drughi curva juve ricatto alla società

CURVE MALA-‘NDRINE -  "CORI RAZZISTI SE NON CI DATE I BIGLIETTI GRATIS", COSÌ I CAPI ULTRÀ RICATTAVANO LA JUVE -12 ARRESTI E 39 INDAGATI - IL LEADER DEI "DRUGHI", INTERLOCUTORE PRIVILEGIATO DI ESPONENTI DELLE 'NDRINE CON DASPO A CARICO, GESTIVA IL BUSINESS DA CASA. LE MINACCE AL CLUB DOPO IL NO AI TAGLIANDI GRATIS - I CLAN DI ‘NDRANGHETA E COSA NOSTRA, DA QUALCHE ANNO, HANNO FATTO IL LORO INGRESSO NELLE CURVE. A TORINO COME A SAN SIRO (QUELLA SCAZZOTTATA CON IL BOSS...) - L'INCHIESTA DI "REPORT" - VIDEO

 

drughi curva juve

Ottavia Giustetti e Carlotta Rocci per la Repubblica

 

"La Curva Sud è morta" hanno scritto a Torino, vernice nera su telo bianco, vicino all' Allianz Stadium. Uno striscione anonimo che però, nel suo stile, porta la firma delle tifoserie organizzate della Juventus, da ieri mattina orfane degli storici leader, tutti arrestati con un' operazione senza precedenti in Italia che ha colpito Drughi, Viking, Tradizione, Nucleo 1985.

 

Sono i gruppi che da sempre animano le partite della Juve, «ma avevano il business dei biglietti e non il tifo come obiettivo», ha detto il questore di Torino Giuseppe De Matteis. E non si fermavano davanti a nulla pur di tenere il controllo degli affari, primo fra tutti quello del bagarinaggio.

 

Estorsioni, violenza privata, associazione a delinquere e autoriciclaggio: dodici persone sono state arrestate, e 39 sono indagate, tra cui tutti i capi storici della tifoseria bianconera, personaggi che controllavano la curva anche a distanza, colpiti da Daspo e sorveglianza speciale. Dino Mocciola è il capo assoluto, un' ombra che aleggia sugli affari e sull' organizzazione dei gruppi. Leader dei Drughi, con 700 tifosi che lo seguono senza fiatare, ha scontato una condanna per aver ucciso un carabiniere durante una rapina, è temuto e rispettato da tutti al punto che nelle migliaia di telefonate captate dalla Digos di Torino non viene mai citato per nome.

drughi curva juve

 

Lo chiamano "lui" o "il presidente", non solo i tifosi ma anche i dipendenti della Juve che gestiscono i rapporti con la curva. La sua voce non resta quasi mai impressa nelle intercettazioni grazie a un sistema di telefoni "citofono", intestati a prestanome che utilizza per impartire le sue disposizioni. Ha quattro daspo e la sorveglianza speciale per esser stato «interlocutore privilegiato» di esponenti della 'ndrangheta interessati anche loro al business dei biglietti.

 

curva juventus

I suoi "colonnelli", secondo la gip Rosanna Croce, sono Salvatore Cava detto "Corona", Sergio Genre, Domenico Scarano, e il "lanciacori" Luca Pavarino, l' uomo che seduto al secondo anello, spalle al campo, fa partire gli insulti contro Koulibaly in Juve-Napoli, cori che costano un turno di chiusura della curva e 10 mila euro di multa alla società. Sono in carcere anche Umberto Toia, capo di "Tradizione", Roberto Drago e Fabio Trincherio dei "Viking", Cristian Fasoli del "Nucleo 1985" e Giuseppe Franzo, amico fraterno di Mocciola che non appartiene a nessun gruppo ma nei mesi dell' inchiesta tesse i rapporti e le mediazioni tra gli ultras e Alberto Pairetto, ufficiale di collegamento tra la società bianconera e gli ultrà. «Il tifo è un pretesto. Nemmeno la presenza dei bambini li fermava.

