgente porsi la domanda. Che cos’è successo a Codogno, a Bergamo, a Brescia? In questa fase possiamo soltanto fare delle ipotesi. Io credo che ci siano dei fattori, che ancora non conosciamo, che possono favorire la diffusione e la permanenza del virus, eventualmente legati alle strutture ospedaliere. Esistono esempi precedenti: il virus SARS 1 era circolato attraverso la condotta dell’aria dell’Hotel M a Hong Kong. Oggi noi dobbiamo essere certi che il coronavirus non sia entrato negli impianti di aerazione di edifici vetusti.

 

A Bergamo e Brescia è anche la letalità a sembrare completamente fuori norma.

 

coronavirus, a bergamo l'arrivo dei carri funebri al cimitero e' non stop 3

Anche la letalità potrebbe essere legata a diversi fattori ancora da studiare. Si possono fare infinite ipotesi con criteri epidemiologici: caratteristiche demografiche (età e sesso), qualità dell’aria, resistenza agli antibiotici, abitudini alimentari, comportamenti… Una spiegazione si deve trovare.

 

E se così non fosse?

 

Se la Lombardia non fosse un caso eccezionale, se dopo Milano allo stesso ritmo dovessero cadere Roma e Parigi e Londra e tutte le altre città, allora avremmo a che fare con una catastrofe di proporzioni gigantesche, persino più grandi di quelle con cui ci stiamo confrontando ora. Per quello abbiamo bisogno di capire cosa sta succedendo.

 

Lei hai più volte insistito sulla necessità di studiare i rapporti dei patologi sulle cause di decesso. Qui si entra in considerazioni che hanno importanti risvolti politici e geopolitici, ma anche affettivi. Pensiamo al modo differente in cui vengono conteggiati i morti tra Italia e Germania: da una parte ascrivendo alla lista dei caduti da Coronavirus ogni paziente risultato positivo al test indipendentemente da ogni patologia pregressa, dall’altra facendo figurare le altre patologie come causa diretta del decesso. Nel dibattito pubblico italiano sembra quasi che porsi delle questioni metodologiche costituisca una mancanza di rispetto per le vittime.

 

reparto di terapia intensiva brescia 8

C’è sicuramente una strumentalizzazione che rende più difficile affrontare la questione a mente fredda. Ogni morte è una tragedia. Ma noi stiamo cercando di gestire una pandemia, ovvero evitare altre morti, e ogni decesso rappresenta delle informazioni preziose. Quindi sì, distinguere tra morti “da” coronavirus o “in associazione” al coronavirus è necessario. Che possano nascere delle polemiche su questo è molto grave. Noi dobbiamo fare queste distinzioni perché ci aiutano a verificare delle ipotesi. Quello che sta accadendo in Lombardia, ripeto, deve essere chiarito. La questione dei criteri di reporting dei casi è fondamentale: abbiamo bisogno di dati armonizzati a livello nazionale, europeo, mondiale. Altrimenti brancoliamo nel buio.

coronavirus spedali civili brescia 1

 

Se appare plausibile ritenere che alcuni pazienti abbiano contratto il virus in ospedale, possiamo dire che la paura del virus ha avuto un ruolo nella sua diffusione?

 

TRIAGE CORONAVIRUS

È una delle ipotesi da prendere in considerazione. Se c’è stata una corsa agli ospedali questa non ha certamente migliorato la situazione. Da tempo con il mio centro di ricerca stiamo proprio lavorando sull’influenza dei media (e nello specifico delle fake news) nella diffusione delle malattie. Ci siamo interessati alla peste suina africana, che se dovesse diffondersi per spillover al circuito industriale sarebbe una catastrofe economica, e abbiamo osservato come il dibattito nei media influenza i comportamenti della popolazione, producendo talvolta degli effetti perversi. Un’epidemia è un fenomeno sociale oltre che biologico e dobbiamo chiederci cosa fanno i media al coronavirus. Per ora sappiamo che producono molti cosiddetti “worried healthy” che assumono comportamenti disfunzionali. Ma nel momento in cui cominciano a emergere fake news sui virus creati in qualche laboratorio militare segreto, come si è visto in rete, si pone ancora un ulteriore problema: quello della delegittimazione degli scienziati visti come untori.

coronavirus spedali civili brescia 2coronavirus, a bergamo l'arrivo dei carri funebri al cimitero e' non stop

 

Lei conosce bene questo genere di fenomeni perché ne è stata vittima in prima persona, a causa di un caso mediatico-giudiziario che l’ha spinta ad abbandonare il parlamento e il paese. A leggere gli elementi d’indagine riportati dalla stampa si notava una spaventosa ignoranza sul funzionamento della scienza, trasfigurata in “complotto”.

 

Brescia coronavirus

In effetti ho vissuto sulla mia pelle quello che succede quando la giustizia “non capisce” la scienza. E stata una grande sofferenza perché mi ha portato ad abbandonare quella che era la mia passione originaria e a ricominciare da capo qui in Florida. Ma volendo essere ottimisti, possiamo sperare che la crisi che stiamo vivendo cambierà anche questo. Il coronavirus è un cigno nero che stravolgerà il rapporto tra scienza e società, il modo di lavorare, il modo di comunicare. Ora dobbiamo essere pronti a quello che verrà. Forse ci sarà un riavvicinamento alla scienza, che è una delle cose per la quale mi sono più battuta negli ultimi anni con l’One Health Center.

 

Questa crisi è appena iniziata. Possiamo già dire se si poteva reagire altrimenti?

 

metro milano in epoca coronavirus 7

Si poteva arrivare più preparati ma sfido chiunque a dire che tutto questo poteva essere previsto nella sua estensione. Stiamo vivendo un grandissimo esperimento evolutivo. Ma siamo ancora noi la specie animale in cabina di pilotaggio, non possiamo chiedere al lombrico di venire a risolvere i nostri problemi. Non c’è dubbio che di tutto questo conserveremo i segni più nella coscienza che nei corpi.

milano, ospedale in fiera 6milano, ospedale in fiera 4

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...