manifestazione scontri trump washington

DOPO LE URNE, LA BATTAGLIA – MIGLIAIA DI SOSTENITORI DI TRUMP SONO SCESI IN PIAZZA A WASHINGTON PER MANIFESTARE CONTRO IL "FURTO DELLE ELEZIONI", PROPRIO NEL GIORNO IN CUI IL PUZZONE, PER LA PRIMA VOLTA, HA EVOCATO LA SCONFITTA ELETTORALE – LA MANIFESTAZIONE, INIZIALMENTE PACIFICA, È SFOCIATA IN SCONTRI NELLA NOTTE CON LE FRANGE ESTREME DI ANTIFA E DEL MOVIMENTO BLM: ALMENO 20 ARRESTI, DUE POLIZIOTTI FERITI E… VIDEO

 

Da "www.rainews.it"

 

scontro tra gruppi pro e contro trump a washington 4

I sostenitori del presidente Usa, Donald Trump, sono scesi in piazza a Washington per manifestare contro il "furto delle elezioni", proprio nel giorno in cui il tycoon, per la prima volta, ha evocato la sconfitta elettorale. La manifestazione davanti alla Casa Bianca, inizialmente pacifica, è sfociata in tensioni e scontri con gruppi di oppositori del presidente uscente. Dopo il calare della notte, il clima nelle mobilitazioni relativamente pacifiche a Washington si è fatto teso a violento. Gli scontri hanno causato un accoltellamento e almeno 20 arresti.

 

scontro tra gruppi pro e contro trump a washington 3

Due agenti di polizia sono rimasti feriti e diverse armi da fuoco sono state recuperate dalla polizia. I video pubblicati sui social media hanno mostrato alcuni manifestanti e contro-manifestanti che si scambiavano spinte, pugni e schiaffi. La tensione è salita alle stelle domenica mattina. Trump, lasciando la Casa Bianca per andare a giocare a golf, si è concesso un bagno di folla.

 

sostenitori di donald trump a washington 6

Nella notte ha poi lanciato una serie di tweet in cui ha criticato polizia, sindaco, il movimento antifascista e i media: ha attaccato l'organizzazione della sinistra antagonista 'Antifa' per aver aggredito i manifestanti suoi sostenitori nella capitale, la polizia per essere intervenuta "troppo tardi", il sindaco perché "non sta facendo il suo lavoro" e il "silenzio dei media nemico del popolo" sulla folla dei suoi fan. Il presidente ha postato anche immagini di un suo apparente supporter aggredito da militanti black lives matter, chiedendo l'arresto dei responsabili.

donald trump 1

 

Diverse altre città sabato sono state teatro di manifestazioni di sostenitori di Trump che non sono disposti ad accettare come legittimi il collegio elettorale del democratico Joe Biden e la vittoria del voto popolare. "Stop the Steal" e "Count Every Vote" gli slogan più gridati, nonostante la mancanza di prove di frodi elettorali o altri problemi che potrebbero modificare il risultato delle presidenziali. Trump aveva appoggiato un raduno sabato mattina prima di dirigersi verso il suo club di golf della Virginia. La gente cantava "USA, USA" e "altri quattro anni" e molti portavano bandiere e cartelli americani per mostrare il loro dispiacere per il conteggio dei voti.

 

sostenitori di donald trump a washington 11

A Delray Beach, in Florida, diverse centinaia di persone hanno marciato, alcune recanti cartelli con la scritta "Conta ogni voto" e  "Non possiamo vivere sotto un governo marxista''. La polizia di Phoenix ha stimato che 1.500 persone si sono radunate fuori dal Campidoglio dell'Arizona per protestare contro la vittoria di Biden nello stato. I manifestanti a Salem, in Oregon, si sono riuniti al Campidoglio e tra gli oratori a Washington c'era un repubblicano della Georgia appena eletto alla Camera degli Stati Uniti.

sostenitori di donald trump a washington 10

 

Francesco Semprini per “La Stampa”

 