 

drughi curva juve

La violenza è il loro stile di vita» hanno raccontato il procuratore aggiunto Patrizia Caputo e il sostituto Chiara Maina, che hanno coordinato l' inchiesta partita un anno fa dalla denuncia della Juventus, stanca di ricatti e minacce. Alberto Pairetto, dopo che una prima inchiesta che aveva messo in luce il tentativo della 'ndrangheta di infiltrarsi nella curva, si è rivolto alla Digos - guidata dal dirigente Carlo Ambra - per raccontare quello che accadeva. «È stato un processo di consapevolezza quello che ha portato la società a denunciare» ha spiegato Ambra.

 

JUVENTUS CURVA

«Quella della Juve è stata una scelta di grande coraggio - ha detto il questore - ma non è l' unica realtà di questo tipo in Italia». Gli ultrà hanno disertato la presentazione di Cristiano Ronaldo a luglio 2018 quando la società ha negato gli abbonamenti gratis per gli striscionisti.

 

Hanno costretto al silenzio l' intero Allianz Stadium e nessuno, nemmeno i bambini, poteva sedersi nei settori sotto il loro controllo.

SARRI AGNELLI

 

Da quando la società di Andrea Agnelli, su richiesta del questore, aveva deciso di chiudere per sempre con i privilegi concessi agli ultrà per garantire la pace in curva, hanno iniziato a tappezzare i muri della città con minacce e insulti: "Agnelli bagarino sei contento del teatrino?" era comparso dopo la partita contro l' Udinese in cui era stato organizzato lo sciopero del tifo ma il resto dello stadio si era ribellato al diktat degli ultrà. Il 7 giugno 2017 Pairetto comunica che non ci saranno più favori.

 

«Allora si torna ai vecchi metodi» dice Toia. E il "colonnello" Cava: «Non scherzate troppo se siete quotati in Borsa». «Si muovono per certi aspetti come un gruppo mafioso per ottenere il controllo dello stadio - ha spiegato il procuratore vicario Paolo Borgna - vittima è la società ma anche tutti i tifosi».

drughi curva juve

 

 

I SIGNORI DELLA CURVA SPA TRA MANGANELLI E COSA NOSTRA

Paolo Berizzi per la Repubblica

 

Funziona così. Le curve sono diventate aziende, o spa. E le aziende e le spa si scalano. E siccome i criminali hanno metodo, lo fanno meglio di chiunque altro. E non smettono.

Ogni curva ha un amministratore delegato (il capo che comanda), un cda (il "direttivo" che ratifica), dei dirigenti (i colonnelli del leader). E i dipendenti: spesso inconsapevoli.

INCHIESTA DI REPORT SULLE INFILTRAZIONI DELLA NDRANGHETA NELLA CURVA DELLA JUVENTUS

Questi ultimi, gli ultrà "normali", sono gli "operai", la manovalanza. Fino 10 o 15 mila persone nelle grandi curve, Juventus, Inter, Milan, Lazio, Roma, Napoli. Lassù in alto ci sono loro: i "signori del tifo". Che sono anche picchiatori, perché in curva il potere si conquista pestando, col metodo squadrista. Non è un caso che l' ultradestra spadroneggi.

 

DRUGHI

Spietati nel regolare conti, abilissimi nel farli. Specializzati, oltre che nel controllo militare degli spalti, anche nel ricattare le società: l' affare più lucroso - come testimoniano gli arresti di Torino -, più della gestione del merchandising e delle trasferte, sono ancora i biglietti "pretesi". Un business che sopravvive al biglietto nominativo. Gli imprenditori di "curva spa" si chiamano Dino Mocciola, Umberto Toia, Loris Grancini (i capi ultrà della Juventus in manette); Franco Caravita, Vittorio Boiocchi, Nino Ciccarelli (Inter); Luca Lucci e Giancarlo Lombardi (Milan); Claudio Corbolotti, Franco Costantino, Vincenzo Nardulli e Yuri Alviti (Lazio, gli "eredi" di Fabrizio "Diabolik" Piscitelli), Massimiliano Diaferio (Roma). Ogni leader dà la sua impronta: affaristica, criminale, politica, violenta. E nel calderone ribolle di tutto.

