giustizia

DONNE CHE ODIANO LE DONNE – NON BASTA ESSERE GIUDICE E NON BASTA NEMMENO ESSERE DONNA PER RIMANERE IMMUNE DA UNA STRATIFICAZIONE DEI PREGIUDIZI CHE DERIVANO DA UN' OPPRESSIONE SECOLARE DEL SESSO DEBOLE – NON È DUNQUE UN CASO CHE SI TROVINO FIRME FEMMINILI SU SENTENZE CHE SCUSANO STUPRATORI E ASSASSINI E NON È NEMMENO COSÌ RARO CHE IL LINGUAGGIO NON SIA NEUTRALE…

Liana Milella per “la Repubblica”

 

giustizia

Alessandra Panichi, la presidente di sezione della Corte d' appello di Ancona, che due anni fa licenziò la sentenza sulla «scaltra peruviana» che avrebbe finto una violenza mandando assolti i violentatori, butta giù il cellulare senza tanti complimenti.

 

Né risponde ai successivi sms. Lei, come le sue due colleghe, Marina Tommolini che scrisse la sentenza e ora è pm a Pescara, e Cecilia Bellucci, non hanno mai parlato del caso (scoperto da Maria Elena Vincenzi su Repubblica) che adesso la Cassazione - presidente Giulio Sarno, relatore ed estensore delle motivazioni Alessio Scarcella, giudici Donatella Galterio, Angelo Matteo Socci, Fabio Zunica - rimette in regola. A Perugia si dovrà rifare il processo contro i due violentatori.

 

GIUSTIZIA

A una settimana dal via libera al "Codice rosso" (pene più dure per le violenze sulle donne), il caso di Ancona riapre la pagina delle magistrate "morbide" e pronte agli sconti di pena che hanno rimesso in pista il delitto d' onore anche per le parole usate.

 

Dice Gaetano Silvestri, l' ex presidente della Consulta ora al vertice della Scuola della magistratura di Scandicci: «Il linguaggio non è mai neutrale, ma risente della stratificazione dei pregiudizi che derivano da un' oppressione secolare delle donne, quindi penetra pure nelle sentenze. Una donna, in quanto donna, non è immune da questa cultura. Nei corsi sul linguaggio che teniamo alla Scuola raccomandiamo di evitare di trasmettere i pregiudizi.

tribunale

 

Ma se chi scrive è legato a vecchie concezioni sessiste e maschiliste, uomo o donna che sia, purtroppo non c' è niente da fare».

Ecco a marzo le sentenze di Bologna e di Genova che riducono da 30 a 16 anni le pene per due omicidi. Nel primo, a leggere le motivazioni della Corte d' assise - presieduta da un uomo, Orazio Pescatore, anche se il giudice estensore è Milena Zavatti - sembra pesare la «tempesta emotiva» scatenata dalla gelosia.

giudice 1

 

Nel secondo un uomo «illuso e disilluso» dai tradimenti della moglie, poi pentita ma trovata a casa con l' amante, porta il gip Silvia Carpanini a dargli lo sconto.

Due finali che oggi non sarebbero più possibili, perché il 3 aprile il Senato ha cambiato la legge sul rito abbreviato. Con un omicidio da ergastolo - come a Bologna e Genova - non lo si potrà più chiedere.

 

Resta però la singolarità di sentenze sulle donne scritte da donne. Che succede tra i giudici?

tonaca d avvocato

Diventano buonisti proprio mentre il governo di centrodestra inasprisce le pene per la violenza?

 

Fabio Roia, presidente della Sezione per le misure di prevenzione di Milano, considerato un esperto del contrasto alla violenza di genere, è convinto che «oggi le sentenze di avanguardia e più coraggiose su questi temi arrivino da una Cassazione ringiovanita, e non dai giudici di merito».

giustizia

 

«In passato - dice Roia - le sentenze evolutive erano scritte in primo e in secondo grado. Oggi queste tendono al conformismo, e le censure arrivano dalla Suprema corte. I giudici di primo e secondo grado hanno meno sensibilità culturale extragiudiziaria sui temi civili, e sono più attenti ai tecnicismi».

 

Roia cita una sentenza in cui la Cassazione dà ragione a una donna ritenuta non credibile in Appello perché aveva denunciato i maltrattamenti del marito, ma con un' ambivalenza di sentimenti.

cancellieri tribunale 1

«Diceva di stare con lui perché gli voleva bene, ma al contempo di averne paura. La Suprema corte l' ha giudicata credibile proprio perché ambivalente, in quanto subiva soprusi da un uomo cui era legata sentimentalmente».

 

Ad Ancona invece non hanno capito. Il procuratore generale Sergio Sottani ricorda bene quella sentenza: «Mi colpì subito per via di alcune frasi superflue rispetto al giudizio. Era stata presa per buona la versione degli imputati, senza tenere conto degli aspetti valorizzati in primo grado sulla persona offesa. Poche righe prima della fine poi quel riferimento, che ricordo ancora, al fatto che oltretutto lei avesse fatto delle avance e che al ragazzo non piacesse per l' aspetto mascolino, «come da foto in atti», tant' è che ne aveva memorizzato il nome sotto "Vikingo". Decidemmo di ricorrere subito in Cassazione».

TRIBUNALE

 

Sottani ricorda la sua prima relazione da procuratore generale a gennaio 2018, quando raccomandò massima attenzione alle parole nelle sentenze per i reati di genere «o il processo diventa una seconda violenza».

le gambe del giudice

 

Però anche sul giudizio controverso di Ancona una donna difende le donne. È Maria Teresa Cameli, oggi procuratore a Forlì, nel 2017 sostituto procuratore generale d' udienza: «Era un ottimo collegio, né sprovveduto, né poco attento, che ha fatto tantissimi processi per violenza sessuale, sempre con condanne giuste, ma che si è pronunciato sulla non credibilità della parte offesa, perché era una situazione con dei chiaroscuri, che non collimava con i fatti. Certo, nella sentenza ci sono due frasi infelici, ma l' esito assolutorio sarebbe stato uguale perché la Corte non ha creduto alla versione della ragazza».

 

GIUDICE

È un fatto, però, che il Pg della Cassazione Riccardo Fuzio ha promesso di «ricostruire per bene tutte queste vicende» per valutare eventuali anomalie. E ripete che «nelle sentenze bisogna occuparsi di fatti e non dare giudizi morali o estetici: farlo potrebbe costituire un illecito disciplinare, in quanto dev' essere rispettata la dignità delle persone e la correttezza verso le parti».

giudici

 

Ma dopo Ancona, Bologna e Genova alla Scuola della magistratura Silvestri rilancia i corsi sulla scrittura delle sentenze con l' Accademia della Crusca: «Se la Costituzione dice che i giudici amministrano la giustizia in nome del popolo, il popolo deve capire le sentenze. O si crea una barriera tra popolo e cittadino».

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”