Sono arrivati in aereo o in treno, a bordo di auto, talvolta incolonnate per centinaia o migliaia di chilometri, dal sud e dell'ovest degli Stati Uniti, per rendere omaggio al comandante in capo, Donald Trump, il condottiero ferito che resiste nel fortino della Casa Bianca, mentre attorno a lui frana l'offensiva legale con cui cerca di ribaltare il risultato delle elezioni presidenziali. Hanno scelto di riunirsi a Freedom Plaza, iconica piazza della capitale a pochi passi dal 1600 di Pennsylvania Avenue, così che il presidente potesse sentirli, vederli, capire che nella sua strenua resistenza non è solo e che non lo sarà nemmeno dopo. «Il tempo dirà chi entrerà in carica a gennaio», aveva detto giovedì Trump dal Giardino delle rose (con i capelli diventati grigi), parole che facevano presagire un'imminente presa di coscienza della sconfitta, quindi la resa.

sostenitori di donald trump a washington 9

 

«Altri quattro anni», gli rispondono i suoi sostenitori, un paio di decine di migliaia, molti di più dicono gli organizzatori. Le aspettative di un successo erano scritte nel nome: «Million MAGA March», il raduno delle grandi tribù trumpiste unite dal mantra «Stop the Steal», (fermiamo il furto) lo slogan coniato da Roger Stone, il fedelissimo di Trump. C'erano gli immancabili biker, milizie territoriali, formazioni della destra radicale come Proud Boys riconoscibili dalle tenute giallo-nere, gli Oath Keepers, gli antigovernativi Boogaloo, i III Percenters, i cospirazionisti di QAnon. Tra i leader delle diverse formazioni erano presenti Jack Posobiec, che nel 2016 lanciò la teoria del Pizzagate contro Hillary Clinton, il suprematista Nicholas Fuentes, che marciò nel corteo di Charlottesville, Enrique Tarrio, capo dei Proud Boys.

 

sostenitori di donald trump a washington 7

«Stand Back, Stand By», era scritto sulle loro t-shirt, un riferimento all'invito a tenersi pronti rivolto loro dal presidente in uno dei dibattiti tv con Biden. Ma erano presenti anche tante donne e uomini qualunque, famiglie, giovani, bambini, ispanici, asiatici e afroamericani. Uno spaccato di quella maggioranza silenziosa le cui istanze furono colte da Trump con successo e che quattro anni fa lo portò alla Casa Bianca. Il presidente ha salutato dai finestrini dell'auto i suoi sostenitori, andati letteralmente in delirio al suo passaggio.

 

scontro tra gruppi pro e contro trump a washington 9

La manifestazione è proseguita con la marcia verso la Corte Suprema, tra balli e canti e immagini di Trump che svettavano su cartelloni e bandiere. Il tutto in un clima pacifico, almeno sino all'arrivo alla Corte Suprema laddove Trump ha assicurato che si sarebbe appellato per dimostrare i brogli e le irregolarità che avrebbero fatto vincere Joe Biden. Davanti all'alta corte però, dietro il cordone di sicurezza creato dalle forze dell'ordine, si sono schierati gruppi di Antifa e frange più radicali di Black Lives Matter. Momenti di tensioni e confronti verbali sfociati solo un paio di volte nello scontro fisico. Ha prevalso la voglia di manifestare, in quella che potrebbe essere forse l'ultimo raduno delle tribù trumpiste di questa amministrazione. Il tempo dirà quale futuro li attende.

sostenitori di donald trump a washington 2sostenitori di donald trump a washington 1scontro tra gruppi pro e contro trump a washington 7scontro tra gruppi pro e contro trump a washington 5scontro tra gruppi pro e contro trump a washington 13scontro tra gruppi pro e contro trump a washington 15sostenitori di donald trump a washington 4scontri a washington dc durante la notte elettorale 21scontro tra gruppi pro e contro trump a washington 10scontro tra gruppi pro e contro trump a washington 11scontro tra gruppi pro e contro trump a washington 20scontro tra gruppi pro e contro trump a washington 16scontro tra gruppi pro e contro trump a washington 18scontro tra gruppi pro e contro trump a washington 19scontro tra gruppi pro e contro trump a washington 2scontro tra gruppi pro e contro trump a washington 21scontro tra gruppi pro e contro trump a washington 8

 

scontro tra gruppi pro e contro trump a washington 6sostenitori di donald trump a washington 3sostenitori di donald trump a washington 5sostenitori di donald trump a washington 8donald trump 2scontro tra gruppi pro e contro trump a washington 1scontro tra gruppi pro e contro trump a washington 12scontro tra gruppi pro e contro trump a washington 14scontro tra gruppi pro e contro trump a washington 17

Ultimi Dagoreport

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...