 

INCHIESTA DI REPORT SULLE INFILTRAZIONI DELLA NDRANGHETA NELLA CURVA DELLA JUVENTUS

A contendersi il dominio nella curva Sud romanista sono il "Gruppo Roma" (nato dalle ceneri dei "Padroni di casa", emanazione di CasaPound allo stadio), i "Boys" e i "Fedayn": i primi due sono neofascisti come "Ultimo Baluardo" (guidato da Giuliano Castellino di Forza Nuova, ora in carcere). I "Fedayn", gli unici a impronta sinistrorsa, nascono al Quadraro, il quartiere di Piscitelli e infatti il loro capo, Massimiliano Diaferio, 49 anni, un passato da sorvegliato speciale e un carabiniere accoltellato a Verona, di Diabolik era "amico", sono cresciuti insieme.

 

Vecchi sodali sono anche Vittorio Boiocchi e Franchino Caravita, leader storici dei Boys dell' Inter: sabato sera durante Inter-Udinese si sono presi a pugni per un coro cantato dagli ultrà in onore di Boiocchi che, dopo 30 anni di carcere (narcotraffico e rapina), si è riaffacciato in curva Nord. A prenderle è stato Caravita. Ma ieri i due hanno postato una foto insieme, il dito medio alzato. "La Nord è una grande famiglia!". Già. La famiglia dei saluti romani, delle spranghe e dei buu razzisti ai giocatori di colore. L' ultima vittima è stato Franck Kessié del Milan. A prenderlo di mira, gli ultrà neonazisti dell' Hellas Verona (il capo è Luca Castellini). Cosa incredibile: la società, anziché prendere le distanze, ieri mattina fa un tweet per dire che l' ululato scimmiesco non si è sentito, che non erano cori razzisti bensì fischi per le decisioni arbitrali.

dino mocciola

Ma torniamo a Vittorio Boiocchi.

 

La sua storia criminale incrocia quella dei clan di Cosa Nostra (Fidanzati e Guzzardi). Un' ulteriore traccia di ciò che è noto: mafia siciliana e 'ndrangheta, da qualche anno, hanno fatto il loro ingresso nelle curve. A San Siro come all' Allianz Stadium di Torino. La criminalità organizzata infiltra i gruppi per fare soldi.

 

Triangolazioni. Giancarlo "Sandokan" Lombardi, che comanda la Sud del Milan assieme al "Toro" Luca Lucci (fotografato con Salvini quando era ministro), finisce indagato in un' indagine per riciclaggio con manager vicini al già citato clan Fidanzati. Lombardi è in rapporti con Loris Grancini, capo dei Viking della Juventus in carcere per tentato omicidio e a sua volta in contatto con le cosche Sergi e Papalia e con la famiglia Lamarmore. Tifo e 'ndrine. Gruppi ultrà composti da "batterie criminali".

 

inchiesta di report su juventus e infiltrazione della ndrangheta nelle curve dino mocciola

Altro esempio: i "Black Devil". L' anno scorso il gruppo tenta di ritagliarsi un posto nella curva milanista. Dominus è Domenico Vottari, classe '69, originario di Melito Porto Salvo. Scontata una condanna per omicidio, vive a Cesate, hinterland milanese, e secondo diverse informative di polizia ha contatti con personaggi della 'ndrangheta. Il "colonnello" di Vottari a San Siro si chiama Moreno Fuscaldo. Per i Black Devil lo sbarco in curva non è stato facile: personaggi legati alla potente cosca Papalia non erano d' accordo. Poi il "cda" della Sud trova un accordo.

 

i due capi della curva dell'inter vittorio boiocchi e luca caravita

L' ultima parola è stata di "Sandokan". Lombardi, noto anche per le sue idee di estrema destra, è pluridaspato: allo stadio non ci va. Comanda da fuori. Lo faceva già nel 2006-07, quando il pm Luca Poniz (oggi presidente dell' Anm) lo accusa di associazione a delinquere finalizzata all' estorsione. I suoi "Guerrieri" ricattavano il Milan: posti e potere in curva in cambio del quieto vivere. Quando il club non abbassa la testa, gli ultrà contestano lanciando fumogeni in campo. Dieci anni dopo, le logiche sono sempre le stesse. Fuori i biglietti o intoniamo cori razzisti, e vi multano (pagano le società). Milano Torino Roma.

DRUGHI

Tutto cambia e niente cambia nelle aziende del tifo.

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