omicidio suicidio nel viterbese 3 ciriaco pigliaru anna cupelloni

DONNA, TU SEI MIA - ASPETTA LA MOGLIE SOTTO CASA, LE SPARA A BRUCIAPELO DAVANTI ALLA FIGLIA MAGGIORE E POI SI AMMAZZA - E' SUCCESSO NEL VITERBESE: I DUE SI STAVANO LASCIANDO, MA NESSUNO IMMAGINAVA CHE CI FOSSERO PROBLEMI - L'UOMO, 65 ANNI, UFFICIALMENTE NON POSSEDEVA ARMI: HA PRESO IL FUCILE DA UN AMICO, NON SI SA SE RUBANDOLO O CHIEDENDOLO IN PRESTITO - SOTTO SHOCK LA FIGLIA, CHE HA ASSISTITO ALLA SCENA E...

Fabio Fattore e Ugo Baldi per "il Messaggero"

 

Ciriaco Pigliaru con la moglie Anna

Ha aspettato davanti casa che la moglie tornasse dal lavoro, le ha puntato contro un fucile e sparato a bruciapelo. Poi, sotto gli occhi della figlia maggiore che era insieme alla mamma, ha rivolto l'arma contro se stesso e fatto fuoco di nuovo. L'autore dell'omicidio-suicidio è un ex allevatore di origini sarde, Ciriaco Pigliaru di 65 anni, che viveva a Castel Sant' Elia, nel Viterbese. La moglie si chiamava Anna Cupelloni, 57 anni, di Nepi.

 

Omicidio suicidio nel Viterbese 5

I due si stavano separando, ma nessuno - almeno al di fuori della famiglia - immaginava che stessero vivendo la separazione in maniera drammatica o potessero avere problemi anche di altra natura. I carabinieri, per saperne di più, aspettano di parlare con le figlie, Valentina e Valeria (entrambe laureate da poco, la prima all'Università della Tuscia, la seconda alla Sapienza): sono state ricoverate in stato di forte shock all'ospedale di Civita Castellana, poi Valentina è stata trasferita a quello di Viterbo. A Viterbo sono stati portati anche i corpi dei loro genitori, in attesa dell'autopsia disposta dalla Procura della Repubblica.

 

Omicidio suicidio nel Viterbese 4

LA TELEFONATA A dare l'allarme, con una telefonata alla centrale dei carabinieri alle 20,20 di sabato sera, è stata Valentina: poche parole per descrivere la scena di cui era appena stata testimone. Mamma e figlia erano rientrate dalla tabaccheria che gestiscono a Nepi: non a casa, ma nel casale di campagna a 400 metri dalla villetta in cui abitano (nella zona nuova di Castel Sant' Elia, in località Rio Vicano, tra l'altro a poca distanza dalla stazione dei carabinieri).

 

Il padre era all'esterno, che le aspettava, e imbracciava un fucile. L'arma non era la sua, ma di un amico cacciatore: non si sa in che modo l'abbia avuta, se l'abbia rubata o presa in prestito, anche su questo sono in corso accertamenti da parte degli investigatori - Pigliaru, in ogni caso, ufficialmente non possedeva armi. Ha fatto fuoco due volte, prima contro la moglie e poi contro sé stesso; nessun gesto invece contro la figlia, che si è allontanata terrorizzata e ha telefonato ai carabinieri.

 

Omicidio suicidio nel Viterbese 2

La notizia si è diffusa subito in paese, il sindaco Vincenzo Girolami è arrivato sul posto intorno alle 23: c'era già il comandante della compagnia di Civita Castellana, maggiore Palmina Lavecchia, che dirigeva le indagini. «Uno shock per tutti noi - ha detto Girolami -. Era una famiglia tranquilla, Pigliaru lo conoscevo come una persona a posto, un lavoratore, forse un po' solitario, non dava molta confidenza, ma non aveva mai creato problemi con nessuno».

 

Omicidio suicidio nel Viterbese

«Non c'erano stati segnali, è stato un fulmine a ciel sereno, un gesto che nessuno avrebbe mai immaginato», ha detto un altro amico di famiglia. Pigliaru si era stabilito a Castel Sant' Elia da decenni. Insieme al fratello aveva posseduto un grosso allevamento di pecore, un migliaio di capi, e 50 ettari di terreno. Pochi anni fa, però, avevano venduto tutto a un agricoltore, che intendeva piantare un noccioleto - un'attività molto redditizia e diffusa nella Tuscia.

 

I fratelli Pigliaru ne avevano ricavato una grossa somma, che avevano diviso in parti uguali. Con una parte dei soldi, Pigliaru aveva comprato la tabaccheria nella via principale della vicina Nepi: intestata dalla figlia Valentina, ma dove lavorava anche la moglie.

 

Omicidio suicidio nel Viterbese 3

LA SEPARAZIONE «La coppia si stava separando, per dissidi interni, ma in maniera tranquilla, non c'erano mai stati segnali particolari», sostengono i carabinieri. È anche vero che, come dicono in paese, Pigliaru era un tipo piuttosto riservato, per cui non è facile capire che cosa effettivamente stesse accadendo all'interno della famiglia e, soprattutto, nella sua testa.

 

I carabinieri sperano di saperne di più dalle figlie, che saranno sentite appena saranno in grado di rispondere alle loro domande. L'ipotesi più accreditata, naturalmente, è che all'origine del gesto folle ci sia in qualche modo la separazione, collegata magari ad altri problemi di natura economica. Fabio Fattore (ha collaborato Ugo Baldi).

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